Paesaggi marini interesse di pittori e fotografi

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Paesaggi marini

Le coste italiane sono meta artistica da secoli e oggi, purtroppo, ciò che viene immortalato è anche il degrado in cui versano

La pittura e la fotografia italiana hanno sempre avuto come interesse tematico i paesaggi marini. Salvare l’immagine della costa italiana significa capire che il nostro patrimonio lo dobbiamo rispettare e amare. Nei secoli hanno subito enormi trasformazioni e nel novecento sono state assorbite dal cemento. Case, alberghi, stabilimenti balneari, impianti industriali hanno preso il posto delle dune sulle spiagge.

Ma ancora oggi il pittore o fotografo può dare una rappresentazione ideale ai paesaggi marini, in particolare può cercare una identità mediterranea, tra natura e uomo. Un fragile equilibrio sempre più spesso messo in pericolo dall’uomo, da quella antropizzazione selvaggia di tanti paesaggi marini.

Si parla frequentemente di sostenibilità ambientale, ma spesso alle parole non seguono i fatti. Mancano le norme, ma anche un serio approccio culturale. Eppure la pittura, o meglio la storia dell’arte, sono uno strumento per capire e leggere il principe dei paesaggi. Il mare si è sempre prestato in tante maniere all’arte figurativa. Una lunga storia di contaminazione con l’arte che va dal realismo all’arte romantica, dall’impressionismo all’arte contemporanea.

Riprodurre paesaggi marini è una secolare tradizione stilistica che ha lasciato il segno nella storia dell’arte. Famose le marine italiane che hanno avuto origine alla fine del 1700. E I soggetti principali dì questo genere pittorico sono il mare, l’oceano, le coste, le spiagge, le navi e i porti. La pittura di paesaggio era nata già nel 1600 con i pittori Lorrain e Poussin. Le loro vedute italiane, tra natura e rovine archeologiche non erano più uno sfondo pittorico di quadri, ma il soggetto principale dell’opera “Il Paesaggio Marino” più antico della civiltà occidentale si trova nel musei vaticani di Roma. L’affresco raffigura varie scene dell’odierna ed è datato alla metà del I secolo a.C.

Facciamo un bel salto temporale e arriviamo al 1500 per ritrovare alla Galleria Doria Pamphili un paesaggio marino di Peter Brughel “Il vecchio”. Un altro esempio va ripreso da Rembrandt, Cristo si trova nella tempesta sul mare di Galilea, che ricorda l’opera di Brughel. Il pittore inglese Turner è l’artista che più di tutti porta il  paesaggio marino ai massimi livelli e anticipa per certi versi l’impressionismo francese.

Nel 1800 il paesaggio ebbe due percezioni. La prima era un retaggio del passato. La seconda era invece provocata dai nuovi stimoli romantici e cercava di esprimere un senso di appartenenza con la natura. I fenomeni meteorologici condizionano una visione quasi spirituale nella natura. E se il “Cristo sul mare di Galilea” di Delacroix, influenzò la pittura di Van Gogh, “L’onda” di Courbet del 1869 impressiono lo scrittore Maupassant. Ma è la rivoluzione pittorica degli impressionisti da Monet a Cezanne a dare una identità mediterranea dei paesaggi.

I paesaggi marini e la fotografia

Paesaggi mariniVorrei prendere come esempio fotografico l’opera di Piero Guccione che si coniuga fra il realismo fotografico e l’astrattismo metafisico. Considerato da Vittorio Sgarbi uno dei  massimi artisti degli ultimi 50 anni Guccione ha rappresentato la sintesi suprema di pittura figurativa e astratta. Nessuna ha rappresentato meglio di lui l’essere e il turbamento dell’uomo nell’Occidente. La fotografia vuole trasmettere un messaggio ecologico. Il mare e i suoi paesaggi hanno una grande potenza evocativa ed espressiva in grado di suscitare prese di coscienza per un senso di colpa per quello che stiamo facendo al Pianeta. I cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova il sistema dei mari. La fotografia è  una istantanea di erosioni costiere, di squilibri ambientali.

In particolare il mare Mediterraneo ha sempre molto da evocare e i mali ambientali sono talmente evidenti e drammatici. Il mare Adriatico con bassi fondali, ha permesso a pittori e fotografi di immortalare le atmosfere lagunari ma anche i mali che le colpiscono. In questa riflessione si inserisce “l’economia blu” così definita dall’Unione europea per il mare come fonte di sviluppo sostenibile. Linee strategiche comuni per integrare la sostenibilità ambientale nelle politiche economiche dei vari settori.

Un’attenzione della Ue che nel periodo 2021-2027 ha dato vita al nuovo Feamp che si articolerà in quattro priorità e che interesserà la Blu Economy. In particolare nella terza priorità permettendo di sviluppare una economia espansiva soprattutto in Italia, dove è forte la tradizione marittima e inserita nel bacino del Mediterraneo, che ha il maggiore numero di servizi ambientali forniti dal mare in termini di biodiversità e qualità del paesaggio, con ventisette aree marine protette.

 

Paolo Montanari

Foto © Artisti del mare, Photoatlante

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