Cresce l’utilizzo di energie rinnovabili nell’Unione europea

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Il rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente registra un calo dell’uso di carburanti fossili. Ma c’è ancora molto da fare per raggiungere gli obiettivi del 2020

L’Europa si sta dando da fare per ridurre l’uso di combustibili fossili. Questo quanto emerge dall’ultimo rapporto diffuso dall’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) che ci restituisce un quadro piuttosto chiaro in cui, fra i dati positivi, c’è da segnalare la crescente diffusione delle rinnovabili all’interno dell’Unione europea.

Fra gli Stati membri più “virtuosi” da questo punto di vista, ovvero coloro che hanno registrato percentuali più alte relativamente alla diminuzione di combustibili fossili, soprattutto gas e carbone, figurano Germania, Italia e Spagna. Più in generale, l’uso di energia pulita nell’Ue è passato dal 14,3% del 2012 al 15% del 2013. Dati, quest’ultimi, diffusi dall’Aea, che si mostrano del tutto coerenti con il 15,% rilevato da Eurostat per il 2014.

Secondo quanto emerso dal rapporto dell’Aea, nel 2013 grazie al maggior utilizzo di energia verde, la domanda di combustibili fossili dell’Ue è diminuita solaredi 110 milioni di tonnellate equivalente di petrolio, cifra che corrisponde alla decima parte di quanto viene utilizzato complessivamente nell’Unione europea. Nel 2014 il taglio è aumentato fino a 114 milioni di tonnellate. Questo  soprattutto a spese del carbone, che si è rivelato essere il combustibile maggiormente “rimpiazzato” dalle energie pulite, coprendo il 45% del totale dei carburanti fossili sostituiti; a seguire il gas naturale (29%).

Si può fare di più, questo è chiaro, ma queste percentuali possono essere lette come incoraggianti e servire da stimolo per migliorare e magari mettere in atto un processo di accelerazione nel taglio dei consumi di energia derivante da fonti fossili. Non bisogna infatti dimenticare che per il 2050 è stato eolicofissato un traguardo da raggiungere, ovvero un taglio di CO2 fra l’80% e il 95% rispetto al 1990; è dunque evidente quanta strada ci sia ancora da percorrere «per ottenere la trasformazione prevista del settore energetico».

Più a breve termine, c’è da tener presente l’obiettivo stabilito dall’Ue per il 2020, ovvero fare in modo che, entro quella data, il 20% dell’energia provenga da fonti rinnovabili.
D’altra parte è innegabile che le rinnovabili costituiscano il futuro dell’energia, e questo appare sempre più evidente anche sotto il profilo economico.

Nel settore, infatti, sono impiegati oltre un milione di addetti all’interno dell’Unione europea, generando un giro d’affari di circa 143,6 miliardi di euro. Questi dati, emersi dal rapporto dell’EurObserv’ER e relativi al 2014 dimostrano come le energie verdi abbiano un impatto importante sull’economia di molti Stati membri. A trainare il settore delle rinnovabili, l’eolico, che in Europa continua a generare il maggior numero di posti di lavoro, confermandosi dunque un’importante fonte di crescita.

Valentina Ferraro
Foto © Creative Commons

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Valentina Ferraro
Laureata in letteratura contemporanea, ha lavorato per diversi anni come editor per una casa editrice romana, per poi avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura, intesa come mezzo di comunicazione a 360 gradi. Ha iniziato scrivendo di cinema e cultura per diverse testate sia online che cartacee (fra queste, “Il quotidiano della Sera” e il settimanale “Il Punto”). Dopo il primo viaggio a Bruxelles, nel 2014, ha scoperto un forte interesse per l’Unione europea, iniziando così ad approfondire le tematiche relative all’Ue. La spiccata curiosità per l’universo della “comunicazione 2.0” l’ha portata a mettersi alla prova anche come blogger. Di recente la scrittura ha incontrato un’altra sua grande passione: l’enogastronomia.

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