Israele è in guerra, Netanyahu assume poteri di comando

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Il bilancio dei morti è salito a 600, i feriti a 1500, ma sono tante le persone tenute in ostaggio, anche torturate, tra cui turisti e cittadini europei

È drammatica l’escalation in Medio Oriente, dove Hamas ha dichiarato guerra e messo sotto scacco Israele. Da ieri sera lo Stato ebraico conta centinaia di morti e una presa d’ostaggi senza precedenti. Alle prime luci dell’alba, nel giorno che chiude le festività ebraiche di Sukkot – come accadde 50 anni fa durante lo Yom Kippur – da Gaza sono piovuti 5.000 razzi che hanno seminato distruzione e causato un bilancio per ora provvisorio di 600 vittime e 1.500 feriti. Fra i morti anche 400 palestinesi. Tantissime le persone rapite da Hamas, molti turisti e persone di nazionalità europea. Da Sderot arrivano anche immagini agghiaccianti di corpi di civili riversi nelle strade, visioni tristemente simili a quelle viste nel massacro di Bucha in Ucraina. Scontri tra soldati israeliani e miliziani di Hamas si sono verificati nei kibbutz di frontiera, da Ofakim e Beeri a Nirim e altri.

«Cittadini di Israele, siamo in guerra. Non è solo un’operazione, è proprio una guerra», ha annunciato il premier Benyamin Netanyahu aggiungendo di aver dato ordine all’esercito di richiamare i riservisti e di «rispondere alla guerra con un’irruenza e un’ampiezza che il nemico non ha mai conosciuto finora. Pagheranno un prezzo che non hanno mai dovuto pagare e alla fine vinceremo».

L’aviazione israeliana ha preso a martellare la Striscia con attacchi che hanno provocato almeno 232 morti e oltre 1.700 feriti, centrando postazioni di Hamas e della Jihad. Secondo il portavoce militare, sono state attaccate anche infrastrutture militari di Hamas che erano ospitate dentro due grattacieli nel centro di Gaza. Le Forze di Difesa hanno dichiarato che decine di jet da combattimento stanno effettuando un’ondata di attacchi aerei “intensi” nella Striscia di Gaza. “L’IDF (Israel Defense Forces – Forze di difesa israeliane) sta attaccando obiettivi nelle aree vicine alla recinzione di Beit Hanoun, utilizzate dal gruppo terroristico di Hamas per compiere attacchi contro lo Stato di Israele”, afferma l’esercito in un comunicato.

Il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha affermato che occorre prepararsi all’evacuazione di comunità nel nord di Israele.

Tre fazioni palestinesi hanno ostaggi israeliani

Sono tre le fazioni armate palestinesi di Gaza che tengono in ostaggio civili israeliani, sia morti sia vivi. Lo sostengono fonti locali nella Striscia che citano comunicati delle tre fazioni Hamas, Jihad islamica e Brigate dei Martiri di Al Aqsa. Ognuna di queste – ma soprattutto Hamas – ha in ostaggio civili o militari israeliani tenuti nei tunnel o in case sicure. Fonti israeliane hanno stimato in circa 100 i prigionieri a Gaza.

Hamas grida libertà

Dalla Striscia il capo dell’ala militare di Hamas, Mohammad Deif, ha definito l’operazione “Alluvione al-Aqsa” una risposta alla «profanazione dei luoghi santi» e alle «detenzioni». «Abbiamo avvisato più volte il nemico sionista, ma abbiamo sempre avuto dei rifiuti». Mentre il vice capo di Hamas, Saleh alArouri, ha sostenuto che «questa non è un’operazione mordi e fuggi, abbiamo iniziato una battaglia a tutto campo. Ci aspettiamo che i combattimenti continuino e che il fronte di combattimento si espanda. Abbiamo un obiettivo primario: la nostra libertà e quella dei nostri luoghi santi».

