Borut Pahor si conferma presidente della Slovenia

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Come nel resto d’Europa aumenta l’affluenza, ma in controtendenza si continua a cercare stabilità. Messaggi di vicinanza e condivisione da Croazia e Italia

Il ballottaggio per decidere il nuovo capo della Repubblica slovena si è concluso con la conferma del presidente uscente, Borut Pahor, che già nel primo turno elettorale aveva ottenuto quasi il doppio delle preferenze del suo avversario Marjan Sarec, forte del 47,2% ottenuto lo scorso 22 ottobre contro il 24,7% dell’ex comico attuale sindaco di una città del nord del Paese, Kamnik. Pahor questa volta “solo” con il 53% dei consensi rimarrà in carica per il prossimo quinquennio e si (re)insedierà il 23 dicembre.

«La mia rielezione è il segnale che i cittadini vogliono forze e idee politiche che uniscono. Questo risultato è uno dei pochi in Europa, nel quale viene confermata la fiducia a chi ha già svolto un mandato. Gli elettori cercano stabilità», sono state le sue prime parole alla fine della competizione. Dopo esser stato criticato in campagna elettorale per non essere intervenuto su questioni rilevanti per i cittadini, il nuovo presidente ha dichiarato che farà sentire in modo più chiaro la sua posizione.

   Federica Mogherini e Borut Pahor

Pahor è il secondo presidente, dopo Milan Kucan, ad aver ottenuto due mandati presidenziali, ed è l’unico politico ad aver svolto le funzioni di presidente dell’Assemblea nazionale, di primo ministro e di presidente della Repubblica. Marjan Sarec, lo sfidante outsider che ha raggiunto il ballottaggio, ha riconosciuto la sconfitta e ha detto di essere pronto a dare il via al «ricambio generazionale della politica slovena», come indicato durante la campagna elettorale.

Anche qui l’affluenza è stata molto bassa: con il 41,7% è il dato peggiore registrato finora, sintomo di una disaffezione per la politica tradizionale che oramai pervade tutta l’Europa e non solo. Per fortuna è stato rispettato il “garbo” istituzionale, con lo sfidante che ha chiamato il vincitore per congratularsi. Pahor, un veterano della politica, ex modello, è noto per l’abilità nell’uso dei social media. Che fosse strafavorito in queste elezioni in cui si sono presentati nove candidati lo si sapeva da tempo.

   Kolinda Grabar-Kitarović e Jean-Claude Juncker

In realtà il ruolo del presidente in Slovenia, Paese membro dell’Unione europea e patria della first lady statunitense Melania Trump, non ha grandi poteri esecutivi. Tuttavia, propone il primo ministro e il suo parere è decisivo in merito alle grandi questioni. Fra i primi capi di Stato a congratularsi con lui c’è stata la collega croata, Kolinda Grabar-Kitarović, con la quale aveva già parlato al telefono.

Slovenia e Croazia hanno ancora in sospeso la questione legata al confine marittimo dopo la sentenza della Corte permanente di arbitrato, che Zagabria non intende riconoscere. Sul tema, in campagna elettorale Pahor aveva incoraggiato a tenere aperti il dialogo e la diplomazia silenziosa, così come in una recente conferenza stampa ha ribadito la sua posizione rispondendo a una domanda specifica di una giornalista croata, ma al momento non sono previsti incontri.

   Angelino Alfano e Karl Erjavec

In Italia la conferma del presidente della Repubblica slovena è stata accolta in un clima di «condivisione degli obiettivi strategici», come ha evidenziato nei giorni scorsi il ministro degli Esteri Angelino Alfano al termine di un incontro alla Farnesina con il collega sloveno Karl Erjavec. Roma «è ai primi posti nella partnership commerciale» con Lubiana e i due Stati collaborano su «dossier importanti, dalla questione migratoria all’avvicinamento all’Ue dei Balcani occidentali».

Anche la presidente del vicino Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha espresso le sue «congratulazioni al presidente Borut Pahor, per l’ottimo risultato conseguito» sia al primo che al secondo turno delle elezioni presidenziali in Slovenia. Lo aveva già definito, lei ex europarlamentare, come un «politico di rango europeo, rispettato in tutto il mondo e apprezzato per il suo stile al tempo stesso informale e autorevole». Un «amico» che ha aiutato a «rafforzare i già ottimi rapporti transfrontalieri».

Debora Serracchiani e Borut Pahor

Nelle prossime settimane si riunirà nella regione il comitato congiunto Fvg-Slovenia, a riprova concreta – ha concluso la Serracchiani – della comune volontà di lavorare assieme per la crescita del territorio. «Quello di Pahor è un profilo di statista che dà garanzia alla Slovenia di (…) continuare a svolgere al meglio il suo ruolo di cerniera tra i Balcani e il Nord Europa e approfondire i rapporti con l’Italia per affrontare assieme le sfide e le criticità dei nostri tempi».

Ovviamente oggi anche il capo di Stato, Sergio Mattarella, ha espresso il suo apprezzamento per l’impegno costante di Pahor a favore dell’integrazione europea. Il presidente della Repubblica italiano – come riporta l’agenzia di stampa slovena STA – ha ricordato i numerosi incontri nel corso degli anni, sottolineato i profondi legami storici, culturali, politici ed economici che uniscono i due Paesi, grazie anche al prezioso contributo delle minoranze nazionali.

 

Goran Marsich

Foto © Slovenske Novice (apertura), European Union, Vlada, Regione FVG

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