“Nuotatori d’inverno” la mostra personale di Vittorio Marella

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Vittorio Marella

Una migrazione silenziosa verso il mare, metafora di ciò che anima il desiderio difficile da raggiungere ma sfida che coinvolge tutta la propria interiorità

 

Palazzo Merulana a Roma, in sinergia con CoopCulture e Fondazione Elena e Claudio Cerasi, ospita dal 27 gennaio al 3 marzo 2024 “Nuotatori d’inverno“, la personale di Vittorio Marella, curata da Giovanna Zabotti.

Giovane e talentuoso pittore innamorato della natura

Vittorio Marella, ventiseienne artista veneziano, è una promessa nel panorama artistico nazionale. Dotato di talento straordinario, ha respirato fin da bambino l’arte in famiglia. La sua “profonda ossessione”, lo studio della natura, l’ha accostata dapprima attraverso gli anni universitari di astrofisica. Ma avendola percepita come bisogno primario, le si è rivolto esclusivamente tramite la pittura, come autodidatta. Ha esposto la sua produzione artistica in diverse gallerie e collettive dentro e fuori dal Paese. Nell’ultima è stato notato da un milionario e visionario che gli ha concesso l’uso del suo palazzo disabitato sul Canal Grande. Lì Marella, senza luce e senza riscaldamento, proprio come i pittori del Cinquecento, ha potuto realizzare la sua sfida: la sua grande tela dei nuotatori ibernisti.

Uso sapiente del colore per riportare alla luce

La mostra è un viaggio nel mondo del giovane artista. Si parte dai disegni, studi in china e cartoni in carboncino, che osservano nei minimi particolari i personaggi che poi passeranno sulla tela. Alcune di dimensioni veramente grandi. L’artista dimostra di saper usare sapientemente colori, luci, ombre, utilizzando non solo l’olio ma anche l’acrilico, l’acquerello e materiali che amalgama insieme ai colori in una percezione bidimensionale. Infatti li stende sulla tela in maniera piuttosto nitida e poi, in qualche modo, li distrugge per farli emergere diversamente. In questo modo crea una sorta di reperto, come se la cosa ci fosse sempre stata e lui da archeologo la riportasse alla luce. Gli piace “sporcare” il quadro con un dettaglio, quasi una macchia, una cosa indefinita che più ci si avvicina e più si nota, proprio come fosse un lavoro di scavo.

Ne è un esempio la duna su cui è distesa la donna inCloudgazer”, che occupa gran parte della tela: è realizzata con la sabbia raccolta dalla spiaggia del Lido di Venezia, dove Vittorio è nato. La rena è amalgamata con gesso e colore tanto che l’osservazione attenta del quadro trasmette la granulosità della sabbia in contrasto con la consistenza liscia e luminosa della striscia del cielo.

Il cammino interiore verso il mare

Nel percorso della mostra la migrazione verso l’acqua è silenziosa: le persone sono rappresentate dal pittore di spalle perché hanno già intrapreso il cammino. L’uscita dal battello è nella folla. Poi la duna di sabbia che si vede, si tocca, che irruvidisce la tela. Ma la ragazza è distesa a guardare il cielo dall’altra parte della duna: non lo vede il mare, lo ascolta. È incredibile la somiglianza tra le dune nelle profondità del mare e quelle della spiaggia sopra il mare e persino negli altri Pianeti come potrebbe essere il paesaggio di Marte.

Vittorio MarellaPoi c’è il bagnante che cerca di raggiungere il mare infilandosi tra i massi che proteggono la rena dall’acqua. La ragazza che è arrivata al mare, si lascia cullare dalle onde, distesa nuda a fior d’acqua, è una “naufraga”. Il centro focale della tela sono le increspature delle piccole onde, mentre il corpo nudo femminile emerge nella parte più bassa del dipinto. Quello che l’artista suggerisce è un percorso spirituale molto intimo dove l’acqua rimanda alla sacralità di un rito, un bagno catartico alla fine di un cammino interiore per ritrovare un legame più vero e profondo con il mondo.

