Rispunta il nome di Mario Draghi come candidato a capo del Consiglio europeo

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Mario Draghi

L’annuncio di Charles Michel di dimettersi anticipatamente dal suo incarico ha accelerato le trattative per la sua successione

L’annuncio dell’attuale capo del Consiglio europeo Charles Michel di dimettersi anticipatamente dal suo incarico ha accelerato le trattative per la sua successione. L’ipotesi Mario Draghi potrebbe essere quella giusta

 

La decisione di candidarsi alle prossime elezioni del Parlamento europeo ha spinto Charles Michel a voler terminare prima il suo mandato. Questo, e il voler evitare cariche a interim, ha acceso in anticipo la trattativa per la successione. L’Ungheria sarà presidente di turno nel semestre luglio-dicembre, mentre il nuovo Parlamento sarà in carica da meta luglio, quindi, senza una nomina precedente, Viktor Orbàn potrebbe guidare a interim anche il Consiglio europeo.

L’ipotesi Mario Draghi

Per escludere l’ipotesi Orbàn, il nuovo nominato potrà entrare pienamente in carica il giorno stesso delle dimissioni di Michel per i due anni e mezzo, rinnovabili, di mandato. A menzionare Mario Draghi tra i possibili candidati alla successione è il Financial Time citando fonti diplomatiche di Bruxelles. A ostacolarne il nome, che sembra essere sostenuto anche dal presidente francese Emmanuel Macron, potrebbe essere la sua dimensione poco politica dato che non appartiene, ufficialmente, a nessun partito. All’ex presidente della Banca centrale europea viene attribuito da più parti il merito di aver salvato l’euro dalla crisi. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen gli ha affidato la stesura di un rapporto sulla competitività industriale che dovrebbe essere presentato dopo le elezioni.

Gli altri competitori nel gruppo europeo socialisti e democratici

Draghi, rispetto ad altri competitori, non fa parte di nessuno dei grandi partiti politici europei e questo è un fattore non trascurabile. Lo stesso Financial Times cita tra gli altri possibili candidati anche i premier di Spagna e Danimarca, Pedro Sanchez e Mette Frederiksen, che rispetto a Draghi avrebbero invece il sostegno politico dei socialisti. Valutato anche il nome di Antonio Costa, il premier dimissionario del Portogallo del “Sud” Europa, dopo due belgi e un polacco alla guida del Consiglio, ma in questo momento la sua posizione è debole a causa dell’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto alcune persone del suo staff.

Le posizioni della politica italiana

A quanto si apprende da fonti italiane, il Governo Meloni sarebbe pronto a sostenere Draghi per via “dell’ottimo rapporto personale” tra i due. Sembrerebbe invece diverso il parere di altri esponenti della sinistra come l’attuale commissario europeo per l’economia, Paolo Gentiloni, o l’ex premier Enrico Letta. Un altro liberale italiano al Parlamento europeo, Nicola Danti, appoggia la scelta proposta da Macron e dichiara: «Avere Draghi come presidente del Consiglio europeo rafforzerebbe la credibilità del nostro Continente e ci consentirebbe di giocare un ruolo di primo piano sullo scacchiere globale. Speriamo che Meloni ne capisca l’importanza strategica e non gli metta i bastoni tra le ruote». Per l’eurodeputato di Forza Italia Salvatore De Meo è invece «inopportuno discutere in questo momento di incarichi e leadership relativi alle istituzioni europee».

Chi è Mario Draghi?

Nato a Roma il 3 settembre del 1947, a 15 anni è rimasto orfano di entrambi i genitori: sarà una zia a prendersi cura di lui e dei suoi fratelli. Ha frequentato il liceo gesuita Massimiliano Massimo dell’Eur come buona parte della futura classe dirigente italiana. Dopo la maturità si è laureato in Economia all’Università La Sapienza di Roma con il professor Federico Caffè. Poi il trasferimento negli Stati Uniti e la specializzazione al MIT di Boston, con un dottorato coordinato da due premi Nobel, Franco Modigliani e Robert Solow.

