L’Opera inaugura con l’Aida diretta da Muti

0
412

Una stagione fra luci e ombre

L’annoso dibattito tra fautori di una politica di austerità e sostenitori della crescita sembra trasferirsi dalle aule austere del Parlamento Europeo agli spazi ben più aulici del Teatro dell’Opera di Roma. Nel presentare la nuova stagione il Sovrintendente Carlo Fuortes ribadisce infatti la volontà di investire sul lavoro, valorizzando le risorse interne, senza effettuare ulteriori tagli che risulterebbero insostenibili e nocivi per la sopravvivenza dell’Ente lirico della Capitale. Assente il Sindaco Ignazio Marino, Fuortes ce la mette tutta per evidenziare i punti positivi: venticinque recite in più rispetto allo scorso anno, la definitiva consacrazione internazionale garantita dalla presenza di Riccardo Muti, il quale porterà Ernani a Salisburgo nell’agosto del 2015. Eppure tutto questo non basta per indicare un deciso cambio di passo. Senza voler chiamare in causa le vette di produttività garantite ad esempio dai teatri austriaci o tedeschi, basta guardare al Teatro alla Scala per capire come la strada da fare sia ancora lunga e piena di ostacoli. Nove i titoli operistici rispetto ai diciotto offerti dall’Ente scaligero, un cartellone sclerotizzato su opere onnipresenti e francamente di scarso interesse (l’ennesima Tosca, un secondo Rigoletto dopo quello che andrà in scena il prossimo ottobre), una programmazione che trascura totalmente l’anniversario straussiano, come del resto era accaduto anche la scorsa stagione. Fra gli aspetti positivi la presenza di vari registi di rilievo fra i quali ricordiamo Pier’Alli, impegnato nel nuovo allestimento dell’ Aida inaugurale, Peter Stein, al quale viene affidata la Dama di Picche, Luca Ronconi, il quale porterà in scena Lucia di Lammermoor e Graham Vick, che si immergerà nelle atmosfere novecentesche di Ascesa e caduta della città di Mahagonny di Kurt Weill. Non mancano poi i direttori di fama internazionale come Jesus Lopez-Cobos, al suo debutto operistico romano con il Werther di Massenet, James Colon e John Axelrod. Fra i motivi di interesse ricordiamo inoltre la programmazione di un titolo contemporaneo, I was looking at the ceiling then I saw the sky, opera di John Adams composta nel 1995, in scena con la regia di Giorgio Barberio Corsetti. Come si accennava sopra si apre il 27 novembre con l’ Aida diretta da Riccardo Muti, protagonista un cast di livello composto da Krassimira Stoyanova, Violeta Urmana e Alexsandrs Antonenko. Il Maestro Muti tornerà poi in maggio per le mozartiane Nozze di Figaro offerte nel nuovo allestimento di Andrea De Rosa con le voci di Rosa Feola, Markus Werba, Michaela Selinger e Carlo Lepore. Classici del balletto come Coppelia, Lo Schiaccianoci e Giselle completano un cartellone alterno, con vari spunti di interesse e numerose lacune. Per un reale rilancio del Teatro dell’Opera di Roma, da anni ventilato ma mai effettivamente realizzato, non basta la pur prestigiosa presenza di Muti. Occorrono altresì una internazionalizzazione del repertorio ed un aumento della produttività, elementi base per restituire all’Ente lirico della Capitale il ruolo da protagonista che merita.

Riccardo Cenci

Articolo precedenteSemestre: quali compiti per l’Italia
Articolo successivoIn Germania il salario minimo è legge
Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui