I Social Network in Europa e nel mondo

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Sempre più presi dai computer e dai cellulari, a volte trascorriamo molte ore al giorno davanti a questi mezzi informatici. E’ un bene o è un male?

Dalla comparsa di Internet il mondo è cambiato velocemente. Le E-mail hanno soppiantato le lettere e il telefono, e la stessa cosa è successa con l’avvento dei cellulari. Questi strumenti informatici hanno quasi creato una società di “muti” e di “scribacchini”. Ormai fa quasi fatica alzare la cornetta del telefono e digitare un numero telefonico. Ormai è frequente, infatti, vedere gente intenta a guardare quell'”aggeggio” perennemente acceso e sintonizzato sui messaggi o su uno dei social network. Se c’è da attendere in un ufficio o in un aeroporto, difficilmente si incontra gente intenta alla lettura di un quotidiano o di un libro cartaceo. Ormai gli occhi sono sempre puntati su uno schermo, più o meno grande, dal quale non si riesce a staccarsi. Non esistono più le piccole agendine telefoniche, preziose memorie della nostra vita sociale, ormai il cellulare è diventato lo strumento indispensabile della nostra vita vita privata, pubblica e “segreta”. E’ tutto memorizzato in quel piccolo oggetto diventato una specie di appendice del nostro corpo. Ormai ci si “messaggia” a tutte le ore e se per caso viene a mancarci il collegamento Internet ci sentiamo male, siamo agitati e cerchiamo qualcuno che può farci collegare attraverso il Wifi. Internet, croce e delizia dei nostri tempi. Ma quanto ne sappiamo sulla sua estensione, sui social più utilizzati e dove sono più utilizzati? Sicuramente vale la pena leggere qualche dato visto che siamo diventati “internauti” e “chiacchieroni muti, ma svelti con le dita”.

Di seguito la diffusione di Internet:

Nord America 81%
America Centrale 34%twitter-logo-2
Sud America 47%
Europa 78%
Africa 18%
Europa centrale e dell’est 54%
Medioriente 37%
Asia Centrale 29%
Asia del Sud 12%
Asia dell’Est 48%
Sudest Asia 25%
Oceania 63%
Ma l’avvento dei cellulari di ultima generazione ha spostato l’attenzione di Internet dal computer ai “telefonini” e le persone navigano maggiormente con questi ultimi perché più semplici da consultare e sempre a portata di mano.
Ma Internet nei cellulari, come ha cambiato la vita di noi tutti? I numeri sono abbastanza eloquenti sull’utilizzo che se ne fa, e ci sono anche delle sorprese. Qualcuno parla di abuso più che utilizzo, e forse ha anche ragione.

Queste le statistiche:

Nord America 101%
America Centrale 89%
Sud America 124%linkedin-logo
Europa 129%
Africa 67%
Europa centrale e dell’est 151%
Medioriente 112%
Asia Centrale 90%
Asia del Sud 72%
Asia dell’Est 92%
Sudest Asia 109%
Oceania 94%.

 

Ma sembra che ancora non basti e Facebook sta pensando di espandere la rete di accesso a Internet per mezzo di droni solari, mentre Google – per non essere da meno – prevede di spendere più di un miliardo di dollari per una flotta di satelliti in grado di diffondere ulteriormente Internet.

googleOrmai la nuova generazione non vuole ascoltare, ma solo “toccare” e l’ingegnoso Steve Job (ormai deceduto)  ha dato ai giovani – ma anche ai non più tali – quello che poteva andar bene per far trascorrere il tempo digitando (o smanettando) su una tastiera. Ma anche gli adulti sono cambiati e se prima leggevano il giornale cartaceo, oggi lo guardano online. Questo perché la sinapsi di chi è nato nell’era digitale è diversa da quella di chi è nato nell’era analogica, anche se studi scientifici hanno scoperto che se una persona anziana sta su FB più di tre ore al giorno, ringiovanisce.

 

Certo che se guardiamo quanto si sta sul cellulare c’è da spaventarsi. Basta guardare  il risultato di una indagine.
I ragazzi da 18 a 34 anni, che sono il 73%, utilizzano il cellulare per ben 45 ore al mese. Chi ha un’età compresa fra i 35 e i 54 ore, che sono il 47%, sta con il telefonino incollato all’orecchio per ben 30 ore e, infine, chi ha superato i 55 anni – il 18% – lo utilizza per 27 ore mensili.
Ormai l’efficacia dei mezzi tradizionali è in declino e sta emergendo una nuova definizione di mass media: il Social Media Marketing e i cambiamenti, che di solito vengono definiti cambiamenti dentro le ere, in realtà non sono niente altro che nuove ere, anche se fatichiamo a capirlo.

