A Bruxelles un monumento sulla Shoah per la memoria europea

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Shoah

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ricorda un particolare avvenimento vissuto con il compianto David Sassoli molto legato al tema dell’Olocausto

Un monumento sulla Shoah a Bruxelles, nel cuore dell’Europa unita, per rendere tangibile e presente la memoria europea dell’Olocausto. È la proposta della Commissione europea che prevede l’installazione dell’opera nel corso di quest’anno, a termine di un processo che coinvolgerà gli Stati membri. Un gesto simbolico che esprime un concetto forte: la memoria è un imperativo per l’Europa unita.

Combattere l’antisemitismo

L’iniziativa si aggiunge alle misure messe in campo dalle istituzioni europee contro l’antisemitismo, fenomeno in preoccupante crescita e definito dalla presidente della Commissione von der Leyen come la causa di quel «disastro europeo che fu la Shoah». Come è noto nell’ottobre 2021 è stata presentata la strategia Ue volta a combattere l’antisemitismo e a sostenere la cultura ebraica. Prevede misure per rafforzare la cooperazione con le imprese online per contrastare l’antisemitismo online, proteggere più adeguatamente gli spazi pubblici e i luoghi di culto, istituire un polo europeo di ricerca oggi e creare una rete di siti in cui si è consumato l’Olocausto. La strategia dovrà essere attuata entro il 2030, con l’impegno degli Stati membri chiamati a prevenire e combattere tutte le forme di antisemitismo attraverso nuovi metodi o misure nazionali nell’ambito delle strategie e dei piani d’azione dei Paesi.

In una raccomandazione adottata lo scorso anno, il Consiglio invita gli Stati membri a incoraggiare le vittime e i testimoni di episodi razzisti e antisemiti a segnalarli, a garantire che siano oggetto di indagini e a offrire assistenza, compreso un sostegno psicologico, sociale e materiale, se necessario.

L’Unione europea contro Olocausto e guerra

Una particolare sensibilità verso questo tema l’ha sempre dimostrata il compianto David Sassoli. Fu proprio lui che, nell’estate del 2021 fece visita all’ex campo di concentramento di Fossoli nel modenese, per la commemorazione del 77° anniversario dell’eccidio nazista di 67 internati politici. Insieme a lui c’era Ursula von der Leyen, che ha ricordato l’episodio lo scorso 9 gennaio a Roma, in occasione della presentazione del “La saggezza e l’audacia” dedicato proprio all’ex presidente del Parlamento europeo.

La presidente della Commissione europea ha ricordato con queste parole il discorso che Sassoli pronunciò in quell’occasione: «La nostra Unione è nata in risposta all’orrore dell’Olocausto e della guerra». Quindi rivolse una domanda semplice ma incisiva: «Vi siete mai chiesti perché i regimi autoritari, tutti, temono così tanto l’Europa? Non facciamo la guerra, non imponiamo il nostro modello. E allora, perché si preoccupano di noi? Vi è un solo motivo. I valori europei mettono paura, perché le libertà consentono uguaglianza, giustizia, trasparenza, opportunità, pace. E se è possibile in Europa, è possibile ovunque. Non dimentichiamoci di quello che siamo, di quanta voglia di Europa vi è nel Mondo».

L’uomo dai gesti semplici ma significativi

È di nuovo Ursula von der Leyen a sottolineare il legame tra il campo di Fossoli e David Sassoli: dopo la guerra, infatti, fu trasformato in una struttura di accoglienza per gli orfani di guerra. ShoahA guidare l’iniziativa fu un frate cattolico di nome David Maria Turoldo, a cui Sassoli deve il suo nome. «Il giorno della nostra visita» – ha continuato la von der Leyen – «David mi ha accompagnata a piedi attraverso il campo. Abbiamo incontrato i sopravvissuti e i figli delle vittime. E poi, quando la tromba ha intonato il Silenzio per commemorare le vittime, nel momento più solenne della celebrazione, David ha infranto il protocollo e mi ha preso la mano. Un gesto semplice di unità che è valso più di mille parole».

Verso un futuro di unità

Guardando all’Italia, buone notizie arrivano dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che ha recentemente annunciato la stipula di un protocollo di intenti con l’Unione delle Comunità ebraiche italiane che sancisce la collaborazione per promuovere nelle scuole d’Italia iniziative che contrastino l’antisemitismo.

Il percorso è tracciato.

 

Giacomo Baiocchi

Foto © Wikipedia, Anci

Video © Eurocomunicazione

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Si occupa di comunicazione istituzionale e affari europei. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Parma. Ha studiato presso l’University of Bath nel Regno Unito e presso l’University of Lapland in Finlandia, grazie al programma Erasmus +. Specializzato in Governo e Politiche - Comunicazione e nuovi media, presso l’Università “LUISS” Guido Carli di Roma, con una tesi intitolata “Prospettive di governance per l’intelligenza artificiale”. Ha conseguito l’Executive Master in “Politiche e tecnologie digitali” presso la School of Government della stessa università, con un approfondimento sul Digital Services Act europeo. Dal 2018 al 2020 si è occupato di relazioni istituzionali, in consulenza, con un focus sulle politiche del digitale. Da ottobre 2020 è Digital leader della Commissione europea in Italia. Nel 2022 ha ricevuto il Premio nazionale Digital News di AIDR – Associazione Italian Digital Revolution. È inoltre Junior Fellow del Centro Studi Americani e membro della Global Shapers Community del World Economic Forum.

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