Braille, non si insegna nella scuola pubblica

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Braille

Nonostante gli ipovedenti e i non vedenti in Italia siano molti, allo stato attuale, solo il 25% conosce questo sistema

La Giornata nazionale del braille è una ricorrenza istituita con la legge n.126 del 3 agosto 2007. La data scelta è il 21 febbraio e coincide con la giornata mondiale della difesa dell’identità linguistica promossa dall’Unesco proprio perché questo sistema permette alle persone non vedenti di accedere al patrimonio culturale scritto. La Giornata è stata indetta in memoria di Louis Braille, nato il 4 gennaio 1809, e della sua invenzione che ha cambiato l’approccio alla lettura per i non vedenti.

Inoltre ha lo scopo di far conoscere e sensibilizzare la popolazione a questo strumento. Le amministrazioni pubbliche e altri organismi del settore sociale possono promuovere iniziative attraverso studi, convegni, incontri e dibattiti rendendo partecipi, ad esempio, le scuole. Richiamare l’attenzione e l’informazione sulla rilevanza del sistema braille è importante sia per le persone non vedenti che per quanti sono coinvolti direttamente o indirettamente. Ciò al fine di sviluppare politiche pubbliche e comportamenti privati che allarghino le possibilità di reale inclusione sociale e di accesso alla cultura e all’informazione per tutti coloro che soffrono di minorazioni visive.

Nel mondo la disabilità visiva colpisce circa 253 milioni di persone, mentre in Italia si stima che ci sono quasi 1,5 milioni di ipovedenti e 220mila di ciechi. Allo stato attuale però solo il 25% degli ipovedenti e non vedenti conosce il Braille. Sebbene infatti molti utilizzino altri strumenti come la sintesi vocale o i caratteri ingranditi, la limitata conoscenza del Braille dipende anche dal fatto che questo codice non viene ancora insegnato nella scuola pubblica.

Cos’è il braille

Il braille è un sistema di scrittura e lettura in rilievo per non vedenti messo a punto dal francese Louis Braille nella prima metà del XIX secolo. Si basa sulla combinazione di sei punti (per l’informatica otto) in rilievo e percepibili al tatto, corrispondenti alle lettere dell’alfabeto, ai segni di interpunzione, ai simboli matematici e alla segnografia musicale.

Braille intuì che quel sistema potesse essere perfetto grazie alla maggiore percezione aptica (cioè la capacità di riconoscere gli oggetti attraverso il tatto) delle persone non vedenti. Infatti, con il suo sistema possono accedere ai testi scritti e quindi apprendere esattamente come chi ha la possibilità di utilizzare gli occhi, ma possono anche scrivere, leggere e comunicare per iscritto. Il braille, inoltre, rende possibile la condizione essenziale di una piena autonomia e di una efficace integrazione nel sistema sociale, scolastico, lavorativo e culturale.

Nonostante sia nato due secoli fa è così versatile e universale da renderlo anche nel 2023 del tutto attuale. Ad oggi infatti ci sono ben 800 dialetti e lingue che utilizzano questo sistema per la comunicazione tra i non vedenti.

Come funziona

Il sistema braille è generato dalle combinazioni di sei puntini (compresi in una casella rettangolare) su due colonne verticali di tre puntini ciascuno. Le combinazioni risultano complessivamente 26, cioè 64, compreso lo spazio vuoto. I 63 segni sono organizzati secondo 5 serie di 10 segni ciascuno, più 13 segni liberi.

  • La prima serie comprende le lettere dalla “a” alla “j”;
  • la seconda si ottiene aggiungendo ai segni della prima il punto 3 (lettere dalla “k” alla “t”);
  • la terza aggiungendo ai segni della prima i punti 3 e 6;
  • la quarta serie si ottiene unendo ai segni della prima serie il punto 6;
  • la quinta serie ripete i segni della prima, trasferiti nella parte inferiore della casella.
  • Le 10 cifre (da 1 a 0) corrispondono alle prime 10 lettere dell’alfabeto.

Per distinguere i numeri, si antepone uno speciale segnanumeri alla prima cifra del numero che si vuole scrivere.

Alcune delle risorse più utilizzate oggi dagli ipovedenti e non vedenti per utilizzare il computer

  • BrailleScreen-reader: si tratta di un programma che “legge” i testi presenti sullo schermo per poi trasferirli a due possibili dispositivi, la sintesi vocale e il display braille.
  • Display o barra Braille: uno strumento, una sorta di barra, che si collega al computer, che nella parte superiore ha una riga di aghi. Questi si alzano e si abbassano secondo la codifica del codice Braille. Normalmente il display riesce a riprodurre in Braille righe di 40 (alcuni dispositivi fino ad 80) caratteri.

 

Ginevra Larosa

Foto © Altra Medicine Magazine, Blog Unisr, HubSpot Blog

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