Sempre più lontana una soluzione della crisi ucraina
Le parole di Federica Mogherini riguardo la crisi ucraina, pronunciate subito dopo la sua nomina ad Alto rappresentante per gli affari esteri della UE, sembrano quasi voler dissipare i dubbi espressi da alcuni Paesi dell’Europa centro orientale, secondo i quali il ministro italiano non sarebbe la persona adatta per contrastare le mire espansionistiche di Mosca. Non a caso Presidente del Consiglio Europeo è stato nominato il polacco Donald Tusk, il quale non ha esitato a evocare gli spettri del 1939, quando l’Europa precipitava nel baratro proprio a causa di una politica incerta e cieca di fronte alla minaccia nazista. Senza voler tracciare parallelismi allarmanti, l’inasprirsi del conflitto in Ucraina preoccupa e deve far riflettere i leader europei.
La Mogherini da parte sua ha ribadito la necessità di una soluzione diplomatica, perché una escalation militare non porterebbe a nulla di buono. Contemporaneamente ha sottolineato come Putin abbia disatteso tutte le sue promesse. La distanza fra impegni presunti e comportamenti concreti è stata enorme. Non a caso mentre il ministro degli esteri russo Lavrov esprime la volontà di arrivare ad un cessate il fuoco immediato, il presidente Putin non manca occasione per ricordare la forza nucleare della Russia, ribadendo che le sue truppe potrebbero arrivare velocemente a Kiev, se solo ne avessero la volontà.
La UE propone un ultimatum di sette giorni, al termine dei quali verranno varate nuove e più dure sanzioni economiche. A questo punto ci si domanda quanto Mosca sia preoccupata dai provvedimenti messi in campo da un’Europa debole, già fiaccata da una crisi economica senza precedenti. Ci si chiede inoltre a quanto l’Europa sia disposta effettivamente a rinunciare, al di là dei proclami di solidarietà nei confronti dell’Ucraina.
Secondo la Mogherini occorre sostenere il principio per il quale «un Paese possa scegliere l’opzione europea senza per questo danneggiare o minacciare la Russia». Ora la Russia stessa sta minando i rapporti con l’Europa, violando l’integrità territoriale dell’Ucraina. Putin ha espresso la volontà di creare un’entità statale, satellite di Mosca, nella parte orientale del Paese. Cosa alla quale il governo di Kiev non intende piegarsi. Fatte queste premesse, un’intesa appare improbabile. Nel frattempo i combattimenti vanno avanti, il numero dei profughi aumenta e il solco fra i due popoli, una volta fratelli, si sta allargando in maniera irreversibile.
Riccardo Cenci
Foto © European Community, 2014