Gioachino Rossini, compositore dal carattere totalmente europeo

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2029

Nella sua monografia, edita da Solfanelli, Mario Dal Bello svela i segreti del teatro e della personalità del grande pesarese

Le coordinate della carriera di Gioachino Rossini sono contenute all’interno di un percorso che, dalla nativa Pesaro, lo conduce sino a Parigi, dove si spegne nel 1868.  Un’esperienza straordinaria che tocca tutti i maggiori centri di produzione culturale europea, lasciando un segno indelebile nonostante la prematura e ancora oggi discussa decisione di abbandonare le scene teatrali per ritrarsi in un aureo e riservato silenzio.

Il carattere europeo della sua musica traspare ad esempio evidente nella peculiarità drammaturgica del Viaggio a Reimsdove mette in scena la nobiltà del tempo, contesse e marchese, la dama polacca e l’ufficiale francese, il maggiore tedesco e il colonnello inglese, tratteggiata non senza una punta di ironia mentre si sta recando all’incoronazione di Carlo X, la reale occasione per la quale Rossini compose questo lavoro, dove non giungerà mai. Culmine del dramma giocoso la scena finale, sfavillante occasione offerta ai personaggi per cantare melodie tipiche della propria terra, parafrasando a volte i rispettivi inni nazionali.

«Antico e moderno al tempo stesso, talora preveggente», lo definisce Mario Dal Bello nella sua breve ma pregnante monografia appena pubblicata da Solfanelli (pp. 140 € 12,00). Il teatro della luce recita il titolo del libro, a significare il carattere dionisiaco del dettato rossiniano, il suo inarrestabile dinamismo vitalistico. La sua musica è pura gioia fisica, ricerca inesausta della felicità, come giustamente afferma Virgilio Celletti nella prefazione.

Mario-Dal-Bello.jpgDal Bello conosce a fondo il teatro di Rossini, grazie a una lunghissima militanza al Festival di Pesaro e ad uno studio ininterrotto della materia. Il carattere mimetico della sua musica, il suo essere di volta in volta specificatamente italiana e spiccatamente francese senza abdicare ai propri tratti distintivi, gli permette di divenire in breve tempo il compositore più celebre d’Europa.

Rossini ama «lo splendore della luce, anche nei momenti bui». Con questa affermazione Dal Bello coglie l’essenziale di un teatro nel quale «il dolore deve essere risolto in gioia, la passione in dolcezza». Forse proprio l’inevitabile eclissarsi di questo splendore di fronte all’emergere di una sensibilità più tormentata lo spinge a un volontario esilio, il timore di risultare inattuale in un mondo che stava rapidamente evolvendo, e che comunque raccoglie la sua eredità e voracemente se ne nutre. Anche la sua natura ipersensibile e ansiosa, come la definisce Celletti, ha certamente contribuito a questa decisione, spiazzante e incomprensibile per il pubblico dell’epoca.

Comunque stiano le cose, Rossini appare estremamente moderno in questo suo prematuro eclissarsi, come quegli scrittori i quali, una volta assaporato un insperato e folgorante successo (penso a Salinger), decidono di sottrarsi al mondo, lasciando tutti esterrefatti e delusi.

Il libro percorre l’esperienza rossiniana svelandone le tappe decisive, offrendo rapidi ma illuminanti giudizi sulle opere più significative della sua ampia produzione. Dal Bello non tralascia poi la produzione sacra, espressione di una dimensione spirituale che certo faceva parte della sua sensibilità.

«Celato sovente in un “olimpico distacco”, il vero Rossini […] si rivela – a ben vedere – capace di improvvise malinconie, di nervosismi impliciti, di insicurezze che ne svelano l’anima ipersensibile e fragile», scrive ancora Dal Bello. Un compositore che «dispensa a piene mani gioia e nello stesso tempo se ne ritrae». Forse la sua cifra peculiare è proprio in questo netto dualismo fra l’ansia esistenziale e la necessità di costruire un mondo di pura luce, baluardo di un classicismo destinato a crollare dietro le pressioni del romaticismo nascente. La sua musica ci appare come una sorgente di eterna giovinezza, un’acqua viva e rigenerante. Il suo messaggio rimanda all’armonia, «l’eredità più bella e gioiosa del gran sole che è Rossini».

Riccardo Cenci

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Immagini: in evidenza la copertina del libro

Nell’articolo ritratto dell’autore

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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