Addio a Delors, padre dell’Unione europea moderna

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Delors

Presidente della Commissione Ue per tre mandati consecutivi, al vertice delle Istituzioni comunitarie per dieci lunghi anni, è venuto a mancare a 98

 

Jaques Delors rimase a capo della Commissione europea in anni cruciali, dal 1985 al 1995, svolgendo ben tre mandati consecutivi (l’unico finora) durante i quali l’Ue fece dei veri passi in avanti: durante la sua presidenza fu istituito il mercato unico, riformata la politica agricola comune. Furono firmati l’Atto unico europeo, gli accordi di Schengen e soprattutto il Trattato di Maastricht, che istituì l’Unione europea, mettendo in cantiere l’unione economica e monetaria che porterà alla creazione dell’Euro. La sua attività politica trae ispirazione dal sindacalismo intriso di cattolicesimo sociale, per poi approdare al Partito socialista. Non solo, la bandiera dell’Ue fu issata ufficialmente davanti agli edifici della Commissione Ue il 29 maggio del 1986 sotto la sua presidenza.

La politica e la famiglia

Fondatore del gruppo di discussione e della rivista Citoyens 60, Delors collaborò anche con riviste di estrema sinistra in un percorso intellettuale che lo portò dal gollismo sociale del primo ministro Jacques Chaban-Delmas fino al socialismo di François Mitterrand. Alla fine riassunse il suo pensiero in una frase: «Sono un socialdemocratico». Nel 1994 deluse le speranze della sinistra francese rifiutando di candidarsi alle presidenziali del 1995 nonostante fosse il grande favorito nei sondaggi: una rinuncia spettacolare annunciata in tv davanti a 13 milioni di spettatori, per l’ex ministro dell’Economia francese tra il 1981 e il 1984 sotto la presidenza di François Mitterrand.

Sposato nel 1948 con una collega che condivideva le sue convinzioni sindacali e religiose, Marie Lephaille, poi morta nel 2020, Jacques Delors ebbe due figli: Martine Aubry, nata nel 1950, e JeanPaul, nato nel 1953 e morto di leucemia nel 1982. Ad annunciare la morte del papà è stata proprio la figlia, sindaca socialista di Lille, precisando che si è spento «nella sua casa di Parigi, nel sonno».

Nel marzo del 2020 Delors era tornato nuovamente alla ribalta invitando i capi di Stato e di Governo dell’Unione europea a una maggiore solidarietà a livello globale, in un momento cruciale per i neo Ventisette (da poco era uscito il Regno Unito per la Brexit, ndr) che si trovavano alle prese con la ricerca di una risposta comune di fronte alla pandemia di Covid-19. Con i suoi think-tank, “Club testimone” o “Notre Europe” (divenuto poi “Istituto Jacques-Delors” con sedi a Parigi, Bruxelles e Berlino), ha perorato un rafforzamento del federalismo europeo, reclamando più “audacia” di fronte alla possibile uscita di altri Stati dall’Ue e agli attacchi dei populisti.

Von der Leyen: «Ha reso la nostra Europa più forte»

«Jacques Delors è stato un visionario che ha reso la nostra Europa più forte. L’obiettivo della sua vita» è stato quello di «una Unione europea unita, dinamica e prospera. Ha plasmato intere generazioni di europei, compresa la mia. Onoriamo la sua eredità rinnovando costantemente la nostra Europa». Lo scrive su X (ex Twitter) la presidente dell’attuale Commissione Ue Ursula von der Leyen.

Macron: «Artigiano inesauribile dell’Ue». Metsola: «Un gigante»

«Uomo di Stato del destino francese. Artigiano inesauribile della nostra Europa. Combattente per la giustizia umana. Jacques Delors era tutto questo. Il suo impegno, i suoi ideali e la sua rettitudine ci ispireranno sempre. Saluto il suo lavoro e la sua memoria e condivido il dolore dei suoi cari», ha scritto su X il presidente francese Emmanuel Macron pubblicando una foto dell’ex capo della Commissione Ue.

«Con la morte di Jacques Delors, l’Ue perde un gigante. Ultimo cittadino onorario d’Europa, ha lavorato instancabilmente, come presidente della Commissione e membro del Parlamento europeo, per un’Europa unita», è il commento della presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola. «Generazioni di europei continueranno a beneficiare della sua eredità», aggiunge.

Mattarella: «Modello di europeismo sensibile a valori essenziali come la solidarietà»

«Con la scomparsa di Jacques Delors l’Europa tutta perde uno dei principali artefici degli storici progressi compiuti alla fine dello scorso secolo dal processo di integrazione europea, culminati con la firma del Trattato di Maastricht e la nascita della moneta unica», scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio di cordoglio inviato al capo dello Stato francese Emmanuel Macron.

«Figura eminente della vita politica francese, in qualità di presidente della Commissione europea Jacques Delors ha rappresentato un modello di europeismo sensibile a valori essenziali come la solidarietà, capace di portare avanti con razionalità e con passione grandi progetti che potessero unire e far progredire la costruzione comunitaria».

Draghi: «Sua visione e pragmatismo ci guidino in sfide che abbiamo davanti»

Delors«Delors ha mostrato a generazioni di europei come si possano combinare idealismo e concretezza per costruire un’Europa più forte, più prospera, più giusta. Questo metodo, fatto di visione e pragmatismo, deve continuare a guidarci nelle sfide sempre più complesse che abbiamo davanti». Così l’ex premier ed ex presidente della Bce, Mario Draghi, commenta con una nota all’agenzia Adnkronos, la scomparsa dell’economista francese Jaques Delors.

«Con la scomparsa di Jacques Delors l’Europa ha perso un vero statista. I suoi successi sono stati numerosi, tra cui la guida alla creazione del mercato unico europeo e il percorso che ha tracciato verso la nostra moneta unica, l’euro. Riposa in pace». Ad affermarlo è la presidente della Bce, Christine Lagarde ricordando l’ex presidente della Commissione Ue.

 

Ginevra Larosa

Foto © LFM, Ville de Lille, InsideOver, FIRSTonline

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