Così il Presidente turco dopo le pressioni da parte dell’Ue che aveva ricordato il «dovere morale e legale» di accogliere i siriani che necessitano di protezione internazionale
Continua a essere critica la situazione in Siria. Ad Aleppo non si placano i conflitti fra le milizie ribelli e l’esercito siriano, appoggiato dall’aviazione russa. Nelle ultime ore l’esercito siriano è riuscito ad avanzare avvicinandosi sempre più ai confini con la Turchia: l’obiettivo è quello di occupare la città di Tall Rifaat (a circa venti chilometri dal confine) e poi Azaz e Marea, ultime roccaforti dei ribelli nella zona settentrionale di Aleppo.
È evidente che il confine turco ha un’importanza strategica fondamentale visto che, occupandolo, il regime potrebbe impedire la circolazione di armi e ribelli verso la Siria.
L’aggravarsi della situazione ha portato decine di migliaia di persone a fuggire dalla zona di Aleppo per dirigersi verso la frontiera turca. Secondo quanto riportato dal governatore della provincia frontaliera sarebbero in 35mila ad aver raggiunto negli ultimi due giorni la zona intorno alla città di Azaz. Fra queste, moltissime donne e bambini.
Una situazione che non può essere ignorata dal governo, soprattutto dopo il recente richiamo dei ministri degli Esteri dell’Unione europea che hanno ricordato alla Turchia che accogliere i rifugiati siriani costituisce un «dovere morale e legale». Tanto più se si considerano gli aiuti (3 miliardi di euro) che l’Ue offrirà ad Ankara per far fronte a tale emergenza.
«C’è un dovere morale e legale – ha ricordato l’Alto Rappresentante per la Politica estera Federica Mogherini – di proteggere coloro che necessitano di protezione internazionale, i richiedenti asilo. È indiscutibile che la gente che viene dalla Siria sia composta da siriani che hanno bisogno di protezione internazionale».
La risposta del presidente Recep Tayyip Erdogan arriva proprio in queste ore: «Il regime ha ormai occupato una parte di Aleppo – ha dichiarato alla stampa – Se i civili sono alle nostre porte e non hanno altra scelta, dobbiamo lasciare entrare i nostri fratelli e lo faremo».
I giornali locali riportano inoltre che Erdogan non escluderebbe la possibilità di un intervento militare in Siria. Il presidente turco teme infatti che, avvicinandosi i ribelli al confine, possano nascere complicazioni interne con la minoranza curda. Erdogan sarebbe dunque disposto a scendere in campo militarmente per evitare la creazione di uno stato curdo a nord della Siria.
Si tratta di un’ipotesi considerata pericolosa dal governo turco poiché potrebbe stimolare delle rivendicazioni anche da parte della popolazione turca di etnia curda.ù
Intanto anche la Cancelliera tedesca Angela Merkel si è recata proprio oggi ad Ankara per discutere dell’emergenza rifugiati con il premier turco Ahmet Davutoglu e il presidente Erdogan.
Valentina Ferraro
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