Salvataggi che fanno commuovere, 30 milioni di euro per emergenza

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Gentiloni, l’Unione europea capirà la spesa eccezionale del governo. Esaltazioni, ma anche polemiche, sui soccorsi. Arrivano aiuti anche dalla Slovacchia

Per l’emergenza terremoti e neve degli ultimi giorni saranno stanziati subito 30 milioni di euro. In seguito ce ne saranno dei nuovi, nell’ordine di “alcuni miliardi”, per la ricostruzione nelle aree del Centro Italia colpite dal sisma fin dallo scorso 24 agosto. La decisione è stata presa dal Consiglio dei ministri di ieri. E aiuti importanti arrivano dai Paesi europei, l’ultimo quello della Repubblica Slovacca di giovedi con i container arrivati a Norcia.

«Sono convinto che l’Unione europea capirà l’eccezionalità della situazione» commenta il primo ministro italiano Paolo Gentiloni a proposito dello scomputo delle spese per il terremoto dal Patto di stabilità. Nel corso della riunione a Palazzo Chigi per decidere gli interventi è arrivata la notizia del ritrovamento di alcune persone vive sotto le macerie dell’Hotel Rigopiano travolto da una valanga.

Sollievo generale da parte dei responsabili di tutti i dicasteri, che hanno esteso gli effetti della dichiarazione dello stato di emergenza adottata lo scorso 25 agosto 2016 per Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria e autorizzato un primo, ulteriore stanziamento di 30 milioni, destinato a far fronte esclusivamente ai primi urgenti interventi di soccorso. «Tutte le richieste delle Regioni saranno esaudite», ha assicurato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro.

Mentre infuriano le polemiche sulla gestione dell’emergenza, ieri è stata la giornata dei miracoli. Dal governo si è fatto quadrato sul sistema dei soccorsi. Non tutto ha funzionato a dovere, è il ragionamento, ci sono state falle, ma va considerata la concomitanza di due eventi eccezionali, come le scosse e le intense nevicate su un territorio già compromesso. L’intenzione è comunque l’idea di fare un check-up alla macchina dell’emergenza, senza tuttavia scardinarne l’architettura che affida il coordinamento alla Protezione civile, in quanto Dipartimento della Presidenza del Consiglio.

La Protezione civile, attuale, tuttavia, non è quella dei tempi di Guido Bertolaso. Una serie di provvedimenti negli anni l’hanno depotenziata, rendendo più difficoltoso il suo ruolo di “capofila” di tutte le amministrazioni coinvolte nella prevenzione, allertamento e risposta alle emergenze: ministeri di Interno e Difesa, Regioni, Comuni, società autostradali, eccetera. E non aiuta il fatto che la legge delega per il riordino del Dipartimento, approvata dalla Camera, è ferma al Senato ormai dal settembre del 2015.

La straordinarietà della situazione in cui ci si trova dà anche qualche scusante. Si pensi all’Abruzzo: in una settimana angosciante le calamità naturali si sono unite. Sul territorio sono caduti quasi 20 milioni di tonnellate di neve in pochi giorni. Oltre 300mila persone sono rimaste al freddo, al buio e senz’acqua a causa di lunghi blackout e, solo tre giorni fa, quattro scosse di terremoto di magnitudo superiore a 5.0 hanno messo a dura prova i nervi di una popolazione già in difficoltà.

Senza contare la tragedia dell’hotel Rigopiano, investito da una valanga a Farindola (Pescara) il 18 gennaio; tanti i superstiti, un vero miracolo, ma mancano ancora all’appello tante persone, mentre le ricerche proseguono sotto una bufera di neve. Soprattutto il primo ritrovamento, quello del piccolo Gianfilippo (poi, per fortuna, sarà ricomposta l’intera famiglia Parete), con la stessa età di Alfredino (il povero bimbo del pozzo di Vermicino che nel 1981 fece piangere tutta l’Italia), come ricorda l’Agenzia Ansa. Il miracolo di Rigopiano ha il volto dei bambini. Quattro ne hanno salvati i vigili del fuoco e gli uomini del soccorso alpino, quasi 48 ore dopo che una slavina con un fronte di 300 metri ha sommerso il loro hotel sotto 5 metri di neve. Alla fine una giornata che si annunciava tragica per i soccorritori è stata memorabile.

«Una grande emozione. Un vero miracolo. Assicuro che preghiere sono arrivate da tutto il mondo, in tutte le lingue e in tutte le religioni. Qualcuno questa volta ci ha ascoltati», fra i vari commenti è quello che scrive Luigi Grasso a riassumere il sentimento che ha colpito tutta l’Europa. Quest’ultima, come ha promesso il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, farà tutto il possibile per aiutare l’Italia. Come ha fatto la Slovacchia, che l’altroieri ha inviato sedici container come aiuto a Norcia, una delle città colpite dal precedente sisma. Il ministro degli Affari Esteri ed europei Miroslav Lajčák ha deciso nell´ambito dello SlovakAid di donare all’Italia un aiuto umanitario. La Repubblica Slovacca, ai tempi del sisma di agosto presidente di turno del Consiglio dell’Ue, ha espresso la volontà di aiutare in qualche modo le zone maggiormente colpite. In collaborazione con il governo italiano sono stati individuati alcuni scenari, tra cui, infine, è stato deciso di indirizzare la donazione alla Protezione Civile della Regione Umbria.

 

Marketa Barčíka

Foto © Vigili del Fuoco, Ambasciata della Repubblica Slovacca in Italia

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