Ha insegnato nelle Università di Trento, Padova, Venezia e Firenze, dove è stato professore ordinario di Economia e politica monetaria. Dopo un biennio in una banca d’affari, la Goldman Sachs International, ha ricoperto la carica di governatore della Banca d’Italia. Dal 2011 al 2019 è stato governatore della Banca centrale europea (Bce) e dal febbraio 2021 all’ottobre 2022 presidente del Consiglio dei ministri.

La riunione sul Britannia e le privatizzazioni

Molto si è parlato della riunione sul panfilo Britannia svoltasi nel 1992, al largo delle coste di Civitavecchia, mentre Draghi ricopriva la carica di direttore generale del Tesoro. I dirigenti delle più grandi banche, e società finanziarie anglo-americane e i manager delle principali aziende di Stato davano il via al periodo delle privatizzazioni. A bordo dello yacht di proprietà della corona inglese, figuravano rappresentanti della Barclays de Zoete Wedd, esponenti della Barings Bank, dirigenti della S.G. Warburg, dirigenti dell’Eni, dell’Agip, dell’Iri, dell’Ambroveneto e della Banca commerciale italiana. Inoltre, Goldman Sachs, Salomon Brothers e Merrill Lynch. In occasione di questo incontro il processo delle privatizzazioni italiane venne enormemente facilitato, e il costo delle aziende di Stato drasticamente abbassato, a causa della speculazione internazionale a ribasso contro la lira.

Il golpe bianco del 2011

Nell’agosto 2011 Draghi, ha fatto pervenire al Governo Berlusconi una lettera nella quale, sotto forma di consigli, vengono dati degli indirizzi di politica economica. In aggiunta, era chiesto al Governo italiano, di rispettare gli impegni per ottenere “condizioni di bilancio sostenibili e per le riforme strutturali”, di realizzare una “piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali attraverso privatizzazioni su larga scala”, oltre a “riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d’impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende”.

“Il Governo”, continuava la lettera, “ha l’esigenza di assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche”, il che si traduce nel raggiungimento dell’obiettivo “un bilancio in pareggio nel 2013, principalmente attraverso tagli di spesa”. E ancora: “è possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità così ottenendo dei risparmi già nel 2012 e, se necessario, riducendo gli stipendi”.

“Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio”. La modifica dell’articolo 81 della Costituzione fu attuata a opera del successivo Governo Monti dopo le dimissioni di Berlusconi nel novembre del 2011.

Pragmatico o incarnazione del neoliberismo?

Draghi è un fine politico, italiano ed europeo, o l’incarnazione del neoliberismo più sfrenato? La sua nomina a nuovo presidente del Consiglio europeo dipende molto dalla percezione di queste due immagini estreme. Tuttavia, come sempre, è un errore ricorrere a etichette preconfezionate. Draghi ha più volte dimostrato di essere un pragmatico e capace di governare navi in tempesta con nervi saldi. Ha anche confermato di appartenere a lobby internazionali neoliberiste che hanno operato con spregiudicatezza.

Forse però per capire più profondamente la sua personalità bisogna riferirsi alla sua vita personale. In una intervista rilasciata nel 2015 a Die Zeit parlava della prematura scomparsa dei suoi genitori quando aveva solo 15 anni. Emerge in questo episodio l’essere costretto a diventare adulto precocemente. A dover pagare le bollette e gestire le faccende di chi non riesce a farlo. Forse da questo possiamo riuscire a comprendere e apprezzare una indubbia risorsa nazionale.

 

Nicola Sparvieri

Foto © Ansa, Malpensa24, Il Post, Domani

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Laureato in Fisica, si è occupato di superconduttività e spazio. Ha insegnato Fisica Generale alla Sapienza ed è membro dell'Accademia Internazionale di Astronautica. Giornalista pubblicista, è titolare di un blog. Scrive di scienza, società, ambiente e sostenibilità. Cofondatore di RISE, associazione noprofit che promuove la nascita di startup sostenibili. Ama i suoi nove figli e i numerosi nipoti il cui numero è destinato ad aumentare.

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