Nel Mondo esistono più di quaranta reattori modulari in fase di progettazione o costruzione, e qualcuno è già operativo
Gli SMR (Small Modular Reactors) sono reattori pensati per essere modulari e prodotti industrialmente in serie. La loro potenza di esercizio è prevista essere fino a 300 Mega Watt, a differenza delle attuali centrali di ultima generazione che sono in grado di raggiungere i 1500 Mega Watt. Questi reattori utilizzano il processo di fissione nucleare di atomi pesanti, come l’Uranio-238, per produrre energia elettrica. È importante ricordare che gli impianti a fissione nucleare non producono direttamente CO2. Il combustibile utilizzato negli SMR può durare fino a 25 anni, mentre deve essere cambiato o rigenerato ogni 3-7 anni nelle centrali normali. Inoltre, non essendoci interruzioni per introdurre il nuovo combustibile, ci sono minor problemi di sicurezza e costi.
Utilizzo flessibile e vantaggi tecnologici
I reattori modulari vengono costruiti e assemblati in fabbrica, e poi installati nei siti prescelti: un unico design può quindi essere usato per tanti reattori, riducendo i costi e il tempo di costruzione. Possono dunque essere impiegati in aree remote con capacità di rete limitata o in aree in cui l’uso di grandi centrali nucleari tradizionali non è possibile. Questi impianti possono essere installati anche sottoterra, riducendo il rischio in caso di attacchi terroristici o disastri naturali. Gli SMR possono essere impiegati anche vicino a impianti già in operazione per bilanciare la potenza richiesta e quella generata da fonti rinnovabili intermittenti, come solare ed eolico.
La gestione dei malfunzionamenti
Sono quindi una fonte molto flessibile e affidabile, ideale per produrre sia energia elettrica che, a seconda delle esigenze. I sistemi di sicurezza sono passivi, ovvero non necessitano di un intervento umano in caso di malfunzionamento, grazie ad esempio a circuiti chiusi di raffreddamento funzionanti a convenzione naturale e gravità. L’impianto si spegne da solo in caso di problemi. Rispetto agli impianti a fissione tradizionali, le zone limitrofe sono più sicure e questi non hanno bisogno di un apporto di acqua esterno per il raffreddamento.
Gli SMR attualmente esistenti
Nel Mondo esistono più di quaranta reattori modulari in fase di progettazione o costruzione, e qualcuno è già operativo. Fra gli SMR nella fase di design c’è l’impianto francese Flexblue, e alcune aziende, come l’americana NuScale, ne hanno ottenuto la licenza. A ottobre 2022 è entrato in funzione un impianto in Russia, chiamato Akademik Lomonosov: si tratta di un sistema flottante in acqua di 70 Mega Watt. Un ultimo esempio riguarda la Cina. Sta costruendo l’impianto ACP100 che diventerà operativo nel 2026 e produrrà circa 125 Mega Watt.
L’interesse degli Stati europei
Gli SMR sono di recente tornati al centro del dibattito politico in Ue nel pieno della crisi energetica con la Russia e nel tentativo di diversificare le fonti di approvvigionamento. Da qui al 2050 l’Unione europea stima di dover investire tra 350 e 450 miliardi di euro in nuova capacità nucleare per sostituire le unità dismesse e mantenere più o meno la stessa capacità di produzione di oggi. Un rinnovato interesse da parte di molti Stati membri, compresa l’Italia, che si sta affermando in particolare dall’inizio della guerra di aggressione della Russia ai danni dell’Ucraina e per la necessità di affrancarsi dalle importazioni energetiche da Mosca.
La proposta europea ribadita a Davos
Partecipando a una sessione del Forum Economico di Davos, la commissaria europea per l’Energia Kadri Simson ha dichiarato che «stiamo lavorando per fissare il nostro nuovo target climatico intermedio, daremo priorità alle energie rinnovabili ma avremo bisogno di tutte le altre tecnologie a basso contenuto di carbonio che possono aiutarci a tagliare le emissioni. Il target ambizioso, che sarà presentato nelle prossime settimane, sarà dunque accompagnato da una strategia industriale per la rimozione del carbonio e lanceremo l’alleanza industriale per i mini–reattori nucleari. Tutte queste tecnologie sono essenziali nel decennio oltre il 2030».
Gli SMR nell’agenda della prossima riunione dei ministri europei
Di un’Alleanza industriale dell’Ue sui mini-reattori nucleari si parla a Bruxelles ormai da mesi. La Commissione europea prende atto di un crescente interesse di diversi Stati membri per le tecnologie nucleari in alcuni Paesi dell’Ue e il loro potenziale ruolo per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica entro la metà del secolo e ha promesso il lancio di una vera alleanza con le parti industriali per sfruttarne a pieno il potenziale dei mini-reattori nucleari. Secondo gli ultimi dati Eurostat disponibili, le centrali nucleari hanno generato circa il 21,8 per cento dell’elettricità totale prodotta nell’Ue nel 2022 ed erano 13 i Paesi con reattori operativi (Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Germania, Spagna, Francia, Ungheria, Paesi Bassi, Romania, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia). Una Alleanza industriale sui mini-reattori nucleari dovrebbe essere lanciata ufficialmente dalla Commissione europea il prossimo 6 febbraio, quando sarà presentato anche l’obiettivo sul target climatico intermedio al 2040.
Nicola Sparvieri
Foto © IAEA, Tractebel, Oil Price