Lunedì i 28 si esprimeranno sulla proposta della Commissione Ue per regolamentare la fine dei sovraccosti. Ansip: «Non possiamo andare avanti se non danno il loro accordo»
Giugno 2017: questo il termine previsto per la fine dei sovraccosti di roaming. La data è vicina, ma la questione è ancora lontana dall’essere risolta. Lunedì si riunirà il comitato Ue delle comunicazioni e in quell’occasione gli Stati membri voteranno per stabilire le nuove norme volte a evitare abusi e stabilire un “uso equo” del roaming. Eppure i Paesi dell’Ue sono ancora estremamente divisi su quella che si è dimostrata essere una questione piuttosto spinosa.
«Stiamo fornendo una soluzione equilibrata che è nell’interesse di tutti coloro che utilizzano telefoni cellulari e dispositivi collegati a
internet. Ogni europeo sarà in grado di muoversi senza costi aggiuntivi», così Andrus Ansip, vicepresidente responsabile del mercato unico digitale.Per poter rispettare l’agenda, tuttavia, lunedì servirà il via libera dai 28 Stati membri sulle nuove regole.
Entro il 15 dicembre è infatti prevista l’adozione delle nuove norme relative al roaming permanente, con le quali si tenta di evitare abusi da parte di coloro che utilizzano schede di un Paese nel quale in realtà non risiedono, soltanto perché offre tariffe più vantaggiose rispetto al proprio Stato di appartenenza.
La proposta della Commissione Ue che verrà votata lunedì prevede un uso illimitato del roaming, basato sul principio di residenza. Principio che viene esteso anche a coloro che, pur non avendo la residenza “ufficiale” in uno Stato, tuttavia vivono a tutti gli effetti in quel luogo. Si pensi per esempio a quella fetta di persone che, per lavoro o per motivi personali, per alcuni mesi l’anno si trova a vivere in un altro Paese, o agli studenti Erasmus. Tutte persone che mantengono «un legame stabile con il Paese di origine» e per questo rientrano fra coloro che potranno beneficiare delle nuove norme.
Per quanto riguarda invece le modalità di controllo di eventuali abusi, la proposta della Commissione prevede che gli operatori attendano un «periodo di osservazione di almeno 4 mesi», trascorso il quale potranno richiedere agli utenti la necessaria documentazione da esaminare purché questa non risulti «eccessivamente intrusiva».
Infine, nel caso in cui vengano riscontrati degli abusi, secondo la proposta gli utenti avranno diritto a un periodo di avvertimento minimo di 14 giorni prima che vengano applicati sovraccosti.
Questa la proposta della Commissione, «spetta ora agli Stati membri far succedere tutto questo, non possiamo andare avanti a meno che non diano il loro accordo» ha spiegato Ansip che si è detto anche «fiducioso» sulla possibilità di trovare un’intesa in merito.
Valentina Ferraro
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