Alluvione a Campi Bisenzio: dalla forza dei cittadini all’assenza delle istituzioni

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Alluvione Campi Bisenzio

Molti giovani sono accorsi in aiuto di loro spontanea volontà, senza essere gestiti da alcun ente pubblico

La Città di Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, nella notte tra il 2 e il 3 novembre 2023, è stata travolta da una violenta pioggia che ha colpito duramente causando l’esondazione del fiume Bisenzio e la rottura degli argini di due suoi affluenti, la Marina e il Fosso Reale, inondando la Città. Durante quella notte centinaia di famiglie si sono rifugiate sui tetti delle loro case per sfuggire all’avanzare dell’acqua. All’alba del 3 novembre gli elicotteri della protezione civile hanno soccorso coloro che si erano rifugiati sui tetti.

Vite stravolte

Molte persone hanno perso le loro case e molti dei loro averi, ciò ha causato danni strutturali e affettivi ai colpiti dall’alluvione. Altre famiglie, pur non essendo colpite in prima persona, hanno visto la propria Città sommersa nell’acqua fangosa del fiume, che in diversi punti ha raggiunto anche un metro e mezzo di altezza, e in alcune zone sono rimaste senza corrente elettrica per più giorni.

Tanti abitanti hanno perso le loro case e le loro macchine e hanno visto la Città mutare Alluvione Campi Bisenzioaspetto da un giorno all’altro. Nelle zone più colpite, dove l’acqua è arrivata in grande quantità, le case a pian terreno, nel corso della nottata, sono state inondate. Alcuni proprietari hanno provato a limitare l’infiltrazione con metodi artigianali, altri ospitati dai vicini dei piani superiori. Un gesto di grande solidarietà.

Ma in alcune zone l’acqua è stata così alta da causare danni irreparabili. Un esempio sono le abitazioni vicine ai punti di rottura, dove l’onda è stata così forte da staccare le cucine dalle pareti. Nei punti più bassi della Città, l’acqua è stata stagnante per più giorni, come in via delle Betulle dove, a causa dei lavori per la nuova Coop, il terreno si è alzato di circa due metri e ne ha impedito la rimozione per tre giorni.

Solidarietà

Nonostante la tragicità della situazione i cittadini hanno reagito positivamente, anche grazie agli immediati soccorsi dei volontari. Sono rimasti colpiti dalla grande quantità di aiuto che hanno ricevuto e che continuano a ricevere e sono liete della solidarietà mostrata pure tra i concittadini. Anche i piccoli gesti hanno commosso in una situazione come questa, come l’offerta di un pasto caldo o un posto in cui dormire, ma anche una lavatrice per i vestiti sporcati dal fango.

Una situazione tragica che ha colpito anche le zone non travolte dall’alluvione, perché le persone hanno visto la loro Città stravolta e irriconoscibile a causa degli oggetti accumulati fuori dalle case che impediscono la viabilità delle strade. Non sono semplici oggetti a invadere le vie, ma la vita delle persone, da intere cucine e camere da letto a semplici mobili o vestiti, attrezzi da lavoro o giocattoli ricoperti di fango, un’immagine che fa emergere la tragicità di questa catastrofe.

Anche i gesti più piccoli hanno valore

Molti giovani sono accorsi in aiuto di loro spontanea volontà, senza essere gestiti da alcun ente pubblico se non dalla Misericordia e la Fratellanza popolare. Il loro aiuto ha avuto un effetto positivo pratico e psicologico. Nei primi giorni, i volontari hanno istituito punti di raccolta per beni di prima necessità, come l’acqua, dal comune stesso e dalle scuole situate nelle zone non inondate. Nel Municipio erano organizzate delle squadre per distribuire i beni raccolti nelle zone più colpite, raggiunte utilizzando, oltre ai mezzi della protezione civile, canotti da mare o canoe.

Inoltre, i cittadini e i volontari si sono impegnati ad aiutare a rimuovere l’acqua da case, garage, cantine e taverne, luoghi in cui l’inondazione ha raggiunto anche i tre metri, e hanno aiutato i proprietari a rimuovere mobili e oggetti dalle loro abitazioni, oltre che il fango dalle strade che ha intasato e continua a intasare la circolazione dei mezzi di trasporto.

Anche i social hanno fatto la differenza

Per l’organizzazione di abitanti e volontari, è stato molto importante l’utilizzo dei social per avvisare di aperture di nuovi punti di raccolta, dentro e fuori dalla Città, e l’elenco di aiuti e beni di cui c’era necessità. La divulgazione dei messaggi ha attirato molte persone volenterose di dare una mano. Gli aiuti sono arrivati anche dalle altre Regioni, come Calabria, Basilicata e Lombardia, che hanno portato macchinari adeguati alla rimozione dell’acqua dalle strade e dai seminterrati.

Istituzioni? Dove sono?

Gli abitanti si sono sentiti abbandonati dalle Istituzioni, che descrivono la situazione delle zone che hanno sofferto l’alluvione come risolta “grazie allo Stato”. Se non fosse stato per i volontari, che sono venuti spontaneamente, e per gli abitanti che hanno preso in mano la situazione senza essere gestiti da nessuno, la questione non sarebbe migliorata in così poco tempo. Infatti, si sono visti pochi mezzi della protezione civile e dei vigili del fuoco che si sono limitati a monitorare e poche volte a offrire un vero aiuto. L’esercito avrebbe velocizzato le operazioni di rimozione dell’acqua da strade case e seminterrati, se solo si fosse presentato. I cittadini dichiarano di aver visto qualche camion della Forza armata solo il sesto giorno dopo l’accaduto, per la rimozione di alcuni oggetti ingombranti dalle strade.

Questo evento ha confermato la grande disorganizzazione da parte delle Istituzioni a situazioni simili ed è vista con grande delusione da parte di tutti i cittadini della Regione Toscana. Eventi come questo segnano la storia, nel male e nel bene.

Forse poteva andare in modo diverso

Campi Bisenzio è sempre stata una zona a rischio inondazioni, infatti era già stata colpita da un’alluvione nel 1991, ma chi l’ha vissuta ha dichiarato che non è stata devastante come questa. 22 anni fa l’acqua ha rotto in punti differenti, ma è stato più semplice rimuoverla anche se aveva raggiunto il metro e mezzo. L’argine, se così si vuol chiamare, che ha rotto nell’affluente Marina, non era altro che un muro in cemento costruito centinaia di anni prima, mai mantenuto che, ovviamente, non ha retto la grande forza e quantità di acqua che è piovuta nella notte del 2 novembre. Essendo una zona altamente a rischio, sarebbe opportuno da parte della Regione istituire un piano rischi per queste situazioni e mettere in sicurezza, in modo adeguato, il territorio segnato ben due volte dalle alluvioni.

È una Città già pronta a rialzarsi e ricominciare nonostante la quantità di roba che è accumulata ai bordi delle strade e gli abitanti, nonostante la devastazione del territorio, hanno dimostrato tanta solidarietà e tanta volontà di rimettere insieme i detriti e ripartire con più forza di prima.

 

Alessia Madeo, abitante di Campi Bisenzio

Foto © Alessia Madeo, Piana notizie

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