Il greenwashing e le strategie di contrasto

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Il nuovo libro di Marco Letizi può essere un aiuto concreto per tutte le realtà aziendali e industriali che vogliono raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu

 

Il 17 gennaio scorso il Parlamento europeo ha finalmente adottato la direttiva a contrasto del greenwashing e delle informazioni ingannevoli.

Cos’è il greenwashing e per quali motivi è così pericoloso per le imprese e per il mercato? Quali sono le strategie di contrasto che il legislatore europeo ha posto in essere per mitigarne i rischi? Quali sono le iniziative che un’impresa può implementare per evitare di incorrere in pratiche di greenwashing? E infine, quali sono i rischi per un’impresa che comunichi ai consumatori informazioni verdi ingannevoli?

A tutte queste domande tenta di rispondere Marco Letizi nel suo ultimo libro intitolato “Greenwashing. Strategie di contrasto. Casi nazionali e internazionali”, edito da Egea (casa editrice dell’Università Bocconi di Milano) disponibile in tutte le librerie dal 2 febbraio.

La prefazione è stata scritta dal sottosegretario di Stato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica – senatore Claudio Barbaro. L’introduzione dall’europarlamentare e professoressa ordinaria di Economia dell’Ambiente al Politecnico di Torino Mercedes Bresso. E le conclusioni dal professor ordinario e direttore del Sustainability Lab dell’Università Bocconi di Milano Francesco Perrini.

Il greenwashing è un fenomeno pervasivo, che impedisce il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile indicati nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, vanifica l’impegno della comunità internazionale di mitigare gli effetti del cambiamento climatico, danneggia gli investitori e i consumatori e rappresenta un elemento distorsivo del regolare sviluppo del mercato.

Da tempo si sente parlare in modo sempre più marcato di greenwashing. Questo neologismo è entrato ormai nel lessico abituale dei consumatori. Ci può aiutare a capire la natura del fenomeno?

«Il greenwashing è, in estrema sintesi, la comunicazione di informazioni ambientali ingannevoli attraverso le quali le imprese vogliono presentare un prodotto o un servizio come ecosostenibile quando, in realtà, non lo è. Il greenwashing è un fenomeno fortemente pervasivo, che impedisce il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile indicati nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, vanifica l’impegno della comunità internazionale di mitigare gli effetti del cambiamento climatico, danneggia gli investitori e i consumatori e rappresenta un elemento distorsivo del regolare sviluppo del mercato».

Quali sono le conseguenze pratiche?

«Il greenwashing non rappresenta solo un rischio per il capitale reputazionale delle imprese Greenwashingche le pongono in essere ma sono un elemento di forte distorsione del mercato, ledono il principio costituzionalmente garantito di libera concorrenza, impattando negativamente su tutte le altre imprese sane operanti nel medesimo settore economico. Inoltre, le imprese italiane ed europee che pongono in essere pratiche di greenwashing possono incorrere in sanzioni pecuniarie anche piuttosto pesanti. In Italia, le procedure di accertamento e sanzionatorie rispetto ai green claims ritenuti scorretti o ingannevoli da parte dei competenti organi di controllo sono attualmente disciplinate dal Codice del Consumo e dal Codice di Autodisciplina della comunicazione commerciale».

Secondo lei quanto è esposto il settore dell’industria in Italia al rischio di greenwashing?

«Nonostante i grandi passi compiuti negli ultimi anni a favore dell’ambiente, non esistono ancora realtà industriali che possano dirsi totalmente a impatto zero e il fenomeno del greenwashing è estremamente radicato nell’economia di mercato. Il green marketing ingannevole non è un problema solo italiano ma globale».

Nell’opera si parla di strategia europea di contrasto al greenwashing nel mondo finanziario. Ci può spiegare di cosa si tratta?

«I rischi ambientali e climatici rappresentano una minaccia significativa per il sistema finanziario globale e per l’economia in generale. Il settore finanziario svolge un ruolo centrale nell’affrontare la crisi climatica in corso e le questioni relative alle risorse naturali, tra cui l’intensificarsi della distruzione delle foreste e la conseguente pressione sulla biodiversità. Proprio al fine di rendere il sistema finanziario, e di conseguenza l’economia, più resiliente nei confronti di queste minacce emergenti e, allo stesso tempo, identificare opportunità e possibili soluzioni, negli ultimi anni, il legislatore europeo ha emanato una serie di importanti provvedimenti normativi».

«La rendicontazione di sostenibilità e gli investimenti ESG sono tra gli approcci e le strategie più frequentemente citati, i quali promuovono una maggiore trasparenza delle attività svolte dalle istituzioni e delle società finanziarie e incentivano la canalizzazione dei flussi finanziari verso le imprese meno esposte ai rischi ESG e più allineate con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile indicati nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite».

Nel libro viene anche approfondito il modello di business della Brunello Cucinelli S.p.A.

«Devo anzitutto ringraziare il presidente Brunello Cucinelli per avermi dato la possibilità di raccontare il caso di successo della casa di moda italiana Brunello Cucinelli S.p.A. che, attraverso un modello di business sostenibile e garbato ha trovato un punto di equilibrio ottimale tra il conseguimento degli obiettivi di profitto e la creazione di un valore condiviso capace di portare beneficio a tutti gli stakeholder coinvolti nel progetto imprenditoriale del gruppo. Nella mia analisi, ho descritto l’efficacia delle misure adottate dalla Brunello Cucinelli S.p.A. in tema di mitigazione dei rischi di greenwashing».

Marco Letizi

PhD in Business Management, avvocato, dottore commercialista e revisore legale. Global Consultant delle Nazioni Unite, della Commissione europea e del Consiglio d’Europa. Ex colonnello della Guardia di Finanza. Siede negli organismi di controllo di alcuni importanti gruppi societari multinazionali. È oggi riconosciuto come uno dei massimi esperti a livello globale di misure di contrasto al riciclaggio, al finanziamento del terrorismo e in tema di Asset Recovery e Asset Management.

Ha contribuito alla riforma del vigente codice antimafia italiano e dei sistemi normativi antiriciclaggio, reati fiscali, asset recovery e asset management di numerosi paesi a livello globale. È stato recentemente menzionato in un’importante risoluzione del Parlamento europeo in tema di antiriciclaggio e in numerosi Reports delle istituzioni europee in tema di asset recovery e asset management. Dal 2010 al 2013, è stato a capo dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) in Sicilia. Nel 2001, è stato insignito della medaglia d’argento al valor civile dal presidente della Repubblica italiana. È autore di numerose pubblicazioni in materia di corporate compliance, contrasto alla criminalità economica, asset recovery, asset management, criminalità ambientale, green economy e green finance. Collabora con Il Sole 24Ore.

Tra le sue opere, Greenwashing. Strategie di contrasto. Casi nazionali e internazionali (Egea, 2024), Sostenibilità e PMI. Aspetti strategici, operativi e finanziari (coautore, Egea 2022), La Green economy e il sistema di gestione dei rifiuti (curatore, SD&C Editore, 2022), I beni confiscati. Procedura di destinazione, best practices e casi concreti di soluzione (Edibank 2014), Pigott? Il mistero del diamante perduto (coautore, De Luca, 2011), Le lacrime degli dei. Storia segreta delle pietre più desiderate del mondo (coautore, Rubbettino Editore, 2007), Comportamento criminale, ecomafie e smaltimento dei rifiuti. Strumenti e proposte per un approccio analitico (curatore, Rubbettino Editore, 2004).

 

Ginevra Larosa

Foto © Flanke 7, X

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