L’Europa a due ruote

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L’Olanda é il Paese più ciclabile dell’Ue. Ad Amsterdam il primo esperimento di bike sharing negli anni Sessanta

Un Paese a due ruote. É l’Olanda che si conferma la nazione più ciclabile d’Europa: con 19 milioni di biciclette ha la densità più alta al mondo di due ruote per abitante. Qui l’uso della bici é in costante aumento (ad Amsterdam la percentuale di chi utilizza questo mezzo ecologico per eccellenza é quasi raddoppiata negli ultimi venti anni). E si guarda sempre al futuro: si progettano nuove piste ciclabili e grandi parcheggi per le bici con i fondi risparmiati dai comuni grazie a questo boom della mobilità dolce che ha ridotto la spesa pubblica per trasporti e infrastrutture automobilistiche. Un esempio da seguire per tutti i Paesi dell’Ue, soprattutto da quelli più in crisi anche perché le due ruote in Olanda rappresentano davvero un elemento interclassista, trasversale, scelte da tutto dalla gente comune, dai ricchi, poveri, dai manager, finanche dalla famiglia reale. Ci sono anche i numeri a rendere meglio l’idea e a tratteggiare concretamente il quadro della situazione: 32 mila chilometri di piste ciclabili contro poco più di 2 mila chilometri di autostrade, 18 milioni di biciclette per 16.877.000 abitanti, 1.300.000 bici vendute ogni anno. Inoltre ogni bambino olandese sostiene un esame per ottenere il diploma da ciclista visto che esiste un “Piano Ciclistico Nazionale”, che prevede tra l’altro il pagamento del 52% di ogni bicicletta attraverso le tasse.
Inoltre quasi il 39% dei viaggi viene fatto con le due ruote che servono anche per il trasporto di merci, le ” bakfiets” con una grande cassa al di sotto e davanti al manubrio che esistono da oltre un secolo e che negli ultimi anni sono state ridisegnate anche per trasportare i bambini o la spesa.
Sempre in Olanda un altro primato in movimento: ad Amsterdam é nato il bike sharing, nel 1965. Primo esperimento del genere in tutto il mondo, non fu appoggiato dall’amministrazione cittadina, ma venne creato dai “provos”, i provocatori ( provoceren in olandese significa appunto provocare) appartenenti al movimento di controcultura olandese pacifista e libertario fondato nel 1964. La sua proposta, rivoluzionaria ed estremista per l’epoca: la chiusura del centro della città ai mezzi a motore esclusi tram e taxi elettrici e la creazione di un sistema municipale di bike sharing con 20 mila biciclette all’anno. Il Comune rifiutò e allora i “provos” lasciarono nelle strade 50 biciclette bianche a disposizione del pubblico, un atto di grande estremismo nell’Europa conservatrice dell’epoca. Cambiò tutto dopo gli anni Settanta, con l’approvazione delle prime leggi per incrementare le due ruote e contrastare l’ingresso delle automobili in centro. Una vera e propria pedalata verso il futuro ecosostenibile dell’Europa.

Luisa Mosello

Foto © Holland.com

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Luisa Mosello
Giornalista professionista, appassionata di comunicazione senza frontiere. Dal Messaggero a Repubblica, da Donna Moderna a Metro, viaggia nella notizia a 360 gradi e considera il suo lavoro una miniera di vita. Non vissuta, ma da vivere.

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