Ucraina: vince Poroshenko, crescono i nazionalisti

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Elezioni parlamentari, per gli exit poll gli ucraini scelgono la continuità: fiducia al presidente, ma il nuovo parlamento avrà un volto nazionalista

Secondo gli exit poll condotti da vari istituti, alcuni collegati a gruppi internazionali come Gallup, il partito del presidente ucraino Petro Poroshenko sarebbe in testa con circa il 23 per cento dei voti alle elezioni parlamentari tenute oggi in Ucraina, con un lieve margine di distacco dai nazionalisti del Fronte Popolare del premier Arseni Yatsenyuk, che si attesterebbe sul 21 per cento. Al terzo posto con il 14 per cento si attesterebbe Samopomic, il partito di nuova costituzione guidato da Andrei Sadovuy, sindaco della città occidentale di Lvov. “Possiamo dire oggi che un terzo degli elettori sostiene la linea del presidente per la realizzazione di riforme atte all’ingresso nell’Unione europea”, ha dichiarato Yuriy Lutsenko, il leader del Blocco Poroshenko.

Con un sorprendente 7 per cento dei consensi entra alla Verkhovnaja Rada il Blocco d’Opposizione dell’ex vicepremier Yuriy Boyko, una coalizione comprendente tutti gli schieramenti collegati con il Partito delle Regioni del deposto presidente Viktor Yanukovic. Al quinto posto si classificherebbe il Partito Radicale dal nazionalista Oleg Lyashko con oltre il 6 per cento, avanti di pochissimo agli ultranazionalisti del partito di estrema destra Svoboda.

Con poco più del 5 per cento dei voti entra in Parlamento anche Batkivshchyna, lo schieramento dell’ex premier e leader della Rivoluzione Arancione Julija Timoshenko, che ha impostato la sua campagna elettorale sulla convocazione di un referendum nazionale per l’ingresso dell’Ucraina nella NATO e per l’imposizione di sanzioni contro la Russia.

Avendo superato lo sbarramento previsto, dunque saranno sette i partiti politici ad avere rappresenza in Parlamento, che avrà un volto molto più nazionalista rispetto a quello precedente: la maggioranza comunque sarà composta da schieramenti filo-occidentali che dovrebbero garantire a Poroshenko il sostegno per le politiche. Il condizionale è d’obbligo, poichè l’elevato consenso ottenuto dal Fronte Popolare obbligherà i moderati del partito del Presidente a relazionarsi con i nazionalisti di Yatsenyuk.

A differenza di quest’ultimo, Poroshenko è un uomo di pace. Ma in un Paese che ha rafforzato il parlamentarismo a scapito del presidenzialismo, e dove più di un terzo dei deputati è antirusso, i tentativi di dialogo nei confronti di Mosca potrebbero subire una battuta d’arresto, nel caso probabile della conferma a premier di uno Yatsenyuk forte del consenso elettorale ricevuto.

Alessandro Ronga

Foto © European Community, 2014

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Alessandro Ronga
Giornalista e blogger, si occupa di Russia e dei Paesi dell'ex Urss. Scrive per il quotidiano "L'Opinione" e per la rivista online di geopolitica "Affari Internazionali". Ha collaborato per il settimanale "Il Punto". Nel 2007 ha pubblicato un saggio storico sull’Unione Sovietica del dopo-Stalin.

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