Il presidente uscente del Consiglio europeo: «Nessuno è insostituibile»
Ieri sera si è svolto l’ultimo consiglio europeo dell’era Barroso. Dopo aver ricoperto la carica di presidente della Commissione per vent’anni, e aver presieduto 75 riunioni di capi di Stato e di governo, ora lascia il posto al suo successore, Jean-Claude Juncker. Insieme a lui, anche il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, dopo cinque anni, lascia il posto a Donald Tusk.
È stata la tedesca Angela Merkel a salutare i due a nome di tutti i leader dell’Unione, cosegnando loro, come ricordo alcuni doni: al presidente uscente della Commissione, una foto incorniciata e firmata dai leader di tutti gli Stati, mentre per l’ormai ex presidente del Consiglio Ue un piatto di porcellana con l’inicisione di alcuni versi di una delle sue poesie che hanno come protagonista l’Europa. Questo momento di commiato ha avuto luogo alla presenza dei loro successori, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, ma anche di di Mario Draghi e Jeroen Dijsselbloem.
E se Barroso ha voluto spendere poche parole per il suo congedo, ringraziando semplicemente «per aver reso possibile salvare l’Unione europea», Van Rompuy ha invece colto l’occasione per dare il suo addio, non solo al consiglio Ue, ma alla politica.
«Questo non è un addio, questo è l’addio – ha dichiarato – perché segna la fine della mia vita pubblica e politica». Il presidente uscente del Consiglio Ue si è dimostrato fermo nella sua decisione, senza tuttavia nascondere una certa malinconia: «C’è una vita dopo la politica – ha commentato – ma c’è l’inevitabile nostalgia».
Van Rompuy ha tuttavia concluso il suo “saluto” con una considerazione molto schietta e lucida: «C’è stato un consiglio europeo prima di me – ha affermato – e ce ne sarà uno dopo. Nessuno è insostituibile» infine, ha augurato «buon vento» al suo successore Donal Tusk e al nuovo presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker.
Fiasha Van Dijk