Risoluzione del Parlamento europeo per l’autorizzazione della Commissione all’immissione in commercio di semi di soia geneticamente modificati
Lo scorso 20 marzo 2015 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC, dall’acronimo inglese International Agency for Research on Cancer) – l’organismo specializzato dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) – ha classificato l’erbicida glifosato come “probabilmente cancerogeno” per l’uomo. Non altrettanto lo ha giudicato l’Autorità della sicurezza alimentare europea (EFSA) con sede a Parma, ritenendolo improbabile. Ma tanto è bastato affinché nella votazione di oggi in plenaria a Strasburgo, il Parlamento europeo abbia fortemente contestato alla Commissione, con una risoluzione legislativa votata a maggioranza, l’autorizzazione all’utilizzo di soia geneticamente modificata OGM resistente agli erbicidi in alimenti per uomini e mangimi per animali da macello, chiedendo di ritirarla.
I tre semi nel mirino sono FG72, MON 87708 x MON 89788 e MON 87705 x MON 89788, per i quali gli europarlamentari hanno approvato tre obiezioni separate, tutte presentate dal belga Bart Staes (Verdi), dalla finlandese Sirpa Pietikainen (Ppe), dalla francese Guillaume Balas (S&D), dall’irlandese Lynn Boylan (GUE/NGL) e dall’italiana Eleonora Evi (M5S/EFDD). I deputati europei contestano anche il fatto che gli OGM saranno autorizzati nell’intera Unione europea senza il sostegno degli Stati membri. D’altronde lo stesso esecutivo europeo ha deplorato il fatto che dall’entrata in vigore del processo di autorizzazione, ogni decisione sia stata presa dalla Commissione senza il sostegno di una maggioranza qualificata di Stati membri. E i parlamentari hanno sottolineato come, effettivamente, l’eccezione alla procedura sia diventata la norma per quanto riguarda le decisioni inerenti alle autorizzazioni di alimenti e mangimi geneticamente modificati.
E’ utile ricordare che un altro progetto di legge comunitaria avrebbe permesso ai singoli Stati membri dell’Unione europea di limitare o vietare la vendita e l’utilizzo sul proprio territorio di alimenti o mangimi OGM già approvati a livello Ue, ma era stato respinto dallo stesso Europarlamento nel mese di ottobre 2015. Questo perché la maggioranza dei deputati europei si era dichiarata preoccupata che la legge si potesse dimostrare irrealizzabile o avesse potuto condurre alla reintroduzione di controlli alle frontiere tra i Paesi favorevoli e quelli contrari agli OGM. La diatriba si risolse con una nuova richiesta alla Commissione europea di presentare un differente progetto di legge.
Fiasha Van Dijk
Foto © European Union – EP