Trattato dell’Eliseo il futuro dell’Europa di Macron e Merkel

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Prove di cambiamento nell’Unione europea con i principali appuntamenti dei primi mesi del 2018. Nuova firma di amicizia tra i due Paesi nemici nel recente passato

Il 22 gennaio prossimo Emmanuel  Macron e Angela Merkel daranno vita ad una nuovapartnershiptra la Francia e la Germania per dare un «impulso decisivo ad una Unione europea oggi troppo debole, inefficiente e lenta» secondo quanto dichiarato dal presidente francese in un discorso del 26 settembre dello scorso anno. È già pronta una risoluzione comune che sia il Bundestag tedesco che l’Assemblea nazionale francese voteranno quel giorno.

     Konrad Adenauer e Charles de Gaulle

È un ritorno al passato perché proprio 55 anni fa – il 22 gennaio del 1963 – il presidente della Repubblica francese, generale Charles De Gaulle e Konrad Adenauer, allora cancelliere per la Repubblica federale di Germania firmarono a Parigi, un trattato teso a sviluppare una cooperazione franco-tedesca. La Francia ha sempre considerato la Germania un partner strategico. Nel 1963 il fine della Francia era quello di mitigare il dominio assolutistico statunitense nei processi decisionali della strategia militare nell’Alleanza Atlantica, e dal trattamento di favore che gli Usa accordavano alla Gran Bretagna sulle tecnologie nucleari. C’era il timore di una cospirazione anglosassone e degli Stati Uniti per il dominio politico e tecnologico sul Vecchio Continente riducendo la Francia ad una potenza di secondo ordine. Per Konrad Adenauer il principale motivo dell’accordo era quello di allontanare il pericolo comunista nell’allora contesto postbellico della Guerra Fredda, ancorando saldamente la Germania occidentale a organizzazioni quali la Comunità economica europea Cee e la Nato, ed impedire l’isolamento tedesco ad opera dell’Urss.

Oggi i problemi sono diversi e più sofisticati.  Causa la crisi economica da cui molti Stati europei tra cui il Belpaese sono stati colpiti, e ne stanno uscendo con difficoltà, vediamo riapparire il disprezzo e la diffidenza tra i popoli d’Europa, il rigetto dei migranti, il rifiuto della solidarietà, i nazionalismi in salsa populista. In pratica Macron rilancerà la sua proposta di una Europa unita e sovrana, il rinnovo di un impegno profondo e strutturale del rilancio dell’Unione.

Lo stesso 22 gennaio vi sarà la prima riunione dell’Eurogruppo, il consesso informale dei ministri delle Finanze Ue, sul tavolo la riduzione dei rischi di bilancio degli istituti di credito e l’Italia è osservata speciale. La posta in gioco è la creazione di una garanzia comune dei depositi per stabilizzare le banche dell’Eurozona. A febbraio è prevista una riunione informale per discutere della possibilità di creare liste transnazionali per le elezioni europee del 2019, per riempire i posti lasciati liberi dagli eurodeputati britannici, ma soprattutto per discutere dell’associazione delle liste con candidati per la presidenza della Commissione.

Il 18 febbraio a Bruxelles è atteso il ministro della Difesa italiana Pinotti per un vertice Nato, in cui si deciderà la ristrutturazione del comando della Alleanza Atlantica, compresa la nascita di un nuovo comando generale da ubicarsi in Germania o Polonia, in chiara funzione anti-russa. Nel contesto si potrebbe parlare del conflitto in Ucraina. L’Italia potrebbe svolgere una funzione di grande valenza per il suo ruolo, nel 2018, nella presidenza di turno dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, con sede a Vienna). A marzo l’Italia sarà impegnata, dopo le elezioni, nella nomina dei nuovi presidenti delle Camere.

Macron e Merkel  nel summit europeo del 22 e 23 marzo dovrebbero presentare la proposta franco-tedesca sulla riforma della Zona euro. L’obiettivo è la creazione del fondo di stabilità europeo ma potrebbe essere dedicato alla approvazione di numerose misure concernenti il mercato digitale. Tra la primavera e l’estate, infine, la Commissione avanzerà una proposta di bilancio europeo 2021-2027 nella quale si dovrà discutere del buco in bilancio susseguente alla Brexit. Alla Germania potrebbe essere richiesto un aumento di contributo per l’Europa di 5 miliardi, alla Francia di 1,2 miliardi, all’Italia di 1 miliardo di euro all’anno. A titolo informativo l’ultimo bilancio della Ue è stato di 960 miliardi di euro per sette anni, in media oltre 137 miliardi di euro l’anno.

 

Giancarlo Cocco

Foto © The Local France, Eurogroup, European Council

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Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

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