Il 23 a Bruxelles Consiglio straordinario dei capi di Stato e di governo. Renzi: Europa nata per «abbattere i muri, non per costruirli»
L’emergenza profughi resta una delle priorità dell’Unione europea. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha convocato un vertice straordinario dei capi di Stato e di governo per il 23 settembre. Obiettivo principale sarà quello di elaborare delle strategie comuni e condivise per risolvere la crisi dei migranti. Decisivo, in questo senso, un altro Consiglio straordinario, ovvero quello dei ministri dell’interno che avrà luogo il 22 settembre.
In questa occasione, infatti, si cercherà di giungere a un accordo relativamente alla proposta della Commissione per il ricollocamento temporaneo di 120mila profughi con quote obbligatorie. Diversamente dal Consiglio del 23, in cui sarà necessaria l’unanimità, al Consiglio Interni sarà sufficiente la maggioranza qualificata. I numeri per far passare la proposta della Commissione ci sono, ma non è possibile prevedere in che modo possano reagire, sul piano politico, gli Stati membri che non appoggiano tale provvedimento.
I convene an extra #EUCO on Wednesday 23 September at 18h to discuss how to deal with the refugee crisis
— Donald Tusk (@eucopresident) 17 Settembre 2015
Di fatto, l’Europa è ancora spaccata sulla questione profughi e i governi nazionali continuano ad agire autonomamente senza che ci sia davvero una linea comune fra i vari Stati membri. Diversi i Paesi che hanno attivato controlli alle frontiere: Germania, Austria, Slovenia. Senza parlare della rigida presa di posizione dell’Ungheria, con la conseguente deviazione dei flussi migratori. In risposta agli atteggiamenti di chiusura di alcuni Stati membri, il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, ha voluto ribadire la posizione del suo Paese, ricordando a tutti come l’Europa si nata per «abbattere i muri, non per costruirli».
Senza dubbio molta dell’attenzione ora è concentrata sui Balcani occidentali che, come ha avuto modo di notare il commissario Ue per le Politiche di vicinato Johannes Hahn, rischiano di diventare «una terra di nessuno, un parcheggio per profughi».
La questione rimane dunque aperta e continua a mostrare tutte le fragilità e le spaccature di un’Europa che troppo spesso appare ancora molto lontana dall’essere davvero un’Unione. L’emergenza profughi sta infatti mettendo a dura prova l’Unione europea, sotto ogni punto di vista: politico, economico e culturale, ed ora più che mai l’Ue deve fare attenzione ai suoi prossimi passi, perché su di lei sono puntati gli sguardi di tutto il mondo.
Valentina Ferraro
Foto © European Commission