Helmut Kohl, l’inchino dell’Europa. Primo funerale di Stato per l’Ue

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Juncker: «È cittadino onorario europeo, senza di lui nessun allargamento a Est». Tajani: «il suo esempio ci deve guidare per il futuro». Domani il ricordo italiano a palazzo Giustiniani

Si sono svolti per la prima volta nella storia, al Parlamento europeo di Strasburgo, i funerali dell’ex cancelliere tedesco Helmut Kohl, i primi funerali di Stato mai organizzati dall’Unione europea. Dalla sua casa di Ludwigshafen, in Germania, la bara dello statista è partita coperta soltanto con una bandiera europea ed è stata tenuta in una camera ardente dove gli ospiti in arrivo alla sede francese del Pe si sono fermati per un omaggio e un momento di raccoglimento. Da lì è stata trasportata nell’emiciclo, dove solitamente si riuniscono gli eurodeputati in seduta plenaria, per la cerimonia funebre e i discorsi ufficiali.

Assieme a Jean Monnet e Jacques Delors, Helmut Kohl è l’unico ad essere stato insignito del titolo di cittadino onorario d’Europa per i successi che la storia gli riconosce: dall’unificazione del suo Paese, a quella del Vecchio Continente. Per Jean-Claude Juncker la cerimonia funebre a Strasburgo «è un modo per lodare il suo lavoro come patriota europeo e patriota tedesco». Ad aprire la cerimonia sono stati i discorsi dei tre presidenti: Antonio Tajani per il Parlamento, Juncker per la Commissione e Donald Tusk per il Consiglio.

«Ha difeso sempre la libertà contro i muri, le cortine di ferro, i totalitarismi» – ha dichiarato il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani – «il suo esempio ci deve guidare per il futuro, dobbiamo lavorare insieme per rilanciare l’ideale europeo». Ancora Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, ha ribadito smorzando le polemiche «questa non è una cerimonia anti-tedesca» – ha spiegato – «è europea e quindi anche tedesca». «Davanti alla bara di Helmut Kohl i successori di questi grandi eroi della storia europea devono fare un esame di coscienza. A Berlino e Varsavia, Parigi e Budapest la questione del futuro di un’Europa unita deve essere univoca: un sonante sì. Sì all’Unione, sì alla libertà, sì al rispetto dei diritti umani» – questo ciò che il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha letto nel suo messaggio durante la cerimonia funebre.

Il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno tenuto i discorsi conclusivi. Il primo, rilanciando una volta di più sul ruolo del motore franco-tedesco che deve «dare sostanza» agli ideali del progetto europeo; la seconda, con un ricordo più personale: «Senza di lui non sarei qui, come milioni di persone che fino al 1990 hanno vissuto al di là del muro». A intervenire, durante la cerimonia, sono stati anche il premier russo Dmitri Medvedev, l’ex presidente Usa Bill Clinton e l’ex premier spagnolo Felipe Gonzalez, che recentemente ha ricordato i «giorni cruciali di Strasburgo», quando Kohl «accettò di sostituire il marco con l’euro, sapendo che avrebbe rischiato di perdere le elezioni». Nella platea eccellente c’erano anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu, i premier di Spagna, Austria, Lussemburgo, Bulgaria, Estonia, Ungheria, Paesi Bassi, Slovenia e Svezia, i presidenti di Lituania e Polonia. Per l’Italia erano presenti tre ex presidenti, Romano Prodi, Mario Monti e Silvio Berlusconi.

Domani, martedì 4 luglio, anche il Parlamento italiano celebrerà Helmut Kohl. A tre settimane dalla scomparsa dello statista tedesco, alle ore 11, la Commissione Affari esteri del Senato ha infatti organizzato presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani un convegno alla sua memoria dal titolo “L’Italia, l’Europa ed Helmut Kohl”, alla presenza di personalità politiche e istituzionali italiane e internazionali. L’incontro, presieduto dal presidente della Commissione Affari esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini, sarà aperto dal presidente del Senato, Pietro Grasso e vedrà gli interventi del Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, del già citato ex premier e senatore a vita, Mario Monti e del ministro degli Affari esteri, Angelino Alfano».

 

Fiasha Van Dijk

Foto © European Union

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Fiasha Van Dijk
Fondamentalmente apolide, proveniente solo "per caso" dai Paesi Bassi, figlia di immigrati di due continenti diversi da quello in cui vivo, spero di portare i resoconti dei pregi delle politiche dell'integrazione, della salute e della medicina dal resto d'Europa...

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