La guerra in Ucraina seguita a mietere vite umane nell’indifferenza generale

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Nel frattempo il Paese soffre per una grave crisi economica. Mariupol torna alle elezioni dopo i brogli dell’ottobre scorso.

Una fredda mattina d’inverno a Ternopil, nell’ovest dell’Ucraina. La neve, caduta durante la notte, si è trasformata in fango sotto la pioggia battente. Al telegiornale trasmettono le immagini di un funerale, l’ennesimo, di un soldato caduto nel Donbass. Un compagno d’armi lo ricorda piangendo, una donna che dice di aver lavorato in ufficio con lui prima dello scoppio della guerra ne elenca con enfasi le doti morali e umane. IMG_0734Non sappiamo se il servizio vada in diretta. Ci precipitiamo al cimitero per raccogliere qualche testimonianza. Troppo tardi. Quando siamo sul posto è già tutto finito. Pochi fiori agonizzano sotto un pioggerella fastidiosa e sottile. Evidentemente si è trattato di un rito breve, privo dell’enfasi solitamente destinata a queste occasioni. Forse la gente vuole solo dimenticare, preferisce nascondere il fatto che, dall’altra parte del Paese, i giovani seguitano a morire per un conflitto incomprensibile e inutile.

IMG_2918Torniamo nel piccolo appartamento che abbiamo affittato, in un tipico caseggiato come ce ne sono tanti nell’ex Unione Sovietica. Lungo la strada vediamo un gruppo di persone che fa la fila attorno ad un’automobile giunta da fuori per portare acqua e cibo. Scene d’altri tempi che qui sono all’ordine del giorno. Infatti l’acqua che arriva nelle case non è potabile, e a volte manca del tutto. Esce dai rubinetti a singhiozzo, con un colore giallognolo per nulla rassicurante.

Alla televisione trasmettono immagini della guerra, alternate a pubblicità nelle quali il Paese appare del tutto diverso, pieno di gioventù ricca e sorridente. Un militare intervistato al telegiornale parla di una notte più tranquilla del solito, con pochi spari e lo scoppio di qualche granata. Normalmente i cannoneggiamenti notturni sono più intensi e violenti. Forse proprio in uno di questi bombardamenti è stato ucciso il giovane sepolto stamattina, o forse è stato colpito da un cecchino, non è possibile saperlo. La notizia è stata data in maniera sbrigativa, scarna e poco dettagliata.

Subito dopo si parla del prezzo del pane, schizzato alle stelle, e della chiusura di alcune fabbriche. L’economia agonizza, mentre la gente si arrangia come può. Altro argomento topico le nuove elezioni in corso di svolgimento a Mariupol, città strategicamente fondamentale nel nuovo assetto del territorio, dopo che il voto delle ultime consultazioni amministrative è stato invalidato a causa dei numerosi brogli.

IMG_2919Fra una notizia e l’altra la televisione trasmette uno spot nel quale l’esercito ucraino viene presentato come un’arma modernissima e implacabile. Immagini di soldati i quali marciano con perfetta disciplina, i volti sorridenti e decisi per difendere il suolo patrio, tank di ultima generazione mordono il terreno e jet supersonici sfrecciano nell’azzurro del cielo. In realtà le cose vanno diversamente. I militari al fronte vivono in condizioni igieniche precarie, il morale è basso, visto il trascinarsi di una guerra di posizione che pare infinita. Molti giovani sono fuggiti all’estero, nella vicina Polonia e in altri Paesi della Ue, dove è possibile trovare l’appoggio di un amico o di un parente, per sfuggire alla coscrizione obbligatoria.

Usciamo di nuovo nella città quasi deserta. Poche madri spingono le loro carrozzine come pesanti fardelli. Alcuni vecchi passeggiano per le strade dissestate, portando un pensiero indecifrabile nella testa. Forse ricordano ancora la gloriosa vittoria contro il demone nazista, e non riescono a capacitarsi delle ragioni di una guerra intestina che sta lacerando il Paese, tracciando solchi difficilmente sanabili.

Nel frattempo la Ue e il mondo intero paiono distratti dalla minaccia dell’Isis. Lo scenario mediorientale ha distolto di nuovo l’attenzione da questo angolo di mondo dimenticato dai più, che assurse alla ribalta internazionale solo in occasione del disastro di Cernobyl. Eppure il futuro dell’Europa dipende anche da quanto accadrà in Ucraina, dai futuri e ancora incerti assetti di questo tormentato Paese.

Riccardo Cenci

Foto © Riccardo Cenci

In basso il fotogramma di un servizio andato in onda su 24 tv.ua

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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