Partenone, litigio tra Regno Unito e Grecia: Hislop si schiera

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Hislop

L’autrice britannica con cittadinanza greca, che ha venduto due milioni di copie nel Mondo, spiega il perché della sua posizione

Victoria Hislop, autrice del bestseller “The Island”, numero uno nelle classifiche di vendita inglesi per otto settimane consecutive, con oltre due milioni di copie comprate nel Mondo (tradotto in oltre venti Paesi, ottenendo diversi riconoscimenti letterari) ha condiviso alcune riflessioni sul tema del gelo tra le due capitali europee per le sculture del Partenone attualmente nel Regno Unito, in un lungo testo.

 

La mattina dopo l’incidente con la cancellazione dell’incontro programmato tra i primi ministri greco e britannico, un portavoce di Rishi Sunak ha dichiarato che il Governo greco aveva assicurato che non avrebbe utilizzato la visita [di Kyriakos Mitsotakis] per sollevare questioni risolte da tempo riguardanti la proprietà dei Marmi del Partenone.

L’autrice britannica con cittadinanza greca ha scritto: «Non sapevo che la proprietà dei Marmi fosse un problema risolto. Da quando? Il dibattito è apertissimo, con argomenti più forti che mai. La ricerca mostra che una percentuale crescente dell’opinione pubblica britannica crede che i marmi del Partenone al British Museum dovrebbero essere riuniti con le sculture del Museo dell’Acropoli. Mentre ci sono voci crescenti che parlano di altri manufatti e tesori culturali ospitati nel British Museum che dovrebbero essere restituiti poiché il Regno Unito li ha ottenuti al tempo dell’impero. Tuttavia, quando si tratta dei marmi del Partenone, c’è un motivo ancora più importante. E lo dirò senza mezzi termini: è il prodotto di un furto palese».

Le parole dell’autrice britannica con cittadinanza greca

«Ho il sospetto che Sunak, come molti politici britannici, non abbia letto a fondo cosa accadde realmente nel 19° secolo, quando Elgin fece estrarre illegalmente e con la forza da un equipaggio questi tesori straordinariamente belli dal Partenone. In particolare, potrebbe non sapere (non voglio accusare ingiustamente) che Elgin non aveva ottenuto il permesso dalle autorità ottomane. Tutto ciò che aveva era una lettera che gli permetteva di procurarsi delle copie delle sculture per poterle riprodurre. Non gli permisero di rimuovere gli originali. Un altro indizio (non congettura, ma fatto) è che Elgin li prese con l’intenzione di usarli per decorare la sua villa in Scozia».

«L’unico motivo per cui finirono al British Museum (dove le strofinarono con lana ruvida per “pulirle” causando danni) fu che Elgin andò in bancarotta quando le sculture raggiunsero le coste inglesi e fu costretto a venderle. Quindi sì, il Governo britannico ha pagato per ottenerle, ma ha comprato merce rubata. Il British Museum non fa nulla per sfatare il mito secondo cui Elgin avrebbe “salvato” le sculture dall’Impero Ottomano, dove il loro valore e la loro bellezza potrebbero non essere stati rispettati. E hanno l’audacia di parlare di un “prestito” alla Grecia. Questa è condiscendenza che non può essere espressa a parole».

L’accusa a uno dei più grandi e importanti musei della storia

«Il British Museum ha insito dentro di sè uno scandalo: nessuno è stato arrestato finora per aver sistematicamente rubato oggetti dalle sue collezioni. Non c’è alcuna spiegazione sul perché abbiano ignorato le informazioni che sono state loro offerte, per più di due anni. Non hanno ancora nominato un nuovo direttore permanente. Immagino che molte cose stiano accadendo a porte chiuse, ma niente di tutto questo è reso noto al pubblico, anche se la fondazione riceve finanziamenti statali. Quanto bene si prendono cura dei manufatti (il 99% dei quali sono custoditi in magazzini a noi “invisibili”)?»

