L’angolo enogastronomico del sabato. I vini da intenditori

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Nelle terre del Salento, il negroamaro di Conti Zecca sempre più apprezzato nei mercati del Vecchio Continente

Esporta vino di qualità in Europa (l’espansione sui mercati europei è tra gli obiettivi dell’azienda) e nel mondo l’Azienda Agricola Conti Zecca, profondamente radicata nel Salento, a Leverano e Salice Salentino, dove produce 2 milioni 800mila bottiglie annue nei suoi 320 ettari vitati a Negroamaro, Primitivo, Aglianico. «Tre grandi vitigni del Sud Italia che nel Salento trovano le condizioni climatiche per interpretarli al meglio» sottolinea l’enologo Ferdinando Antonio Romano, laureato in Agraria all’Università di Padova con specialità in Enologia e Viticoltura. Da sempre in Azienda, dove ha lavorato anche suo padre.

Conte Alcibiade Zecca-
Conte Alcibiade Zecca

I vini della Puglia, del Salento, possono essere accostati ai supertuscan? «Non facciamo questi paragoni. Noi facciamo vini di alta qualità. Siamo arrivati a fare dei vini che non hanno niente da invidiare agli altri grandi vini italiani» risponde il Conte Alcibiade Zecca titolare con i fratelli Francesco, Luciano e Mario dell’Azienda Agricola Conti Zecca.

A Roma Alcibiade Zecca con l’enologo e il direttore tecnico hanno presentato nella sede della Fondazione Italiana Sommelier 10 annate del gioiello di famiglia dell’azienda: “Nero”. Una verticale che ha avuto il duplice scopo di far conoscere il vino con le sue potenzialità e di festeggiare gli 80 anni dell’azienda sorta nel 1935. Un omaggio al Negroamaro, predominante per il 70%, e Cabernet Sauvignon per il 30%, che conferisce quel taglio “pugliese” rendendolo più nobile, meno provinciale. Matura 18 mesi in barriques di legno francese, 12 mesi in botti di rovere e 6 mesi di affinamento in bottiglia; 3 anni prima di essere messo in commercio.

Il Nero nel corso degli anni ha acquistato sicurezza, è diventato adulto (la prima annata è del 1998) e internazionale, ma soprattutto è un vino di corpo, rosso rubino intenso con riflessi granata, speziato, con un indice alcoolico che raggiunge 14%. «Il Nero è un vino un po’ a se stante, che nasce dal vitigno negroamaro, coltivato quasi esclusivamente nel Salento, nella provincia di Lecce – spiega Fernando A. Romano -. E’ nato dalla volontà degli studi sui supertuscan; avevamo visto come il sangiovese unito a un vitigno internazionale avesse dato risultati eccellenti. Abbiamo preso lo spunto da questa tecnica per portare anche in Puglia un super Salento, super Puglia – prosegue Romano -. In Puglia ancora non c’è quella massa critica di aziende che sono riuscite ad emergere, così come è avvenuto in Toscana e in Piemonte, altro punto di riferimento».

Fernando Antonio Romano
Ferdinando Antonio Romano

A dimostrare la qualità del Nero c’è la produzione che si aggira sulle 30-35 mila bottiglie all’anno, su una produzione complessiva di quasi 2milioni 800mila bottiglie annue, ed è molto apprezzato all’estero soprattutto nei mercati anglosassoni (Stati Uniti, Canada, Inghilterra), ma anche in Europa e in Giappone. Gli altri vini rossi, rosati e bianchi, “vini delle Tenute” (Tenuta Cantalupi, Tenuta Donna Marzia, Tenuta Saraceno, Tenuta Santo Stefano) vengono distribuiti e venduti in Italia (70%) e all’estero (30%).

A chi si ispira? Chi il suo maestro? «Ho avuto la fortuna di conoscere il grande enologo Giacomo Tachis, il padre dell’enologia moderna italiana» conclude l’enologo Fernando Antonio Romano, nato a Leverano, comune che ha dato vita insieme ad altri borghi limitrofi al Gal “Terra d’Arneo”.

Di Giacomo Tachis, ritenuto l’artefice del Rinascimento del vino italiano e creatore del “Sassicaia”, “Tignanello”, “Solaia”, “Cervaro della Sala”, “Saffredi” e tanti altri vini famosi in Italia e nel mondo, Daniele Cernilli nel suo libro “I racconti (e i consigli) di Doctor Wine” ha scritto: «Giacomo Tachis è soprattutto un ricercatore e un umanista. Ha una biblioteca di testi antichi sul vino che farebbe invidia a qualunque storico della materia. E forse, se c’è un vero storico della materia, è proprio lui».

 

Enzo Di Giacomo

Foto di apertura © 2015 European Parliament

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Enzo Di Giacomo
Svolge attività giornalistica da molti anni. Ha lavorato presso Ufficio Stampa Alitalia e si è occupato anche di turismo. Collabora a diverse testate italiane di settore. E’ iscritto al GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica) ed è specializzato in turismo, enogastronomia, cultura, trasporto aereo. E’ stato Consigliere dell’Ordine Giornalisti Lazio e Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Revisore dei Conti Ordine Giornalisti Lazio, Consiglio Disciplina Ordine Giornalisti Lazio

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