Vini d’Italia, 498 premiati con i Tre Bicchieri

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La nuova guida del Gambero Rosso è giunta alla 37ª edizione, nata per raccontare i grandi vini del Belpaese

 

Era il tardo autunno del 1987, anno che seguiva lo scandalo del metanolo scoppiato nel marzo del 1986 che provocò la morte di 23 persone, quando uscì la prima guida “Vini d’Italia 1988. Guida al bere bene per esperti e curiosi. 500 produttori e 1500 vini” del Gambero Rosso e Arcigola. Aveva in Stefano Bonilli il direttore editoriale e in Daniele Cernilli e Carlo Petrini i curatori. La Guida era composta da 348 pagine con 465 aziende esaminate e circa 1500 vini segnalati. 32 erano stati i “Tre Bicchieri”: nessuno assegnato a Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna.

Il Bolaffi dei Vini non usciva più da qualche tempo e si avvertiva l’esigenza di una pubblicazione che informasse i lettori dello stato del vino in Italia. La Guida fu presentata a Palazzo MediciRiccardi di Firenze il 12 dicembre 1987 con successiva cena all’Enoteca Pinchiorri.

La 37° edizione della “Rossa” (così come viene chiamata) “Vini d’Italia 2024” del Gambero Rosso è stata presentata al Teatro Brancaccio, adiacente al Palazzo nobile, dal presidente del Gambero, Paolo Cuccia, e dai curatori Marco Sabellico, Gianni Fabrizio, Giuseppe Carrus. 50mila le etichette degustate dal team del Gambero Rosso: una squadra di 70 degustatori in giro per l’Italia per mesi. Due i Paesi stranieri inclusi – Canton Ticino e Slovenia -; 498  i “Tre Bicchieri”, con il 35% di aziende biologiche o biodinamiche; 56 i vini entro i 15 euro e 12 i premi speciali. È un compleanno importante quello della Guida “Vini d’Italia 2024” che con quest’edizione spegne trentasette candeline. Un salto generazionale dalla prima del 1987 che nasce per raccontare i grandi vini del Belpaese, restituendo in tal modo la credibilità dell’Italia nel Mondo, profondamente scossa dallo scandalo del metanolo del 1986.

Piccole e grandi aziende

Oggi si presenta con una grafica rinnovata e ancora più leggibile, ma una filosofia che resta immutata negli anni: sempre attenta alla valorizzazione delle nuove realtà di qualità, puntuale nel segnalare chi lavora nel rispetto dell’ambiente, le piccole aziende come i grandi marchi di rinomanza internazionale, dai piccoli artigiani della vigna e della cantina alle grandi cooperative.

Da trentasette anni la guida Vini d’Italia racconta e interpreta la storia del vino in Italia: un prodotto editoriale che è cresciuto in questi anni – dai 1.500 vini degustati nel 1988 ai 50.000 di oggi. Anche quest’anno sono due i territori extra frontalieri inclusi: quello del Canton Ticino e della Brda slovena, dove legami storici e culturali millenari rendono queste zone molto vicine alla tradizione vitivinicola italiana. Le degustazioni finali – dove sono stati coinvolti 2.300 vini – hanno condotto all’assegnazione dei “Tre Bicchieri”, il massimo riconoscimento, a 498 vini (rispetto ai 455 nel 2023).

Vini174, pari al 35% del totale, sono i “Tre Bicchieri Verdi“, prodotti da aziende certificate biologiche o biodinamiche (rispetto ai 154 nel 2023): un record assoluto per Vini d’Italia, a conferma di un trend che si alimenta di vendemmia in vendemmia, dalle micro-cantine alle grandi aziende capaci di rilanciare le molteplici sfide della sostenibilità ambientale. Ben 56 i vini premiati reperibili in enoteca entro la fascia dei 15 euro, tra cui 7 etichette addirittura al di sotto dei dieci euro.

12 premi speciali

I migliori vini dell’anno
  • Rosso dell’anno va a una sontuosa edizione del Barolo Vigna Rionda Ester Canale Rosso 2019 della cantina Giovanni Rosso a Serralunga d’Alba (Cuneo). Un vino di spettacolare ricchezza alla quale riesce ad abbinare una straordinaria armonia, ennesima conferma della Langa come uno dei grandissimi terroir dell’enologia mondiale;
  • Bianco dell’anno viene dal Friuli: è il Collio Chardonnay Riserva 2018 di Marko Primosic, che dimostra ancora una volta come i bianchi italiani possano essere affascinanti e longevi;
  • Bollicine dell’anno rimangono appannaggio della Lombardia con l’eccellente Franciacorta Nature 2016 della Gatti, maison storica della denominazione;
  • Rosato dell’anno è il Cerasuolo d’Abruzzo Tauma 2022 di Pettinella. Un Rosato dal tratto artigianale, verace, davvero identitario.
  • Vino da Meditazione dell’anno (che quest’anno non è dolce) è un Marsala Vergine Riserva 2011 della Florio. Sia l’azienda sia la denominazione non hanno bisogno di presentazioni. Un meritato contributo al rilancio di questa storica prestigiosa denominazione;
  • Miglior rapporto qualità prezzo quest’anno è rappresentato dalla Sardegna con il Mandrolisai Rosso Fradiles 2021 della Fradiles di Atzara, che riesce a offrire un rosso memorabile, da vecchie vigne ad alberello con rese bassissime a un prezzo più che accessibile.
La cantina emergente
  • Ceri di Carmignano, nella campagna tra Firenze e Prato, che debutta in Guida con una affascinante versione di Carmignano, la Riserva Arrendevole 2020. Piccola denominazione, ma grandi vini.
La vignaiola dell’anno
  • Marinella Camerani di Corte Sant’Alda a Mezzane di Sotto (VR). Una vita spesa tra le vigne, in armonia con la natura.
Premio per il progetto solidale
  • La marchigiana Velenosi, con l’iniziativa virtuosa che la proprietaria Angela porta avanti da alcuni anni dando un concreto aiuto a un gruppo di ragazzi autistici.
Il premio per la viticoltura sostenibile
  • Terre Margaritelli di Torgiano, uno dei Borghi più belli d’Italia nella provincia di Perugia, che rappresenta un esempio di viticoltura di qualità rispettosa dell’ambiente e dei valori sociali.
Premio speciale per la cooperativa dell’anno
  • Cantina Tramin, sulla Strada del Vino a Bolzano, che da anni interpreta il territorio in maniera magistrale.
 Cantina dell’anno
  • Umani Ronchi di Osimo, nelle Marche. L’azienda della famiglia Bernetti veleggia da anni a livelli di eccellenza; la serie di etichette degustate quest’anno oltre ad essere perfettamente rappresentativa dei terroir in cui opera, ha dimostrato ancora una volta il valore dell’azienda.

 

Enzo Di Giacomo

Foto © Enzo Di Giacomo

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Enzo Di Giacomo
Svolge attività giornalistica da molti anni. Ha lavorato presso Ufficio Stampa Alitalia e si è occupato anche di turismo. Collabora a diverse testate italiane di settore. E’ iscritto al GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica) ed è specializzato in turismo, enogastronomia, cultura, trasporto aereo. E’ stato Consigliere dell’Ordine Giornalisti Lazio e Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Revisore dei Conti Ordine Giornalisti Lazio, Consiglio Disciplina Ordine Giornalisti Lazio

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