“Franco Zeffirelli, conformista ribelle”

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Franco Zeffirelli

«Un uomo che è sempre rimasto fedele a se stesso, non un intellettuale, ma un raffinato esteta» – Anselma Dell’Olio

Franco Zeffirelli, conformista ribelle, il docufilm selezionato in concorso alla 79ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nella sezione, nata nel 2012, “Venezia Classici“. 

Il documentario prodotto da Francesca Verdini e co-prodotto da Pietro Peligra per La Casa Rossa e Rs Productions in collaborazione con Rai Cinema, è stato realizzato con la Fondazione Zeffirelli. Nata nel 2017 a Firenze per volere dello stesso, oltre a fungere da museo-archivio e biblioteca, ospita al suo interno attività di formazione nel campo dello spettacolo. 

Un titolo che rispecchia la sua personalità

Il coinvolgente racconto inizia dalla Firenze tanto amata dal maestro, ma non dalle sue origini come ci si aspetterebbe, bensì dall’alluvione del ’66, che inflisse una profonda ferita alla città da lui ritenuta “la più grande e bella del Mondo”, ricordata con l’instant-movie Per Firenze, girato da Zeffirelli nello stesso anno.

Il titolo “Conformista ribelle”, suggerito da Giuliano Ferrara, coniuge della regista Anselma dell’Olio, descrive perfettamente la forte dualità che caratterizzava Zeffirelli. Infatti, suona proprio come un ossimoro. Ma in fondo, conferma la Dell’Olio «lui era proprio così – antifascista e partigiano, un conservatore inviso alla destra nostalgica e alla sinistra ufficiale. Omosessuale e cattolico, gay ma contro i matrimoni fra persone dello stesso sesso e antiabortista. Allievo di Visconti ma emancipato dalla sua figura, senza farsi scalfire dalle posizioni politiche del “conte rosso”… appunto: un conformista ma ribelle».

«Paradossale che questo documentario venga presentato a Venezia, dove Franco veniva fischiato già dai titoli di testa», continua Anselma dell’Olio.

Infatti, Zeffirelli, scomparso a Roma il 15 giugno 2019, continua a essere considerato dal pubblico internazionale come un maestro innovatore, quando in Italia il suo enorme successo è stato oggetto di denigrazione. È per questo motivo che la regista Anselma dell’Olio ha voluto rendere giustizia alla sua persona e soprattutto restituirgli il ruolo che gli spetta nella storia teatrale e cinematografica, in quanto pittore, regista, art director, ideatore di cinema, teatro e opera lirica, attraverso i quali ha portato al grande pubblico i classici della letteratura e della musica.

Un rapporto conflittuale

Tale disprezzo italiano nei suoi confronti è forse scaturito dalla rottura professionale con il regista Luchino Visconti, conosciuto quando Zeffirelli frequentava la Facoltà di Architettura a Firenze. Visconti gli ripeteva sempre che era talmente bello da poter fare solo l’attore, e in effetti è grazie a lui che ha iniziato questa carriera. Tuttavia ci si accorse ben presto che c’era molto altro oltre alla mera bellezza.

Difatti, nonostante Visconti avesse un enorme capacità di persuasione e Zeffirelli fosse ai tempi giovanissimo, non ha mai intaccato la sua personalità, rimanendo “sempre fedele a se stesso”. In un certo senso questo ha incrementato la gelosia di Visconti che pare abbia svariate volte provato a intralciare il suo percorso

Tuttavia, vi era sicuramente anche un motivo politico dietro le critiche rivoltegli, poiché Zeffirelli si era dichiarato anticomunista, ma anche antifascista, senza dimenticare che da giovane aveva combattuto da partigiano. Insomma gli piaceva l’aperto dibattito, e se da una parte non mancava di far sentire la sua voce in ambito politico, dall’altra era anche molto discreto sulla sfera personale. Infatti, nonostante la sua epoca fosse molto meno liberale rispetto alla nostra, lui non ha mai nascosto la sua omosessualità, rimanendo però restio a parlarne e discreto

I ricordi di tanti

Franco Zeffirelli Questo documentario di oltre due ore è un vero e proprio viaggio nella vita di un artista straordinario, impreziosito da clip dai suoi film e documentari, dalle sue opere liriche, materiali di archivio, foto, disegni e da moltissime voci con interviste originali con le più celebri star che l’hanno conosciuto, ammirato e amato. Tra le quali Richard Burton, Maria Callas, Anna Magnani e Elizabeth Taylor. E con i familiari e collaboratori più intimi: Giancarlo Antognoni, Adriana Asti, Urbano Barberini, Roberto Bolle, il critico Fabio Canessa. Valerio Cappelli, Marina Cicogna, Sinéad Cusack, Caterina D’Amico, Tommaso D’Amico, Placido Domingo, Titti Foti. Raimonda Gaetani, Marco Gandini, Massimo Ghini, Giancarlo Giannini, Vittorio Grigolo, Jeremy Irons. Maurizio Millenotti, Andrea Minuz, Dario Nardella, Daniel Oren, Francesco Papa. Gianni Quaranta, Riccardo Tozzi, Luca Verdone, Alessio Vlad, e il figlio adottivo Pippo Zeffirelli. Un documentario da non perdere.

 

Cecilia Sandroni

Foto © Corriere dell’Umbria, Facebook, Conosci Roma

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Cecilia Sandroni
Fondatrice della Piattaforma internazionale ItaliensPR. Cecilia Sandroni, per formazione semiotico del teatro, è membro della Foreign Press di Roma come Italienspr (italienspr.com/global press), oltre ad essere un'esperta di relazioni internazionali nella comunicazione. Le sue competenze spaziano dal teatro-cinema, alla fotografia, all'arte e al restauro, con la passione per i diritti umani. Indipendente, creativa, concreta, ha collaborato con importanti istituzioni italiane e straniere per la realizzazione di progetti culturali e civili.

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