Dublino, finestra sull’Europa. Sempre più italiani nella verde isola

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La capitale irlandese si appresta a commemorare i 100 anni dall’insurrezione del lunedì di Pasqua del 1916. Turismo in crescita con circa 9 milioni di visitatori

Tutto può succedere in Irlanda. Può succedere che cinque anni siano sufficienti a far ripartire un’economia in crisi.

Per capire lo “spirito irlandese” è necessario ricordare che nel novembre 2010 l’Irlanda (l’isola dei premi Nobel per la letteratura George Bernard Shaw, William Butlers Yeats, Samuel Beckett, James Joyce, Seamus Heaney) aveva concordato con l’Unione europea e il Fondo monetario internazionale un “pacchetto” di aiuti di 85 miliardi di euro per la ristrutturazione del sistema bancario e a sostegno del bilancio pubblico. Un lustro che è servito a riavviare l’economia che nel 2015 è cresciuta del 6%, dove un ruolo importante l’ha svolto anche il turismo. Il 2015 è stato un anno record per il turismo con 8,6 milioni di persone che hanno visitato l’Irlanda con un incremento del 14%.

Una crescita economica e turistica che ha favorito lo sviluppo di aziende che hanno aperto la strada a molti giovani che si sono stabiliti nella piccola isola verde del nord Europa.

Dublin_four_courtsDublino è la città che Lonely Planet nella speciale classifica “Best in Travel” mette al terzo posto fra le città da visitare nel 2016.

C’è attenzione verso quelle terre del nord che nel corso dell’Ottocento (la grande carestia del 1845-1848 provocò 1 milione di morti e 1 milione di emigrati) e nella prima metà del Novecento hanno subito una perdita consistente della popolazione. Oggi assistiamo ad un’emigrazione di ritorno e, soprattutto, a un flusso crescente di italiani che si recano in Irlanda per lavoro, soprattutto nel settore informatico. Sono oltre 12mila gli italiani che hanno registrato la loro residenza in Irlanda, secondo i dati dell’Ambasciata italiana a Dublino.

Si accennava agli scrittori insigniti del Premio Nobel che nel Novecento sono stati numerosi tanto da far parlare di Dublino come di una piccola città (poco più di 500mila abitanti) della letteratura. Dublino è arte, storia e quell’inconfondibile paesaggio verde che la caratterizza.

Storia dal popolo celtico dalla cristianizzazione del 4° secolo dopo Cristo, attraversando i secoli del dominio inglese sino ad arrivare al 1937, quando fu votata una nuova Costituzione con la quale lo Stato libero d’Irlanda divenne uno stato sovrano, indipendente e democratico.

GPO in una foto d'epoca
GPO in una foto d’epoca

Sono trascorsi 100 anni dall’insurrezione del lunedì di Pasqua del 1916, tappa fondamentale per il cammino verso l’indipendenza: l’Irlanda si appresta a celebrare il secolo con un vasto programma e a Dublino nella Domenica di Pasqua (27 marzo) la commemorazione più importante avrà luogo al General Post Office, simbolo dell’insurrezione del 1916. A Dublino da non perdere le visite guidate che consentiranno di conoscere i luoghi e i fatti dell’insurrezione (per maggiori dettagli www.1916rising.com e www.1916tour.ie). Tra gli eventi principali la mostra “Proclaiming a Republic: The 1916 Rising”, che si inaugura il 3 marzo al National Museum.

Dal 17 al 20 marzo Dublino si anima di musica, parate, spettacoli teatrali e tanto altro per il “Saint Patrick’s Day, la festa in onore del Patrono d’Irlanda a cui si deve la fioritura del Cristianesimo nell’Isola. Dal 2000 il “Saint Patrick’sPub Day” non è solamente una festa religiosa, ma un vero e proprio Festival nazionale, cardine del turismo irlandese.

Doheny & Nesbitt pub
Doheny & Nesbitt pub

Il pub come luogo anche per scrivere, perché in questi locali sono state scritte alcune delle più belle pagine della letteratura non soltanto irlandese. “Non bar anche se vi si beve, non ristorante anche se vi si mangia, non albergo anche se talvolta vi si dorme: ma luogo di culto”, ha sentenziato lo scrittore Flann O’Brien. Chissà se James Joyce nei suoi anni trascorsi a Trieste come insegnante di inglese abbia ritrovato nei caffè triestini la medesima atmosfera che si respirava nei pub di Dublino. Così come la respira Claudio Magris nel Caffè San Marco (“un’arca di Noè dove c’è posto per tutti”), dove lo scrittore di “Danubio” è solito sedersi per elaborare le sue pagine. Il Caffè San Marco ritrovo degli irredentisti e degli intellettuali triestini fu frequentato soprattutto dal fratello Stanislaus Joyce. A Trieste la famiglia Joyce soggiornò dal 1904 al 1915 e dal 1919 al 1920.

Di questi “luoghi di culto” in Irlanda ce ne sono migliaia e a Dublino quelli storici, cioè quelli che hanno fatto la storia della città, sono oltre 50. Come il Doheny & Nesbitt che ha 150 anni di storia, o il Brazen Head, il più antico della città. E visto che questi locali sono i portatori sani di un periodo della letteratura irlandese, non poteva mancare un itinerario della memoria con il “Dublin Literary Pub Crowl”.

Castello Dublino
Castello di Dublino

Il Castello di Dublino (sembra il titolo di un libro del londinese Horace Walpole) suscita un fascino particolare per il suo passato storico, con la Record Tower a ricordarlo.

Il Trinity College è un altro sito importante nella millenaria storia di Dublino. Fondato nel 1592 dalla regina Elisabetta I, annovera studenti illustri come il premio Nobel per la Letteratura Samuel Beckett. Una rarità bibliografica è rappresentata dal Libro di Kells, che contiene i quattro Vangeli con una decorazione da vedere e ricordare.

Il rispetto per la natura si concentra tutto in Phoenix Park, il più grande parco urbano d’Europa, che al suo interno ospita la residenza del Presidente della Repubblica, Farmleigh House, un’antica dimora georgiana del XVIII secolo, e lo Zoo di Dublino.

Va bene il rispetto per la natura, ma quello per l’arte? E’ nella National Gallery, inaugurata nel 1864, e arricchita nel corso degli anni dalle numerose donazione (vi fu anche George Bernard Shaw) che ne fanno oggi un Museo apprezzato e visitato.

 

Enzo Di Giacomo

Foto © Creative Commons e altre prese dall’autore

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Enzo Di Giacomo
Svolge attività giornalistica da molti anni. Ha lavorato presso Ufficio Stampa Alitalia e si è occupato anche di turismo. Collabora a diverse testate italiane di settore. E’ iscritto al GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica) ed è specializzato in turismo, enogastronomia, cultura, trasporto aereo. E’ stato Consigliere dell’Ordine Giornalisti Lazio e Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Revisore dei Conti Ordine Giornalisti Lazio, Consiglio Disciplina Ordine Giornalisti Lazio

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