Open to Progress: il teatro d’opera e le sfide della globalizzazione

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Un convegno a Odessa, organizzato da Open Opera Ukraine, ha offerto spunti di riflessione agli addetti ai lavori per il futuro del teatro musicale e dell’opera lirica

«L’opera è un fatto globale» secondo Nicholas Payne, direttore di Opera Europa e promotore dell’International Opera Forum “Open to Progress” ospitato dalla città di Odessa, un appuntamento che ha visto la partecipazione di alcuni fra i massimi esperti del settore; una forma d’arte che non può prescindere dai mutamenti sociali che investono il nostro tempo, rimanendo arroccata nella sua torre d’avorio, ma deve invece aprirsi al cambiamento.

Sfuggire l’impressione di vetustà che rischia di soffocare il teatro musicale, coinvolgere un pubblico nuovo e curioso, questa la sfida che si impone con sempre maggiore urgenza. Opera Europa cerca appunto di rispondere a tali esigenze, favorendo le collaborazioni fra gli enti lirici, perché l’opera può essere un grande elemento di connessione fra realtà e contesti diversi.

Da questo punto di vista, l’Ucraina ha certo la propria specificità. Risale al 2018 la firma di un accordo fra le sei istituzioni liriche più importanti del Paese, al fine di unire gli sforzi in un ampio progetto di collaborazione. Scopo principale sviluppare e diffondere l’arte dell’opera e del balletto in Ucraina, un compito particolarmente arduo in un contesto legislativo che non favorisce l’autonomia e appare ancora in gran parte arretrato, come non manca di sottolineare Nadiya Babich, direttrice generale dell’Odessa National Opera and Ballett Theatre.

La sfida principale è quella di crescere, mantenendo la propria specificità. Come trattenere infatti i grandi talenti, in un ambito salariale non competitivo a livello internazionale? Compositori ucraini sono dovuti emigrare all’estero, dove sono ora molto apprezzati. La soluzione, secondo il già citato Payne, risiede nel creare condizioni uniche, difficili da rifiutare per un artista il quale aspiri all’espressione del proprio talento nella maniera migliore possibile. L’opera non può essere solo ed esclusivamente star system, e lo dimostrano i successi di alcune realtà a torto considerate marginali.

Secondo Petro Chupryna, direttore generale e artistico della National Academic Opera and Ballet Theater of Ukraine, pur considerando l’importanza delle relazioni internazionali, è fondamentale concentrarsi sul repertorio locale, sviluppare condizioni favorevoli perché gli artisti possano tornare a lavorare nel loro Paese.

Fra i progetti più interessanti una menzione merita Open Opera Ukraine, particolarmente attivo nel campo della musica sacra e antica, con programmi di ricerca che coinvolgono studiosi di livello internazionale. In particolare si cerca di portare alla luce un patrimonio polifonico troppo a lungo obliato.

Un tentativo di avvicinare le giovani generazioni all’opera, intesa quale spettacolo dalle prospettive futuribili, è ancora l’operazione Aerophonia, nella quale un biplano AN-2 viene posto al centro della sala quale oggetto scenico e strumento principe della performance. Una rappresentazione drammatica messa in scena da Nova Opera, dove le sonorità delle turbine si mescolano a ritmi trip-hop.

Questo per quanto riguarda il contesto ucraino. Il forum ha rappresentato inoltre un’occasione di confronto e di scambio fra realtà eterogenee. La discussione ha toccato numerose problematiche comuni, quali il declino della critica musicale e la scarsa visibilità della musica contemporanea. In un contesto dove la maggior parte dei quotidiani cartacei ha chiuso o versa in gravi difficoltà, dove lo spazio riservato alla musica e all’arte in generale è sempre più ridotto, la comunicazione è affidata a internet. Eppure non sempre la rete offre garanzie di professionalità. È importante allora formare nuovi critici in grado di veicolare il significato dell’esperienza estetica.

Infine non si fa nulla o quasi per avvicinare il pubblico al moderno, per sottrarre l’opera a quell’aurea museale che sembra imprigionarla. Non bisogna dare al pubblico solo quello che vuole, ma occorre formare la domanda, suscitare interesse attorno al contemporaneo. Una società che vive solo nel passato è, infatti, destinata inevitabilmente ad estinguersi.

 

Riccardo Cenci

Foto © Konstantin Gomon

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Il Forum internazionale “Open to Progress” è stato organizzato da Open Opera Ukraine in collaborazione con la Odessa National Opera Foundation e con il supporto della Ukrainian Cultural Foundation.

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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