L’emergenza migranti a Calais spinge Francia e Inghilterra a chiedere aiuto

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Di fronte alle nuove sfide mondiali l’Unione europea deve elaborare una strategia globale, senza la quale rischia di favorire gli estremismi

Molti sono gli artisti che, oggi e nel recente passato, si sono confrontati con le tematiche dell’immigrazione. Solo in ambito filmico l’elenco sarebbe lunghissimo. Ricordiamo ad esempio Welcome di Philippe Lioret, che nel 2009 fu campione d’incassi in Francia e non solo. Eppure non sempre il successo al botteghino coincide con un reale risveglio delle coscienze. Facile è commuoversi nel buio di una sala cinematografica, più arduo è mostrare una vera solidarietà nei confronti di chi, meno fortunato di noi, è costretto a fuggire dal proprio Paese per cercare un futuro migliore.

Il film narra la storia di Bilal, giovane profugo curdo giunto nell’inferno di Calais con la speranza di raggiungere la sua ragazza in Inghilterra, prima che questa vada in sposa a un ricco cugino secondo la volontà del padre. Perirà, nonostante l’aiuto di Simon, nel vano tentativo di superare la Manica a nuoto. Lioret polemizzava apertamente con il governo Sarkozy e con la legislazione francese in tema di immigrazione, assolutamente disumana e pronta persino a colpire i cittadini colpevoli di aiutare gli stranieri.

20090627ManifNoBorderCalais.jpgPoco è cambiato da quando è stata girata quella pellicola. La situazione è anzi notevolmente peggiorata. Di fronte all’assalto dei disperati a Calais, intensificatosi nelle ultime settimane, si pensa solo ad aumentare il filo spinato e a inasprire le sanzioni contro chi affitta una casa a un clandestino. Il progetto di legge che verrà discusso nel Parlamento inglese nel prossimo autunno non sembra puntare al cuore del problema.

Il rafforzamento dei controlli non è la soluzione. Non si possono ignorare queste persone, le quali sovente giungono da luoghi devastati da guerre e violenze, precipitandoli in un Limbo senza ritorno. Non è moralmente accettabile che i migranti vengano abbandonati sulle linee di frontiera, come è accaduto al confine fra Italia e Francia, e come accade ora a Calais.

Il caso Calais rischia inoltre di giocare un ruolo importante nelle prossime elezioni regionali francesi, favorendo l’ascesa dell’estrema destra. L’opinione pubblica viene continuamente sobillata riguardo la questione migranti, che non a caso è divenuta il suo problema principale.

Francia e Inghilterra chiedono ora aiuto all’Europa, quasi dimenticandosi di aver chiuso le porte in faccia all’Italia quando questa parlava di un maggiore coinvolgimento dell’intero continente nella gestione dei flussi. Finchè non si comprenderà che il problema è globale, e si continuerà a demandare alla buona volontà dei singoli Stati l’elaborazione di soluzioni praticabili, non si riuscirà a mettere in campo una strategia veramente efficace. Di tutto questo si avvantaggeranno gli estremisti, con conseguenze difficilmente prevedibili.

Purtroppo l’arte può solo mostrare la realtà, ma non può in alcun modo sostituirsi alla politica. Questa sino ad oggi si è dimostrata incapace di gestire il fenomeno. Il mondo cambia rapidamente, ponendoci di fronte nuovi sfide. L’Europa deve svolgere il suo ruolo senza abdicare alla propria umanità, senza chiudersi eccessivamente in se stessa, ma anzi proponendosi quale veicolo di sviluppo e di civiltà.

Riccardo Cenci

Foto © Wikicommons

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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