Gas, vicino ai 100 euro, minimo da giugno

0
308
Gas

Il Consiglio dell’Energia trova un accordo sul price cap ma le condizioni sono di difficile applicabilità e soprattutto non avrà effetto sulle bollette

Il prezzo del gas sul mercato di Amsterdam torna ai minimi da metà giugno dopo l’accordo in sede Ue sul price cap. I future TTF (Title Transfer Facility) hanno toccato un minimo di 100,2 euro, in calo del 7,7%, per poi risalire a 104 euro, in calo del 4,1%. Il TTF è il mercato all’ingrosso del gas naturale tra i più grandi e liquidi dell’Europa continentale, con sede nei Paesi Bassi, e rappresenta il principale riferimento sui prezzi del gas per l’Europa e l’Italia. Già ieri, in scia alle notizie sul tetto di 180 euro i future di Amsterdam avevano lasciato sul terreno il 6%.

L’Unione europea trova accordo sul price cap

Dopo mesi di dibattiti, tavoli tecnici e discussioni politiche, i ministri dell’Energia dei 27 Paesi membri dell’Ue hanno trovato l’accordo sul tetto al prezzo del gas a 180 euro al megawattora. Sicuramente più basso rispetto a quello proposto a novembre dalla Commissione europea che era di 275 euro. Ovviamente Mosca non vede di buon occhio il nuovo prezzo e lo giudicainaccettabile“. Secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov «è un accordo inaccettabile che crea distorsione nel mercato, reagiremo».

Le condizioni poste dal Consiglio Energia sono:

  • superamento di tre giorni consecutivi per farlo scattare;
  • differenza di prezzo con il Gnl dovrà essere superiore a 35 euro.

Questi presupposti rendono il meccanismo piuttosto complicato da implementare ma hanno permesso di trovare un accordo. Le uniche Nazioni a non essere in sintonia sono l’Ungheria che ha votato contro, l’Olanda e l’Austria che si sono astenute. Ma, secondo gli esperti la non facile applicabilità non ne renderà semplice l’accettazione da parte dei mercati. Ciò vuol dire che gli effetti non si vedranno. Quindi le bollette non diminuiranno anzi da gennaio 2023 si prevede un nuovo aumento. L’unico atto che calmiererebbe i prezzi è un taglio dei consumi. Da non sottovalutare nemmeno la, ancora necessaria, dipendenza dalla Russia.

Price cap

L’intesa sul price cap prevede un elemento dinamico riferito al prezzo medio del Gnl. Ciò per tutelare l’attrattività del mercato energetico continentale e scongiurare la fuga delle forniture verso l’Asia. Il meccanismo parte a 180 euro al megawattora, ma con una seconda condizione. Per la sua attivazione prevede che lo spread tra il prezzo del gas sull’indice di riferimento TTF di Amsterdam e il prezzo medio sugli altri mercati globali superi i 35 euro per tre giorni lavorativi di fila. Per questo si parla di “limite di offerta dinamica” fissata a 145 euro. Il tetto rimarrà a questa somma se il prezzo di riferimento del Gnl è inferiore alla soglia. Se il prezzo di riferimento del Gnl è inferiore a questo limite, il tetto rimarrà alla somma di 145 euro e 35 euro, ovvero 180 euro a megawattora.

Quali saranno gli effetti?

Secondo Stefano Besseghini, presidente dell’Arera, il price cap al gas non porterà a un abbassamento dei prezzi. «Credo che al momento possano influire molto di più le condizioni del meteo», afferma in un’intervista a Repubblica. «I prezzi prima delle decisioni della Ue stavano iniziando a salire perché era arrivato il freddo. Ma da qui alla fine dell’anno le previsioni sono buone e le temperature ci aiutano a consumare di meno».

«L’accordo raggiunto ha un grande valore e non solo simbolico», prosegue. «Ora bisognerà verificare la reazione del mercato. Per esempio, capire se i fornitori vorranno rinegoziare le condizioni commerciali. Molti contratti sono indicizzati alla variazione dei prezzi sui mercati finanziari e ora, con il tetto, potrebbero pretendere un aumento visto che poi, in caso di rincari, non potranno andare oltre una certa cifra».

La formazione del prezzo ci sarà tra 15 giorni, e sicuramente le tariffe del metano «risentiranno del fatto che adesso entriamo nella parte vera dell’inverno in cui le temperature sono più rigide e la domanda è più alta». Anche se «gli stoccaggi non sono messi malissimo, questo non ci metterà al riparo da un rincaro». Il tetto a 180 euro, secondo il presidente di Arera è «sicuramente più basso di quello con cui si era cominciata la discussione. Ma rimane alto rispetto ai prezzi industriali. Vediamo come reagisce il mercato e che effetti si determineranno nel medio periodo. Certamente in qualche maniera gli scambi saranno mitigati».

Soluzioni concrete

GasAnche altri esperti di energia non esultano. «Non è facile comprendere l’impatto finale del price cap a 180 euro al megawattora, date tutte le salvaguardie previste», commenta Simone Tagliapietra, del think tank di Bruxelles Bruegel. Per Tagliapietra, le cose che contano sono altre: «I Paesi dell’Ue dovrebbero ora concentrarsi sulle soluzioni concrete alla crisi, come l’incentivazione del risparmio energetico e la promozione delle energie rinnovabili».

Davide Tabarelli di Nomisma Energia è ancora più scettico. Il price cap del metano a 180 euro al megawattora «sarà difficilissimo da applicare. Rischiamo di andare in contenzioso con i fornitori. Nei contratti si legge che il prezzo del gas è legato alla quotazione del TTF, non si parla di price cap. Può essere un correttivo, speriamo non sia un palliativo. Non sarà con il price cap che l’Ue risolverà l’emergenza». Ciò dato che è molto distante dalla media degli ultimi anni (20 euro). Per vedere effetti concreti sulle bollette: «Occorrerebbe, invece, militarizzare la crisi, come abbiamo fatto per il Covid, con interventi massicci. In Italia, ad esempio, non possiamo discutere per mesi per fare un rigassificatore o per aumentare la produzione nazionale di gas o per aprire qualche centrale a carbone in più. Serve tutto immediatamente. E, forse, serve anche un po’ di recessione».

Tabarelli spiega anche che «l’obiettivo è di applicare i limiti solo aifutures”, ai contratti a termine, quelli scambiati nelle borse istituzionalizzate come Ice. Tuttavia più di due terzi degli scambi sono fuori, sull’Over the Counter, sull’Otc, a cui non si applicherebbero i massimi. Intanto, il Qatar fa la voce grossa sull’inchiesta sui fondi nel Parlamento europeo, mentre noi ci accapigliamo su dove fissare un tetto che faremo comunque fatica ad applicare».

 

Ginevra Larosa

Foto © QualEnergia, Energeek

Articolo precedenteRegali di Natale: alimentari, giocattoli e libri i più gettonati
Articolo successivo“Il lago” di Kapka Kassabova: viaggio nella tormentata Macedonia del Nord

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui