Falliti gli accordi di Minsk, proseguono i combattimenti fra esercito ucraino e milizie separatiste

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mentre Putin cerca di spezzare il fronte europeo grazie all’aiuto del neoeletto Tsipras

Mentre il governo di Kiev e i separatisti si scambiano accuse reciproche riguardo il fallimento dei negoziati di Minsk, infuriano i combattimenti in particolare nella zona di Debaltseve. Una città strategica a metà strada fra Donetsk e Lugansk, già conquistata dai ribelli ed in seguito ripresa dall’esercito ucraino. Notizie dell’ultima ora parlano di interi quartieri controllati dai separatisti, con il governo di Kiev che sta provvedendo all’evacuazione di parte della popolazione. Chi resta si arrangia come può, rifugiandosi nel sottosuolo o rischiando la vita nei bombardamenti. Nel centro manca ormai l’energia elettrica, mentre l’acqua viene distribuita da autobotti.

Come in occasione dei recenti attacchi a Mariupol, l’offensiva mira saldare le sacche separatiste in vista dell’obiettivo finale, ovverosia il ricongiungimento con la già annessa Crimea. Evidentemente al Cremlino c’è chi ha nostalgia del grande impero Sovietico e vorrebbe riguadagnarne i confini, almeno per quanto possibile. Tutto questo nella certezza che l’Europa non può in alcun modo intervenire militarmente, mentre dal punto di vista delle sanzioni adotta la logica del compromesso. I ventotto hanno infatti deciso la proroga delle misure anti Mosca sino al prossimo settembre, senza peraltro inasprirle, ma non hanno posto in essere quel salto di qualità necessario per cercare di porre fine all’escalation del conflitto. La richiesta di ipotetiche nuove misure presentata alla Commissione Europea appare ancora troppo fumosa per spaventare il Cremlino.

Nel frattempo Putin trova un insolito alleato nel neoeletto Alexis Tsipras. Un discorso comunque non nuovo se pensiamo che, già nel 2012, Mosca aveva pensato di aiutare Atene nell’estinzione del debito con la UE. Il legame fra i due Paesi del resto è forte, e non si limita esclusivamente alla comune appartenenza ortodossa. Già allora si paventava un’uscita della Grecia dall’euro in virtù di un rinnovato accordo con la Russia. Ora Putin pensa di rompere le uova nel paniere ad un’Europa già divisa contando sull’appoggio del governo Tsipras. La Russia sarebbe dunque disposta a fornire aiuti finanziari alla Grecia, come dichiarato dal ministro delle finanze Anton Siluanov, in cambio di uno sgambetto a Bruxelles. In quest’ottica va letta forse la spavalderia con la quale il leader greco ha approcciato il discorso Europa, salvo poi fare parzialmente marcia indietro. Per ora infatti Tsipras esclude di ricorrere all’aiuto di Mosca, come dichiarato oggi a Nicosia. Scenari delicati, dagli equilibri precari e continuamente mutevoli.

Il New York Times rivela infatti che l’amministrazione Obama potrebbe arrivare dove l’Europa non vuole giungere. Armare Kiev per riequilibrare le forze con i separatisti, i quali possono contare sull’appoggio di Mosca. Se da un lato l’arma delle sanzioni appare spuntata, dall’altro l’unica maniera per impedire l’annessione forzata di altri territori alla Federazione Russa sembra essere quella di mettere l’esercito ucraino in condizione di battersi ad armi pari con i ribelli. Una ipotesi pericolosa, che rischia di alimentare ancora un conflitto già sanguinoso.

Tutto questo mentre il leader dell’opposizione al Cremlino Alexei Navalny ha indetto per il prossimo primo marzo una manifestazione di protesta contro la gestione della crisi ucraina. Di recente condannato a tre anni e mezzo di reclusione con la sospensione della pena, Navalny punta a screditare l’operato di Putin, evidenziando in particolar modo la crisi economica che sta colpendo il Paese.

Riccardo Cenci

Foto © Itar Tass – Barcroft Media

 

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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