Imprenditoria ed empowerment femminile

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La strada verso la parità è ancora in salita per le donne imprenditrici ma dall’Europa arrivano segnali incoraggianti

 

Mentre la media globale delle start-up al femminile sfiora il 5% e negli Usa arriva a un 5,8%, in Europa ci si attesta ancora al 3,8% di tutte le exit per le società fondate dopo il 2000. Proprio per questo la Commissione europea ha sensibilmente incrementato strumenti e iniziative a supporto del “fare impresa” donna. Si va dalla piattaforma WEgate, che aggrega i vari progetti a favore dell’imprenditoria femminile, fornendo tutte le indicazioni pratiche per avviare, finanziare e gestire un’attività, all’Enterprise Europe Network (EEN), gruppo Facebook che raduna 21 organizzazioni partner di 14 Paesi e permette alle imprenditrici di diversi settori di accedere non solo ai fondi Ue, ma anche a collaborazioni commerciali.

La volontà di ampliare le opportunità imprenditoriali per le donne e di sostenerle concretamente non manca. In Italia positive novità arrivano dal ministero dello Sviluppo economico (Mise), che rafforza il nuovo Fondo per l’imprenditorialità femminile (già dotato di 40 milioni di euro) e, integrando negli investimenti anche 400 milioni inclusi nel Pnrr, mette in campo ulteriori iniziative a supporto di progetti a significativo contenuto tecnologico e innovativo.

I vantaggi dell’e-commerce

Sembrano essere proprio innovazione e digitale a spingere le aziende al femminile, con un numero di imprese donna attive nel settore dell’e-commerce pari al 26,8% del totale: il canale online ha aperto nuovi scenari in cui è possibile inserirsi con una propria idea di business e in cui le barriere di genere sono facilmente superate, perché l’e-commerce è un grande alleato per il “fare impresa” anche in ambiti considerati prettamente maschili, in cui le donne possono mettere facilmente in pratica strategie di successo, puntando su innovazione e semplificazione per offrire un’impeccabile esperienza di acquisto.

Questo concetto è stato al centro del seminario di presentazione di un piano europeo di cui è capofila un ateneo italiano: «Con il progetto eCommerce4Women, finanziato dall’Unione europea nell’ambito del programma Erasmus+, Uninettuno dimostra un impegno tangibile nell’utilizzo delle tecnologie per favorire l’uguaglianza di genere e contribuire a una società più inclusiva. Il progetto svilupperà un corso di formazione online sull’e-commerce, fornendo alle donne le competenze necessarie per avviare imprese digitali di successo», spiega Dario Assante, referente del progetto.

Formazione digitale

Lo sa bene Lucia De Grimani, presidente Cna Impresa Donna di Roma, che si batte da anni in un settore, quello dell’imprenditoria, a forte trazione maschile: «In un’era dominata dalla tecnologia, la conoscenza digitale non è più un’opzione, ma una competenza essenziale. Per le donne, questo significa avere accesso a un’ampia gamma di opportunità di carriera, specialmente in settori tradizionalmente dominati dagli uomini. Investire quindi nella formazione digitale delle donne non è solo un passo verso l’empowerment femminile ma anche un contributo fondamentale al progresso della società nel suo insieme».

«Sebbene le imprese femminili abbiano una maggior presenza tra gli e-commerce italiani rispetto ad altre attività imprenditoriali, tra le start up le imprese a prevalenza femminile sono cresciute molto poco dal 2021 al 2023, passando dal 13,17% al 13,71, nonostante la presenza di molte opportunità di finanziamento e di obiettivi specifici del Pnrr. Pertanto sono particolarmente utili iniziative con corsi dedicati e gratuiti alle neo-imprenditrici per incrementare notevolmente il tasso di crescita delle imprese a prevalenza femminile. Altrimenti, a questo lento tasso di sviluppo, ci vorranno 40 anni per raggiungere gli obiettivi prefissi dalla Comunità europea», afferma Fabrizio Barbarossa, esperto di digital marketing.

Un modello

Un bell’esempio per tutte le aspiranti imprenditrici è di certo Maria Amata Garito, docente di Psicotecnologie e Rettore dell’Università telematica internazionale Uninettuno, empowerment femminileun’imprenditrice della cultura e dell’empowerment al femminile: «Se consideriamo come obiettivo fondamentale della formazione quello di permettere la completa realizzazione della persona e il pieno sviluppo delle sue potenzialità, viene da sé che l’insegnamento dovrebbe essere orientato ad attivare il senso di empowerment di ogni singola allieva, non solo di chi vuol fare impresa. La formazione, in particolare, consente alle future leader di svolgere più efficientemente il proprio lavoro e può fornire abilità interpersonali da adoperare e tramandare al proprio team. Con questi corsi, Uninettuno vuole incrementare il self-empowerment di ciascuna discente e spronare tutte a rapporti sinergici tra loro. Lo scopo è quello di trasformare il successo individuale in collettivo, corale: quello di un intero genere».

 

Eleonora De Nardis

Foto © WU

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Sociologa delle relazioni internazionali, giornalista professionista, scrittrice, attivista per i diritti civili e le pari opportunità. Mi occupo di linguaggio, donne, politiche migratorie, bias e gender. Scrivo su varie testate tematiche e lavoro come ufficio stampa free lance. Vivo a Roma con i miei tre figli.

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