Nuotatori Ibernisti

Nell’ultima grande tela del percorso della mostra lo spettatore arriva al mare. I Murazzi sono l’ultimo ostacolo da superare e poi c’è la spiaggia “selvaggia” del Lido. Qui sono arrivate alcune persone. Tutte osservano: chi fa per avvicinarsi, chi invece rimane più lontano, qualcuno si scherma proprio col Murazzo. Tutti però sono coinvolti dalla scena focale che si intravede: i nuotatori ibernisti.

Il bagno nell’acqua fredda invernale è per lo stesso Vittorio Marella, che lo pratica, una prova iniziatica, un gesto sacralizzato in un rito, la meta di un viaggio intimo, l’esito di una coraggiosa sfida con se stessi. Il mare d’inverno è una sfida ma anche una riconciliazione con la natura: il silenzio della mente la comunione con l’elemento dell’acqua l’esperienza di essere in pace con tutto quello che circonda è un richiamo.

Lo sguardo celato dei protagonisti dei dipinti

L’autore non raffigura i volti. I soggetti sono tutte di spalle e se di profilo, comunque in qualche modo sono coperte. I motivi sono diversi: la persona raffigurata non è individuabile, limitata da quei determinati tratti ma rappresenta possibilmente chiunque. Qualsiasi spettatore può identificarsi nel personaggio. Quelle di spalle sono anche inaccessibili. Raffigurano la solitudine dell’artista che è un solitario, in ascolto di se stesso e del Mondo. Egli non ama la folla ma preferisce rimanere in compagnia della natura, si sente lontano da tutti e rappresenta così nei quadri questa sua attitudine alla vita.

Esprime un coraggioso atteggiamento sfidante

Ma i soggetti voltati non esprimono timidezza come non è timido Vittorio Marella. Non sono antieroi che se ne vanno, piuttosto il contrario. È più facile fare quadri esplosivi, dinamici invece il pittore sente il bisogno di allontanarsi da tutto quello che il Mondo sta vivendo. Non vuole raffigurare il male quotidiano; è un reazionario. Vuole invece suggerire di prenderne le distanze. Vuole ripresentarlo come potrebbe essere, con la bellezza e la calma di un ritorno alla natura.

Per Marella è un atteggiamento eroico tutt’altro che di fuga; quello delle persone girate è un linguaggio. Nella grande tela dei nuotatori tutti stanno guardando qualcosa, qualcuno che fa qualcosa. L’attenzione di ciascun personaggio è rivolta a chi sta compiendo un “buon lavoro”, a chi con quel gesto sfidante del bagno d’inverno, suggerisce che l’avversario più sfidante per il cambiamento è nella mente di ciascuno di noi.

Palazzo Merulana e la sua riqualificazione

Palazzo Merulana è uno spazio moderno e dinamico di recente apertura, sede della Vittorio MarellaFondazione Elena e Claudio Cerasi, che ben si presta come cornice per esporre la personale di Vittorio. Il museo è nato nel 2018 da un progetto di rigenerazione urbana in cui è cruciale il rapporto con i recenti linguaggi e con i nuovi bisogni culturali del territorio ed espone una ricca collezione di arte del Novecento. La finalità della Fondazione è lo scouting di nuovi talenti per dare spazio e visibilità ad artisti under 30. Oggi infatti i giovani artisti non riescono ad avere la possibilità di farsi conoscere all’interno di luoghi istituzionali dedicati all’arte.

L’occasione di ospitare la mostra di questo giovane e talentuoso pittore è per la Fondazione stessa una sfida importante. Vittorio Marella potrà confrontarsi «con una Città che lo attrae per la grandezza della sua Storia e che nelle sue magnifiche testimonianze archeologiche e artistiche, esprime anch’essa l’invito a non aver paura di osare, a superare i propri limiti». Aspirazione che l’artista fa profondamente sua.

 

Veronica Tulli

Foto © Eurocomunicazione, Palazzo Merulana, Urbanfile

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Appassionata della vita mi sono dedicata negli anni ai temi della crescita personale, della salute e della sostenibilità, donandomi ai miei cinque figli. Giornalista pubblicista, laureata in Giurisprudenza e in Scienze Religiose, non ho mai tralasciato la mia predilezione per la letteratura, l’inglese e lo spagnolo. E scrivo di tutto ciò per chi, preso da mille incombenze, non ci si può dedicare.

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