Pietro Perugino a Fano

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Perugino

Studiò presso il Verrocchio, maestro che gli diede il successo e che permise di far conoscere la sua pittura in tutt’Italia

 

Fano, città romana e in rete per Pesaro Capitale italiana della Cultura 2024, sta omaggiando il grande Pietro Perugino al Museo del Palazzo Malarestiano nella sala Morganti, fino al 7 aprile 2024, con la Pala di Dutante, e l’annunciazione, restituita allo splendore perso e che ritornerà nella sua sede originale nella chiesa fanese di Santa Maria Nuova. La mostra dossier consentirà di vedere la Pala e ogni sua sezione, attorno a cui sono stati disposti resoconti dell’eccezionale restauro e confronti fondamentali, grazie  a riproduzioni digitali.

Perugino maestro di Raffaello Sanzio che, nella predella dell’opera, ha lasciato la sua firma. Nel poderoso catalogo perugino il divin pittore, Antonio Paolucci evidenzia il cattivo rapporto fra Giorgio Vasari, autore delle “Vite”, e Perugino. Nonostante la validità artistica del pittore umbro, Vasari vuole demolirne la personalità.

Vita

Perugino nacque da una ricca famiglia di Città di Pieve, ma il Vasari lo descrive poverissimo, creando un falso pietismo. La vita di Perugino è un pezzo di letteratura  straordinario. Ecco cosa mette in bocca a Perugino il Vasari: “In Firenze venivano gli uomini perfetti in tutte le arti, e specialmente nella pittura”. Ma evidenzia anche le cupidigia di tanti artisti. E questo elogio di Firenze calza a pennello per la vita del Perugino, che studiò presso il Verrocchio, maestro che gli diede successo e che permise in quel di Firenze di far conoscere la pittura del Perugino in tutt’Italia. Questo fatto era un elemento di disturbo per Vasari.

Allievo prediletto del maestro umbro fu Raffaello Sanzio di Urbino, figlio di Giovanni Santi che nella cronaca rimata dopo il 1482, elogia Perugino divin pittore. Ma tornado al Vasari e alle sue antipatie, lo definiva ripetitore di modelli pittorici, che nella realtà, in pieno Quattrocento, era una consuetudine artistica, ma anche tirchio e di poca religione. Ma di fronte alle sue numerose Madonne angelicate, come si poteva dare un giudizio del genere?

Periodo fiorentino

Dopo gli esordi a Perugia, con l’influsso di Piero della Francesca, la sua consacrazione artistica si ebbe tra il settimo e l’ottavo decennio del XV Secolo. Eppure se è difficile rintracciare le primissime attività di Raffaello e Botticelli, per Pietro Vannucci, detto il Perugino, il periodo fiorentino fu per molti aspetti sconosciuto. Secondo il Vasari fu apprendista nella bottega di un artista di Perugia e successivamente sotto la disciplina di Andrea Verrocchio. Ma nell’ultimo secolo si asserisce che la sua formazione è legata alla bottega di Piero della Francesca, insieme a Luca Signorelli e Lorentino d’Andrea . Nella bottega del Verrocchio Perugino realizzò intorno al 1470 Battesimo di Cristo con la presenza di Leonardo da Vinci nella realizzazione di un Angelo. La struttura del dipinto è di stile del Verrocchio ora alla Galleria degli Uffizi.

Firenze

L’arte del Perugino non rompeva con il passato, anzi veniva a operare una sorta di mediazione fra gli stilemi precedenti e una figurazione detta “piagnona”, legata alla committenza dei fratelli che, già prima dell’esilio dei Medici, poterono avvertire nel linguaggio di Vannucci uno dei codici formali più attinenti alle necessità moralizzatrici. E nonostante la critica del Vasari di definire il Vannucci senza religione, forte era il rapporto fra il Perugino con i simpatizzanti di Savonarola come è avvalorato dal Ritratto di Francesco delle Opere che Pietro dipinse probabilmente nel 1494 a Venezia.

Perugino tra i pittori della Cappella Sistina

PeruginoNel 1477 Papa Sisto IV iniziò la ristrutturazione della Cappella palatina riutilizzando la struttura medievale. Le pareti furono affidate al Perugino e ai suoi allievi per i cicli pittorici con la “La vita di Mosè e la vita di Cristo“. Un corollario pittorico alla grandiosità della Cappella Sistina di Michelangelo voluta da Papa Giulio II. È giusto ricordare e studiare il Perugino nel 2024 anno delle sue celebrazioni.

 

Paolo Montanari

Foto © Festival del Medioevo, Feel Florence, Wikipedia

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