Il sogno cinese di Papa Francesco. Si va verso il modello vietnamita

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La sfida dell’Europa, del Vaticano e dell’Estremo Oriente a mantenere la pace e il dialogo tra governanti. Fondamentale il lavoro del segretario di Stato Parolin

E’ la Cina uno dei principali obiettivi pastorali e diplomatici del Vaticano. Lunedì 22 febbraio Papa Francesco ha incontrato nel pomeriggio alcuni bambini provenienti da tutto il mondo e ha confidato loro che prega ogni giorno per la Cina davanti all’immagine della Madonna di Sheshan. In questi ultimi anni la delegazione vaticana e quella cinese si sono incontrate tre volte, nel 2014 a Roma, nell’ottobre 2015 a Pechino e a gennaio di quest’anno ancora a Roma. In tutti questi incontri non sono stati rilasciati dichiarazioni ufficiali ma l’atmosfera che si respira in Vaticano è di ottimismo.DSCN0408 A febbraio di quest’anno il quotidiano on-line di Hong Kong Asia Times, ha pubblicato una intervista con Papa Francesco nella quale il pontefice loda la cultura e il popolo cinese e ha citato il confratello Padre Matteo Ricci che, cinque secoli fa andò missionario in Cina come uomo del dialogo attento all’incontro con le persone e rispettoso della cultura cinese. Dice in proposito Bergoglio «è stato in grado di entrare in dialogo con questa grande cultura e con questa saggezza secolare». Ha parlato anche di Marco Polo che portò gli spaghetti in Italia, della grande emozione provata attraversando lo spazio aereo cinese durante il suo viaggio apostolico a gennaio 2015 nello Sri Lanka e nelle Filippine. Bergoglio è consapevole che «mantenere l’equilibrio della pace è una grande sfida» e che l’Europa, il mondo occidentale e la Cina stessa hanno la capacità di mantenere tale equilibrio e la forza di farlo per questo, ribadisce il pontefice «dobbiamo trovare il modo di raggiungere tale obiettivo attraverso il dialogo. Altra via non c’è».

DSCN0539Massimo artefice del disgelo è senza dubbio il Cardinale Parolin Segretario di Stato Vaticano che sta cercando in maniera “soft” di far superare al Vaticano lo scoglio della presenza della Associazione Patriottica Cattolica Cinese, non legata al papato che nomina, consacra e ordina vescovi e sacerdoti ed è proprio sui vescovi che Roma e Pechino hanno le maggiori distanze. Il Vaticano su questo vorrebbe trovare un accordo con il governo cinese e avere quindi l’ultima parola, ma anche se in Cina un cattolico vuole essere fedele davvero al papa non dovrebbe più celarsi “nelle catacombe” come avviene ora, per coloro che appartengono alla chiesa detta clandestina o sotterranea. Si potrebbe quindi parlare con i governanti cinesi di applicare il modello vietnamita per la nomina dei vescovi, nel quale la Santa Sede presenta al governo un nome e se Hanoi approva, il Vaticano lo nomina ufficialmente altrimenti si ricomincia.

DSCN0547Sono molti i segnali del rinnovato interesse della Santa Sede per la Cina come la frase di Bergoglio ai giornalisti: «se andrei in Cina? Ma sicuro domani!» mentre le trattative riservate con Pechino iniziate da parte del Cardinale Parolin sin da quando era vice ministro degli esteri vaticano durante il pontificato di Benedetto XVI si sono ora intensificate. In occasione della via Crucis al Colosseo del 2013 vi fu la decisione di far portare la croce a due seminaristi provenienti dalla Cina, mentre lunedì 22 febbraio, in occasione del Giubileo della Curia Romana per L’anno della Misericordia, Papa Francesco ha condotto la processione verso la Porta Santa di San Pietro attorniato da centinaia di fedeli e ha voluto che durante la messa da lui celebrata nella “Preghiera universale dei fedeli” fosse inserita alla invocazione “preghiamo per i governanti”, la frase in cinese che tradotta dice: “Il Signore, che regge le sorti dei popoli, li liberi dagli inganni del potere, della violenza e dell’interesse personale. Invochiamo il Signore. Ti preghiamo ascoltaci”.

Per Bergoglio il dialogo è una dinamica positiva, i governanti cinesi sono abili e sanno come condurre il gioco, il Vaticano vorrebbe escludere compromessi e non deve sacrificare i diritti della Chiesa. Meglio prendere tutto il tempo necessario per giungere a stabilire rapporti diplomatici corretti. Del resto sebbene la Chiesa sia controllata in Cina, la maggior parte dei cinesi che vengono in Europa non fanno a meno di visitare San Pietro, ne è una prova le centinaia di essi che spesso alle prime luci dell’alba attraversano la Porta Santa.

 

Giancarlo Cocco

Foto © Giancarlo Cocco (in apertura l’affresco sito nella Biblioteca Vaticana che ritrae il Concilio di Nicea svoltosi nel 325 d.c. nel quale si intese ristabilire la pace religiosa)

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Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

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