Giornata mondiale della Giustizia sociale

0
920
Giustizia sociale

Nel Mondo 190 milioni di persone sono disoccupate, 300 milioni sono sottoccupate e circa due miliardi non hanno una adeguata protezione sociale

 

Secondo il Rapporto pubblicato dall’ILO, Organizzazione internazionale del lavoro delle Nazioni Unite), “World Employment and Social Outlook: Trends 2024” in occasione della Giornata mondiale della Giustizia sociale che si celebra martedì 20 febbraio, le prospettive del mercato del lavoro sono previste addirittura in peggioramento nel corso dell’anno, spingendo il tasso di disoccupazione globale al 5,2%, con due milioni di disoccupati in più. Un aumento dovuto principalmente alla crescente disoccupazione nelle economie avanzate.

«Le attuali condizioni economiche e produttive nel Mondo costituiscono un motivo di grande preoccupazione perché gli squilibri del mercato del lavoro sono diventati strutturali», afferma il direttore generale dell’ILO, Gilbert F. Houngbo. «Le crescenti difficoltà della forza lavoro rilevate rappresentano una minaccia sia per i mezzi di sussistenza individuali che per le imprese ed è essenziale affrontarle in modo efficace e rapido. Il calo del tenore di vita e la debole produttività, combinati con un’inflazione persistente, creano le condizioni per una maggiore disuguaglianza e minano gli sforzi per raggiungere la giustizia sociale. E senza una maggiore giustizia sociale non avremo mai una ripresa sostenibile».

Che cosa si può fare?

Innanzitutto occorre garantire a tutti un lavoro dignitoso, obiettivo dal quale non si può prescindere soprattutto in questa fase storica in cui è entrato in crisi l’intero sistema di protezione e di dialogo sociale. Nel 2008 le Nazioni Unite hanno adottato la “Dichiarazione sulla giustizia sociale per una globalizzazione equa” con lo scopo di promuovere lo sviluppo e la dignità umana nel lavoro. Rappresentanti di Governi, datori di lavoro e lavoratori di tutti gli Stati membri si erano allora formalmente impegnati per rendere effettivi questi principi. Purtroppo dobbiamo constatare che dalle enunciazioni non si è passati ai fatti e la condizione dei lavoro in questi anni si è sensibilmente aggravata.

La situazione in Italia

Anche nella Penisola ne sanno qualcosa i lavoratori e gli imprenditori delle piccole e medie imprese e dell’artigianato che devono ogni giorno affrontare gli svantaggi provocati da una globalizzazione non regolamentata che sta fortemente danneggiando l’economia reale aprendo la strada a una concorrenza sleale dei Paesi dove il costo del lavoro è oltre dieci volte inferiore a quello di quelli più sviluppati e dove i lavoratori non godono di diritti. Una situazione che per molte aziende risulta sempre più insopportabile. Ma non bisogna rassegnarsi.

I progetti delle Nazioni Unite

Basterebbe riprendere e rilanciare le proposte e i progetti che in passato erano stati elaborati dalle stesse Nazioni Unite. Già nel 1992 l’Onu aveva infatti costituito una Commissione sul Governo globale” (Cgg) al fine di approfondire i problemi relativi alla promozione di una democrazia della globalizzazione in campo economico, sociale e ambientale. La Commissione pubblicò un suo primo rapporto nel 1995 con considerazioni che oggi sono ancora di straordinaria attualità, affermando “la necessità di una governance globale che coinvolga non soltanto gli Stati e le istituzioni intergovernative, ma pure le organizzazioni non governative, i movimenti dei cittadini, le corporazioni transnazionali, le Università e i mass-media”.

La Commissione aveva inoltre presentato la proposta per l’istituzione di unConsiglio per la Sicurezza economica” da affiancare a quello militare istituito fin dalla nascita dell’Onu. Avrebbe dovuto favorire uno sviluppo economico più equilibrato e più sostenibile in tutti Paesi e con esso una maggiore giustizia sociale. Le proposte non ebbero seguito ma le conclusioni finali espresse nel secondo rapporto del 1999 si sono dimostrate drammaticamente profetiche laddove la stessa Commissione constatava che: “In assenza di misure adeguate per assicurare una governance economica mondiale, la globalizzazione sta rendendo l’economia del Pianeta più instabile, i Paesi sono diventati più vulnerabili agli shocks finanziari, molti sono stati emarginati e il divario tra i più ricchi e i più poveri si è ampliato (…) Le Nazioni più ricche sono diventate più avare, mentre il numero degli estremamente poveri, quelli che sopravvivono con un dollaro al giorno o meno, continua a crescere”.

Possibili soluzioni

Le vie di uscita dovrebbero essere vagliate nell’ambito di nuove istituzioni sovranazionali democratiche da realizzarsi con l’auspicato rinnovamento dell’Onu. Ad esempio, per mezzo di uno specifico “Centro studi per una equa ripartizione della ricchezza” che affronti il problema nella sua dimensione socio economica globale. Sarebbe inoltre auspicabile, con la Giustizia sociale collaborazione del mondo sindacale, varare specifiche norme di rispetto dei diritti dei lavoratori per mezzo di una “Carta universale dei diritti fondamentali del lavoro”. In senso generale, si tratta di promuovere nel contesto del nuovo umanesimo una innovativa economia etica internazionale. Ma non dimentichiamo che il rispetto dell’etica in economia è facilitato e realizzabile solo nell’ambito di un libero mercato dove tutti possano partecipare a parità di condizioni, mentre diventa difficilmente realizzabile, se non impossibile, senza uno standard globale di riferi­mento valido per tutti.

 

Orazio Parisotto

Foto © Corporate Finance Institute, ILO, United Nations

Articolo precedenteDemocrazia diretta e forme di Governo indirette
Articolo successivoMatteo Berrettini, pronto a tornare!
Orazio Parisotto
Studioso di scienze umane e dei diritti fondamentali, è fondatore e presidente di Unipax, Ngo associata all’UN/Dgc Department of Global Communications delle Nazioni Unite e all’ASviS, l’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile - Agenda 2030 dell’Onu. Già consigliere-administrateur al Parlamento europeo è autore di numerosi saggi e pubblicazioni sull’Ue, i diritti dell’uomo e la pace. Su questi temi ha realizzato progetti educativi multimediali su piattaforme digitali (web giornali radio, web tv e strumenti didattici in e-learning), in collaborazione con l’Unione europea e ha promosso il “Progetto pilota di Educazione Civica per un Nuovo Umanesimo” per le scuole superiori. Scrive come editorialista su varie testate specializzate in relazioni internazionali e ha un Blog su geopolitica e diritti umani. È coordinatore del Comitato Promotore del Progetto United Peacers - The World Community for a New Humanism ed è membro del Comitato Scientifico dell'Università della Pace dell'Onu

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui