Sempre più cittadini del Belpaese chiedono la residenza all’estero, specialmente tra i giovani. Il motivo principale è la difficoltà nel progettare il proprio futuro
Degli oltre 60,5 milioni di residenti in Italia, dal 2006 al 2017 sono emigrati all’estero cinque milioni di connazionali. È quanto emerge dalla XII edizione del “Rapporto italiani nel mondo” della Fondazione Migrantes della CEI (Conferenza episcopale italiana, ovvero l’assemblea permanente dei vescovi italiani, ndr) presentato a Roma. Sempre più italiani chiedono la residenza all’estero ma quello che più preoccupa è il boom di giovani che se ne vanno dal Belpaese.
Nel 2016 se ne sono andati 48.600 nella fascia di età compresa tra i 18 e i 64 anni. Rispetto al 2015 c’è stato un aumento del 23,3%. L’8,2 % degli italiani vive fuori dai confini nazionali. I nostri connazionali che cercano migliori opportunità professionali approdando soprattutto nel Regno Unito (24.771 iscritti) poi in Germania (19.178) quindi in Svizzera ( 11.759), in Francia (11.108) e Stati Uniti (5.939) . Tra le prime venti destinazioni ci sono anche Cina e Romania e c’è ora una certa propensione anche ad emigrare negli Emirati Arabi Uniti in particolare ad Abu Dhabi e Dubai.
Il motivo principale per cui i nostri ragazzi vanno all’estero è la difficoltà che trovano nel progettare il loro futuro. Il Belpaese si trova in una situazione sociopolitica che frappone ostacoli ad aprire varchi ai nostri giovani, per cui «i ragazzi cercano risposte altrove». Lo ha detto senza mezzi termini Mons. Nunzio Galantino segretario generale della CEI. Ma per Galantino c’è anche una risposta positiva: «oggi accanto ai migranti economici si sta facendo strada un’altra forma di mobilita, la mobilità di desiderio» – spiega il segretario generale – «cioè il desiderio di fare esperienze nuove, incontrare altra gente e progettare in maniera non tradizionale».
Secondo il rapporto lo scorso anno sono partiti per l’estero 124 mila italiani (+15,4%). Sono partiti per 110 territori raggiungendo 194 destinazioni. I lombardi sono al primo posto con oltre 23mila espatriati seguiti dai veneti con 11mila circa poi i siciliani, quindi i laziali e i piemontesi. L’unica regione con meno partenze è stata il Friuli Venezia Giulia. Tra i cittadini italiani all’estero sono preponderanti i meridionali, il 34,8% provengono invece dalla regioni settentrionali e il 15,6% dal centro.
Sono 2.684.325 gli italiani residenti in Europa mentre oltre 2 milioni vivono in America in particolare nella zona settentrionale. Il rapporto ci dice anche un fatto interessante: le partenze spesso non sono individuali ma di “famiglia” intendendo il nucleo familiare comprendente i minori di cui il 12,9% ha meno di 10 anni quindi i genitori, talvolta sulla soglia dei 65 anni, che diventano accompagnatori e “sostenitori” del progetto migratorio dei figli. C’è poi un 9,6% che ha tra i 50 e 64 anni tanti i disoccupati senza speranza, che cercano di trovare alternative all’estero per continuare a mantenere la famiglia e il proprio regime di vita. Un quadro desolante che meriterebbe più attenzione da parte della nostra classe politica.
Giancarlo Cocco
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