Europa e Usa si uniscono a Israele

Gli Stati Uniti restano impegnati negli sforzi per l’instaurazione di legami diplomatici formali fra Israele e i Paesi arabi nella Regione, inclusa l’Arabia Saudita. «C’è la strada di una maggiore integrazione e maggiore stabilità o c’è la strada del terrore di Hamas», ha affermato il segretario di Stato americano Antony Blinken, sottolineando che una normalizzazione diplomatica non può sostituire una soluzione del conflitto israeliano-palestinese. «Quella» di 50 anni fa «era una guerra convenzionale, questo è stato un attacco terroristico contro i civili, il peggior attacco contro Israele dalla guerra di Yom Kippur. Oggi annunceremo nuovi aiuti a Israele».

Il Governo tedesco intende rivedere gli aiuti ai palestinesi dopo l’attacco di Hamas. Lo ha dichiarato il ministro dello Sviluppo, IsraeleSvenja Schulze, sottolineando che il Governo è sempre stato attento a verificare che i soldi venissero usati solo per fini pacifici, «ma questi attacchi contro Israele segnano una frattura terribile. Ora rivedremo il nostro intero impegno per i territori palestinesi», ha spiegato. Berlino discuterà con Israele come meglio realizzare gli aiuti e si coordinerà con i partner internazionali. Alcuni parlamentari dell’opposizione conservatrice hanno chiesto lo stop ai fondi.

Solidarietà da Bruxelles

«Condanno nel modo più forte possibile l’attacco senza senso condotto contro Israele da Hamas. Questa violenza non è né una soluzione politica né un atto di coraggio: è puro terrorismo». Queste le parole della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen aprendo il suo intervento al campus europeo di Renaissance in corso a Bordeaux.

«Israele ha il diritto di difendersi e l’Unione europea» – ha aggiunto von der Leyen – «sarà al suo fianco nell’affrontare questa ordalia che è solo l’ultima di una lunga serie di sfide che supereremo insieme».

La presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola su X scrive: “Triste telefonata con il presidente d’Israele Isaac Herzog al quale ho ribadito l’orrore per gli attacchi terroristici e la solidarietà dell’Ue per le vittime, gli ostaggi e tutto il popolo israeliano“.

Appoggio dall’Italia

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha avuto oggi una conversazione telefonica con il premier dello Stato d’Israele Benjamin Netanyahu. “Meloni” – si legge in una nota di Palazzo Chigi – “ha ribadito la piena solidarietà del Governo italiano per gli attacchi subiti e la vicinanza ai familiari delle vittime, agli ostaggi e ai feriti. Il Governo lavorerà con i partner internazionali per coordinare il sostegno. L’Italia è al fianco del popolo israeliano in questo difficile momento”.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha osservato che «Egitto, Giordania, Arabia Saudita sono Paesi che giocano un ruolo chiave. Siamo dalla parte di Israele, che ha tutto il diritto di difendersi dopo l’aggressione di Hamas, ma dobbiamo evitare un’escalation. In Israele ci sono 18mila italiani, 1.000 sono nell’esercito del Paese, stanno facendo il servizio di leva. Per adesso non abbiamo notizie di connazionali vittime degli attacchi, continuiamo a monitorare la situazione con attenzione. La nostra ambasciata a Tel Aviv sta seguendo tutti i nostri cittadini, compresi i voli in partenza. Ci sono due compagnie che volano verso l’Italia al momento, alcuni sono già partiti, altri sono ancora lì», ha concluso Tajani.

In Israele «c’è una situazione di guerra. Stamattina anche dal Libano gli Hezbollah hanno sparato contro le postazioni israeliane, non con l’intensità di Gaza ma è un segnale molto chiaro, era un avvertimento e gli israeliani hanno risposto».

Iran sostiene la “legittima difesa”

«L’Iran sostiene la legittima difesa della Nazione palestinese», a dichiararlo il presidente Ebrahim Raisi. «L’Iran sostiene l’autodifesa della Nazione palestinese. Il regime sionista e i suoi sostenitori devono essere ritenuti responsabili di questa vicenda», ha affermato in un messaggio indirizzato alla Nazione palestinese. «I Governi musulmani dovrebbero unirsi alla comunità musulmana nel sostenere la Nazione palestinese», ha aggiunto.

 

Ginevra Larosa

Foto © Al Jazeera, NBC, ABC, BBC

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