Le istituzioni dell’Ue sono finalmente giunte a un accordo per l’abolizione dei costi di commissione. Tariffe all’ingrosso tagliate del 90%
15 giugno, questa la data che sancirà l’abolizione del roaming all’interno dell’Unione europea. Oggi, infatti, le principali istituzioni comunitarie (Commissione, Consiglio e Parlamento) hanno finalmente trovato un accordo relativo ai prezzi all’ingrosso che gli operatori dovranno applicare per lo scambio di dati.
In pratica, non ci saranno più costi aggiuntivi per chiamate e messaggi al di fuori dei propri confini nazionali: «Quando viaggeranno nell’Ue – spiegano dalla Commissione – i consumatori potranno chiamare, mandare sms o navigare tramite i loro terminali mobili, pagando lo stesso prezzo che pagano in patria».
Con questo accordo risulta dunque completo l’insieme di norme legislative atte a permettere l’abolizione dei costi di commissione che attualmente i consumatori sono costretti a pagare per i servizi di roaming.
Dal 15 giugno, dunque, lo scambio di dati subirà una sostanziale variazione di prezzo, passando dai 50 euro attuali per Gigabyte a 7,7 euro. Sono inoltre previsti step successivi che porteranno i costi a scendere ulteriormente: dal 2018 il tetto sarà di 6 euro, nel 2019 4,5 e così via, fino ad arrivare a 2,5 euro a Giga nel 2022.
Diverse le reazioni all’interno del Parlamento europeo: Patrizia Toia, capo della delegazione del Pd all’Europarlamento, ha voluto sottolineare che «la possibilità di viaggiare liberamente in tutta Europa e di telefonare dall’estero come a casa è il frutto di scelte politiche precise e dell’impegno di chi ha lottato per affermare i valori dell’integrazione europea e per di una società libera e aperta, senza frontiere materiali o digitali». «A giugno – ha aggiunto Toia – tutti i cittadini europei saranno più liberi, anche quelli che non credono nell’Unione europea e gli euroscettici britannici che hanno scelto la Brexit. Sarà un’occasione per tutti per riflettere su che tipo di Europa vogliamo».
Scettico invece l’eurodeputato del M5S David Borrelli, secondo il quale si tratterebbe «di un accordo al ribasso che rischia di trasformare quella che doveva essere una bella promessa mantenuta dall’Unione europea in una beffa per i cittadini che beneficiano di tariffe domestiche basse e che ora potrebbero essere aumentate». Secondo Borrelli, inoltre, «a causa delle elevate tariffe massime all’ingrosso i piccoli operatori difficilmente riusciranno a sostenere i costi per garantire il roaming zero a chi viaggia».
Valentina Ferraro
Foto © European Union