Sono ben 99 contro il Belpaese. Dalla violazione dei diritti dell’Ue a non recepimenti di direttive, perfino sul tema immigrazione, minori, richiedenti asilo e ambiente
Sono stati resi noti in questi giorni lo stato delle infrazioni che l’Unione europea ha addebitato ai vari Paesi che non si sono ancora conformati alle leggi europee. Nella classifica l’Italia e la Grecia sono al primo posto. Roma risulta avere ben 99 procedure di infrazioni aperte. E’ stato fatto un calcolo che se per ogni infrazione il nostro governo dovesse corrispondere la cifra minima di dieci milioni dovremmo a Bruxelles quasi un miliardo di euro.
Delle quasi 100 sanzioni che risultano aperte oggi nei confronti dell’Italia, 75 sono relative a violazioni dei diritti dell’Unione e le restanti a mancati recepimenti di direttive europee. Attualmente sono allo stadio di messa in mora 56 procedimenti, mentre sono 27 i pareri motivati.
Sul tema bollente dell’immigrazione vi sono 6 procedure di infrazione, dalla violazione del regolamento di Dublino a quello sulle condizioni dei richiedenti asilo sino alla situazione dei minori e alla violazione sulle procedure di rimpatrio di migranti irregolari.
Cinque sono le fasi in cui si divide il processo di infrazione. Quando la Commissione rileva una violazione della normativa Ue invia allo Stato membro una “lettera di costituzione in mora” indicando che un qualsiasi ente pubblico di quello Stato non ha attuato una norma europea. In questo caso il governo nazionale ha tempo due mesi per fare le sue osservazioni in merito. Se la risposta non arriva o non è “soddisfacente” per la Commissione, scatta il “parere motivato”. Dopo altri due mesi se lo Stato non si è uniformato, l’Unione europea avvia un processo contenzioso alla Corte di giustizia europea. Se il Paese non comunica di aver adottato la direttiva, si può imporre il pagamento. In due anni la Corte sentenzia se lo Stato deve pagare o meno. La sanzione minima per l’Italia è stata fissata in 8.854.000 euro e per ogni giorno di ritardo si devono pagare tra i 10.000 e i 652.000 euro di mora.
Molte infrazioni riguardano l’ambiente. Sono 18 le infrazioni aperte e l’ultima sentenza della Corte di giustizia europea ha condannato l’Italia al pagamento di 20 milioni e 120mila euro per ogni giorno di ritardo per non aver applicato la famosa direttiva rifiuti in Campania (link a nostro precedente post). Tra le ultime infrazioni, tuttora aperte, c’è il mancato recepimento di una direttiva che istituisce uno spazio ferroviario europeo unico e quella che recepisce la direttiva 2013/29/Ue riguardante l’armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri sulla vendita di articoli pirotecnici.
Giancarlo Cocco
Foto © Corte di Giustizia e Tribunale dell’Unione europea