«Quindi, se quell’incontro è stato annullato perché Sunak si è sentito offeso per qualche motivo dai commenti di Mitsotakis sui Marmi nell’intervista domenicale di quest’ultimo con la giornalista della BBC Laura Kunsberg, allora la sua reazione non è in linea con il suo ufficio. Una delle competenze fondamentali di un politico è quella di discutere, scambiare opinioni, discutere, riconciliare le differenze. Quindi, se Sunak aveva paura di farlo, penso che abbia danneggiato la sua reputazione.Hislop Già non sta andando bene nei sondaggi, quindi questo episodio non lo aiuterà. Se lo hanno cancellato perché Mitsotakis aveva già parlato con Keir Starmer, il leader del Partito Laburista, è la prova della sua incapacità di scegliere buoni consiglieri. La sua decisione è stata scortese, irrispettosa e un errore diplomatico».

La Grecia si è sentita offesa da questa azione

«Dopo la Brexit, la Gran Bretagna ha perso diversi amici in Europa. Perché Sunak ha deciso di alienarsi un Paese che è uno degli amici più antichi e preziosi del Regno Unito? Sono davvero confusa», conclude Victoria Hislop nel suo saggio. Il suo primo romanzo, “L’isola”, è un bestseller internazionale. Selezionato per il Richard and Judy Summer Read, ha vinto il premio “Newcomer of the Year” ai Galaxy British Book Awards 2007.

Desiderosa di preservare l’integrità del libro e di restituire qualcosa all’isola mediterranea su cui si basa, Hislop non ha scelto Hollywood ma Mega, l’emittente greca, che ha adattato “The Island” con un dramma in 26 parti, trasmesso nel 2010-2011, diventando la serie televisiva di maggior successo mai andata in onda in Grecia. Da allora la serie è stata venduta per la syndication (circuito di emittenti televisive e/o radiofoniche consorziate tra loro con gli obiettivi della produzione in comune dei programmi e la raccolta pubblicitaria su base nazionale, ndr) in Turchia e Croazia.

 

George Labrinopoulos

Foto © Sito Archeologico, Balkan Insight, Ufficio del primo ministro greco

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George Labrinopoulos
Sono quasi 52 anni che vivo in Italia, originario di Vitina, nel Peloponneso, Sono nato a Vrilissia, 13 km dal centro di Atene, dove ho vissuto i primi 20 anni della mia vita, finché non sono arrivato a Roma dove ho lavorato come corrispondente per la Grecia e a una Agenzia Onu. Ho cominciato a lavorare in Italia nel '78, come secondo corrispondente di un importante giornale greco. Nel 1980 sono entrato nella stampa estera in Italia, della quale tuttora sono membro effettivo e per la quale negli anni Ottanta ho ricoperto per tre volte la carica di consigliere nel direttivo dell'associazione. Nell'arco di questi anni ho lavorato per vari quotidiani greci, oltre che per un'emittente radiofonica, Da Roma riuscii a portare tra il 1984, fino gli anni Novanta, politici del calibro di Pertini e Cossiga, i primi ministri Andreotti e Craxi, il Papa Giovanni Paolo II, Prodi, e altri uomini politici che attraverso il loro operato scrivevano la storia dell'Italia in quegli anni, poi messi in un libro "L'Italia dei giganti", due anni fa. Sono arrivato in Italia nel 1972, iscritto all'Università per Stranieri in Perugia per imparare la lingua italiana. Sono stato iscritto all'Università di Roma nella facoltà di Lettere e Filosofia indirizzo lingue straniere (inglese). Durante le lezioni il mio professore all'epoca Agostino Lombardo, ci insegnava analisi di testo e di poesia, e gia mi è arrivata la voglia di cominciare di fare il mestiere che dovevo fare nella mia vita. Giornalista...vorrei ricordare che negli anni '70 non c'erano scuole di giornalismo, e il mio mestiere l'ho imparato facendo la gavetta dopo l'Università, ero andato ad Atene e facevo praticantato a un giornale ellenico...erano gli anni del sequestro Moro, e un'agenzia ellenica chiedeva un secondo per l'Italia, e cosi sono tornato come professionista giornalista a Roma

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