I proventi della Tobin Tax siano destinati anche all’occupazione giovanile

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Intervista alla Vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli (PPE)

Vicepresidente del Parlamento europeo con delega ai diritti dei minori, Roberta Angelilli è inoltre responsabile dell’Assemblea Euro-Mediterranea, oltre a presidente del Gruppo di Alto livello sull’Uguaglianza di genere e la diversità.

Il commissario alla fiscalità Semeta ha annunciato che a breve partirà la piattaforma dove il Parlamento europeo, insieme a Ong, autorità nazionali e altri esperti renderà effettiva la lotta all’evasione e all’elusione fiscale: come vicepresidente del PE che risultati si aspetta? Più volte è stato calcolato che si parla di circa 1.000 miliardi di euro persi, l’equivalente del discusso bilancio comunitario dei prossimi sette anni: quanti se ne potranno recuperare e come verranno riutilizzati? E di quelli finiti nel mirino della Corte dei Conti?

«Saranno recuperate importanti risorse che potrebbero essere investite per la crescita e lo sviluppo. Il Presidente della Corte dei Conti proprio qualche settimana fa ha sottolineato come purtroppo l’Italia si collochi ai primi posti nel mondo per evasione fiscale, ma grazie agli sforzi compiuti negli ultimi anni è stato possibile recuperare circa 12 miliardi l’anno».

Fra i temi che si discuteranno nella prossima plenaria c’è l’eliminazione del segreto bancario e l’accordo per lo scambio automatico delle informazioni tra Stati Ue. Dopo le aperture lussemburghesi ritenete possibile superare l’ostruzione austriaca, Paese dove peraltro il segreto è sancito dalla Costituzione? Qual è la posizione degli europarlamentari?

«Sta crescendo il fronte degli Stati membri a supporto delle misure di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale e per l’eliminazione del segreto bancario. Sono convinta che in Parlamento ci sia una grande maggioranza su questi temi e dopo l’apertura del Lussemburgo speriamo che anche l’Austria si allinei, altrimenti potrebbe rischiare un isolamento europeo».

Sul problema credit crunch che sta uccidendo le Pmi (piccole e medie imprese), allargando ancora di più il divario tra Nord e Sud Europa sull’accesso al finanziamento, come pensate di dare il vostro contributo?

«L’Unione europea si sta dotando di nuove regole che guardano all’economia reale. Accogliendo infatti l’appello delle piccole e medie imprese che chiedono da mesi garanzie per l’accesso al credito, all’interno della riforma del sistema bancario europeo è stato previsto uno speciale coefficiente per requisiti di capitale meno stringenti per i prestiti alle PMI (PMI Supporting Factor). In Italia, vale la pena ricordarlo, la misura inserita interessa 4 milioni di imprese e 23 milioni nell’intera Ue».

In undici Paesi, fra cui l’Italia, ci si è accordati per introdurre la tassa sulle transazioni finanziarie, la cosiddetta Tobin Tax: qual è il suo punto di vista in merito alla recente polemica se lo spettro d’applicazione debba comprenda o meno i titoli di Stato? Non c’è il rischio che i capitali scappino ancor di più nei restanti Paesi o verso i paradisi fiscali?

«Il Parlamento europeo dovrà dare l’assenso alla cooperazione rafforzata sulla tobin tax, a riguardo ho presentato due emendamenti alla Commissione ECON per chiedere che dal campo di applicazione siano esclusi i titoli di stato e che i proventi della tobin tax siano destinati a misure specifiche tra cui quelle a sostegno dell’occupazione giovanile».

La pressione fiscale nella Ue è cresciuta al 40% (l’Italia peraltro è sopra la media): non c’è il rischio di aumentare elusione ed evasione con queste percentuali? Le posizioni isolate come la tassa sui ricchi in Francia sono la soluzione? E’ ipotizzabile che si applichi a tutto il resto d’Europa?

«Un’eccessiva pressione fiscale non può che avere degli effetti recessivi. In Italia abbiamo raggiunto dei livelli insostenibili per imprese e cittadini: per questo motivo è necessario un sistema sicuramente più equo, considerando che è fondamentale soprattutto alleggerire oltre le fasce sociali più svantaggiate anche gli oneri per le imprese e i costi del lavoro. Deve instaurarsi una cultura della fiducia tra cittadini e Stato».

Il problema della disoccupazione, soprattutto giovanile, continua ad angustiare negativamente l’Europa intera: quali soluzioni sono state adottate per risolverlo e, soprattutto, esiste un piano comunitario per risolvere l’urgenza occupazione?

«Siamo di fronte ad un vero dramma, se non si agisce concretamente e con tempestività si rischia seriamente di compromettere il futuro dei nostri giovani. Tra le varie misure messe in atto dall’Europa bisogna ricordare la Youth Guarantee per assicurare ad ogni giovane il diritto al lavoro, all’apprendistato, al tirocinio o a una combinazione di formazione e lavoro dopo aver terminato gli studi o dopo aver perso l’impiego. Spetta però ai Governi nazionali adesso adottarla».

Ultima ma non meno importante domanda: in un periodo così nero di crisi economica perché non viene ascoltata la richiesta del PE che ancora una volta ha votato a larga maggioranza per l’eliminazione della doppia sede dell’Europarlamento?

«Purtroppo per la modifica dei trattati ci vuole l’unanimità e la Francia portando avanti i propri interessi su questo punto ha messo un veto».

Giovanni De Negri (dal settimanale nazionale Il Punto n° 20/2013, versione cartacea ultima pagina qui: 52-55 esteri SEGRETO BANCARIO, FINE DEI GIOCHI)

© 2013 European Parliament

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Giovanni De Negri
Giornalista professionista ed esperto di comunicazione ha iniziato come conduttore in alcune emittenti televisive locali per poi passare a ogni altro genere di media: quotidiani, periodici, radio, web. Ha alternato l’intensa attività giornalistica con quella di amministratore di società e di docente, a contratto titolare di insegnamento o come cultore della materia, presso Università pubbliche e private, italiane e straniere, per l’Esercito e per la Scuola superiore dell’economia e delle finanze. Ha inoltre lavorato presso Uffici stampa della P.A. (Palazzo Chigi, Regione Lazio e Comune di Roma) e realizzato eventi/convegni presso la Camera dei Deputati, il Senato della Repubblica, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL)

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