Brexit: Cameron vuole accelerare i tempi e chiede accordo con Ue per Natale

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Il premier britannico vorrebbe discutere il pacchetto di riforme già nel summit europeo di dicembre. Tusk: «Lo aiuterò. Pronti a convincere i nostri funzionari»

Dopo mesi e mesi di stallo, nelle ultime settimane Cameron ha deciso di spingere l’acceleratore sulla questione Brexit. Il primo passo è stato fatto a inizi novembre, quando il premier britannico ha inviato l’ormai nota lettera al presidente del Consiglio europeo nella quale illustrava le sue condizioni per evitare un’uscita della Gran Bretagna dall’Ue. Le proposte di riforma di Cameron vertono intorno a quattro punti fondamentali: governance, sovranità, competitività e immigrazione. La richiesta è di arrivare, su questi punti, ad accordi «giuridicamente vincolanti».

Tusk non si sbilancia: subito individua, in quelle richieste, aspetti «altamente problematici»: si pensi per esempio alla questione del Welfare, le cui garanzie verso gli immigrati all’interno dell’Ue dovrebbero, secondo Cameron, essere ridotte. Dall’altra parte il premier britannico auspica «flessibilità» e parla di una «missione non impossibile».

Ora, una nuova accelerazione sui tempi: l’inquilino di Downing Street chiede infatti al presidente del Consiglio europeo che il dossier sul referendum contenente le sue proposte di riforma venga discusso già al vertice previsto per il 17-18 dicembre e non più a febbraio.
Tusk si dice pronto ad aiutarlo ma appare comunque dubbioso. «Se è pronto ad assumersi il rischio – commenta – io lo aiuterò. Ma sarà il suo rischio. E la mia responsabilità». E poi spiega:  «Vorrei evitare il pericolo che noi si presenti una proposta di intesa finale ancora con qualche dubbio o critica da parte di qualche Stato, perché a quel punto il rischio di un fallimento sarebbe molto evidente». Come appare evidente, il timore è che la fretta possa compromettere quanto fatto finora.

«Le nostre opinioni personali di uomini politici erano che dicembre sarebbe meglio di febbraio – ha spiegato Tusk  – però i nostri funzionari sono più scettici e cauti. Noi siamo più preoccupati per la responsabilità del risultato finale, cioè del referendum. Loro pensano alla base legale». Dall’altra parte però c’è un leader politico che sente di avere i minuti contati e sa che poter disporre di più tempo per discutere del referendum a casa propria costituisce comunque un vantaggio. Esigenza che il presidente del Consiglio europeo comprende bene tanto che dichiara: «Se Cameron pensa che dicembre sia meglio per poi organizzare il referendum lo aiuterò e sono pronto a convincere i nostri funzionari».

La posta in gioco è alta. Il referendum è vicino: il premier britannico recentemente ha annunciato di volerlo anticipare addirittura al mese di giugno 2016. Sono stati gli euroscettici del suo partito, quello conservatore, a richiedere a gran voce la consultazione e lui non ha potuto che accontentarli, nella speranza di una rielezione.

Ora a Cameron serve che l’Europa appoggi le sue richieste cosicché lui possa tornare in patria con qualcosa di concreto che lo aiuti a convincere il suo popolo a votare sì al referendum. Il premier britannico ne ha bisogno tanto più in questo momento così delicato in cui gli equilibri si mostrano vacillanti. Da un sondaggio realizzato per The Independent subito dopo i tragici fatti di Parigi, è emerso infatti uno scenario inedito: per la prima volta gli inglesi favorevoli alla Brexit hanno superato la soglia del 50% attestandosi al 52%. Un segnale che Cameron non deve aver ignorato.

Valentina Ferraro

Foto © European Parliament and Commission

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Valentina Ferraro
Laureata in letteratura contemporanea, ha lavorato per diversi anni come editor per una casa editrice romana, per poi avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura, intesa come mezzo di comunicazione a 360 gradi. Ha iniziato scrivendo di cinema e cultura per diverse testate sia online che cartacee (fra queste, “Il quotidiano della Sera” e il settimanale “Il Punto”). Dopo il primo viaggio a Bruxelles, nel 2014, ha scoperto un forte interesse per l’Unione europea, iniziando così ad approfondire le tematiche relative all’Ue. La spiccata curiosità per l’universo della “comunicazione 2.0” l’ha portata a mettersi alla prova anche come blogger. Di recente la scrittura ha incontrato un’altra sua grande passione: l’enogastronomia.

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