Uno studente diciannovenne di Harvard, Mark Zuckerberg, che aveva problemi di relazione con le ragazze per via della sua timidezza e non bellezza, co-fondò il sito con alcuni compagni di Università. Il mezzo funzionò talmente bene, e così velocemente, da diventare quello che è oggi. Per inciso, Mark Zuckerberg figura tra le 20 persone più ricche del mondo ed è anche il più giovane. Si ipotizza che ben presto diverrà il più ricco in assoluto!

Da amplificatore di relazioni fra le persone, è diventato un mezzo per promuovere i propri prodotti, rendere miliardari gli inventori, e far nascere nuovi lavori, legati al web e nascosti – che sono per la maggior parte in “nero”.
Il giorno in cui verranno a galla tutti i lavori dei cosiddetti “cazzeggiatori”, che hanno pagine con tanti click, il Pil di molti Paesi salirà notevolmente.scritta-facebook
Su Facebook ci sono 29 milioni di profili, dei quali un milione è falso. Praticamente quello che era nato nella massima trasparenza e onestà, uno strumento di altissima comunicazione e non di alienazione, ha cambiato il modo di vivere delle persone.
Ma quanti sono gli utenti di Facebook? Sembra incredibile, ma nel mondo ci sono ben un miliardo e trecentomilioni iscritti e sono così distribuiti.

Nord America 56%
America Centrale 34%
Sud America 44%
Europa 44%
Africa 7%
Europa centrale e dell’est 33%
Medioriente 24%
Asia Centrale 5%
Asia del Sud 7%
Asia dell’Est 43%
Sudest Asia 26%
Oceania 44%.

 

Se diamo un’occhiata al nostro Paese, constatiamo che gli italiani adulti sono collegati ogni giorno a Facebook per circa 2 ore e mezzo, mentreSamsung-ATIV-Smart-PC-XE500-01 i giovani superano ampiamente questo tempo.
A molte persone Facebook mette paura perché si sentono “spiate” dai vicini di casa, dagli amici, dai parenti e da estranei. Ma se da una parte è vero (non possiamo negare che si è un po’ tutti guardoni),  c’è da dire – e non è un mistero per nessuno – che siamo quotidianamente “monitorati” anche dai nostri Governi. Che dire: siamo tutti costantemente sotto i riflettori del “Grande Fratello”!

Ma veniamo anche ad un altro aspetto che interessa chi vede questi social come mezzo promozionale.  E allora, i Social Network fanno vendere ciò che viene pubblicizzato?
La risposta è no. I social Network non sono un mezzo per vendere i propri prodotti. Gli scrittori non vendono i propri libri, gli operatori non vendono i propri viaggi.
Nei social la gente vuole solo “chiacchierare”, lamentarsi, pubblicare vignette, parlare male del Governo, postare pensieri, pubblicare foto personali o di animali e chiedere consigli su determinati prodotti.
Per promuovere i propri lavori esistono altri mezzi, dai tradizionali a quelli informatici, ma se qualcuno pensa di vendere qualcosa su Facebook ha sbagliato mezzo.

Liliana Comandè

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Liliana Comandé
Giornalista pubblicista, è direttore editoriale e responsabile della rivista, prima cartacea e ora web, Travelling Interline che si occupa di turismo, cultura e attualità. Insegna "Comunicazione e Immagine" in una scuola superiore statale e imprenditoria femminile alle donne laureate. Per la sua attività nel campo giornalistico e turistico-culturale ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra i quali il "Golden Helm" a Berlino, e il "Gold Hercules International Award" conferiti a livello internazionale a personalità di spicco del settore turistico-culturale. Ha scritto varie prefazioni per libri di fotografie. La sua professione e la passione che nutre per le culture, le tradizioni e i luoghi stranieri, l'hanno portata a viaggiare moltissimo e molti dei Paesi visitati sono stati anche fonte di ispirazione delle sue poesie, pubblicate nel 2001, in particolar modo il Nord Africa e il Medioriente.

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