Conte: misurare felicità e sostenibilità oltre il Pil

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Cabina di regia “Benessere Italia”: la vita dei cittadini, gestione dello Stato e andamento dell’economia sono indissolubilmente legati al di là degli indicatori tradizionali

Lunedì 20 gennaio 2020 sono state presentate le linee programmatiche della Cabina di regiaBenessere Italia” il nuovo organo di supporto all’azione di governo che su base tecnica e scientifica monitora la qualità della vita dei cittadini, nei suoi molteplici aspetti. A tal fine rendere più efficiente e organico il lavoro e la collaborazione fra ministeri, regioni, province autonome ed enti locali, portando inoltre in primo piano il massimo impegno per l’ambiente, in linea con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

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Giuseppe Conte al CnelNella splendida cornice di Villa Lubin,  sede del Cnel, il presidente Tiziano Treu ha ricevuto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, la ministra per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano e il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, assieme ai vertici dei più importanti enti pubblici, università e imprese. Questo il discorso inaugurale della professoressa Filomena Maggino, docente di Statistica sociale all’Università La Sapienza di Roma, consigliere del premier, sulla qualità della vita e sviluppo sostenibile:

«Il presidente Conte mi disse, quando mi ha nominata consigliera per le tematiche legate alla qualità della vita e allo sviluppo sostenibile, di avere spirito d’iniziativa! Ho raccolto questo invito e oggi voi avete raccolto il nostro. Come ci consigliava il presidente Einaudi nelle sue “Prediche inutili”, dobbiamo prima conoscere, poi discutere, poi deliberare; aggiungerei a questo che dobbiamo anche agire. Si è appena conclusa, da pochi minuti, la riunione della Camera di regia che è composta dai rappresentanti fiduciari di tutti i ministri, è affiancato dal comitato scientifico nel quale sono rappresentati i maggiori istituti di ricerca del nostro Paese: il presidente dell’Istat, il presidente dell’Ispra, il presidente del Cnr, dimenticherò anche qualcuno ma volevo annunciare che questo gruppo si sta allargando perché fra pochi giorni entrerà dentro il comitato scientifico anche l’Istituto superiore di Sanità e colgo l’occasione per invitare anche il Cnel, tramite il suo presidente, a farne parte.Cnel Cabina di regia "Benessere Italia" La Cabina di Regia, come vi verrà illustrato più tardi, ha un coordinamento che è orizzontale fra tutti i ministri ma anche verticale con le organizzazioni sovranazionali, e con gli enti locali. La Cabina di regia è sempre pronta ad accogliere confronti e contributi, essendo per sua natura favorevole alla eterogeneità. Il nome della Cabina, “Benessere Italia” è organicamente il “Bes” benessere eco sostenibile, progetto nato su iniziativa dell’Istat e dell’allora presidente, in collaborazione con il Cnel e ha posto l’Italia all’avanguardia della misurazione del benessere, un Paese che nell’ottica superi la logica del Pil. Misurare il benessere di un Paese è complesso perché la realtà è complessa e per misurarla e comprenderla interamente occorre avere un approccio sistemico. Nel progetto Bes il comitato di indirizzo, che tra l’altro aveva luogo proprio in questo palazzo, presso il Cnel, ha individuato i segmenti nei quali individuare il benessere nel nostro Paese, sono dodici, emersi dopo prolungati confronti all’interno del Comitato, citerei a tal proposito uno dei primi, il paesaggio. L’Italia è stato il primo Paese al mondo a identificare il paesaggio come uno dei domini che qualificano il benessere. Successivamente, la commissione scientifica di cui ho fatto parte, istituita presso l’Istat, ha identificato per ciascun dominio gli indicatori. Quando si vuole promuovere una politica nazionale e questa politica impatta su più domini del Bes, vuol dire che quella politica necessita di un approccio sistemico, non può essere attribuita a un ministero e nemmeno a due. In un certo senso questo vuol dire che quella politica necessita di un coordinamento ed è questo in fondo l’obiettivo e il luogo della Cabina di regia.Linda Laura Sabbadini, Direttore ISTAT Nella seconda parte di questo evento, il dott. Battistoni entrerà in merito agli ambiti e constaterete che è una sfida ambiziosa, che riusciremo a vincere solo con la partecipazione di tutti. Oggi, ricevere il contributo di Stiglitz e di Michalos, evidenza che l’Italia rappresenta un modello imitabile, osservato e apprezzato a livello internazionale. Ci conteremo, ci coordineremo e ci coadiuveremo sulle tematiche principali e per agevolare questo percorso del fare abbiamo realizzato con la struttura interna di Palazzo Chigi, una piattaforma digitale e riceverete tutti voi le credenziali per potervi accedere, per poter cominciare a lavorare insieme. Ognuno di voi riuscirà ad identificare negli ambiti strategici rispetto ai quali è possibile dare un contributo. Ciascuno di voi individuerà non solo l’ambito di pertinenza ma anche l’ambito in cui proporre delle vere e proprie azioni. Ci auguriamo che sia più di uno, nella logica della trasversalità. Conteremo numericamente ma conteremo su tutti voi e la vostra presenza qui e la vostra presenza qui oggi conferma la vostra volontà di contribuire».

Dopo numerosi interventi, il presidente del Cnel Tiziano Treu ha voluto rispondere all’invito del consigliere Maggino, con un discorso tecnico e storico dove ha illustrato la nascita e l’evoluzione di questo nuovo metodo per misurare il tasso di crescita del Paese, un’ottica che va oltre il Pil:

«Ringrazio di nuovo per l’occasione che ci è data, di portare questo tema, ringrazio il presidente Conte, la consigliera Maggino in particolare per averci chiesto di partecipare al comitato scientifico su questo lavoro sul benessere dell’Italia. Il Cnel è da tanto che si occupa di questi argomenti per i vari aspetti; era a ottobre del 2010, appena dopo che Stiglitz e Sen avevano lanciato il primo messaggio su questi punti e noi con l’Istat abbiamo cominciato a metterci insieme con questa idea – Istat ha solo i numeri – noi come rappresentanti delle parti sociali siamo chiamati a integrare e valutare perché è chiaro che la qualità del benessere individuale e collettivo non può essere alla fine misurato se non su come i soggetti che ne interessati, colpiti, reagiscono e valutano. Gli indicatori sono flessibili, cambiano a seconda delle condizioni generali e delle percezioni delle persone, quindi questa storia c’entra. Noi abbiamo avuto modo di intercettare questa tematica che è molto complessa; ad esempio sei mesi fa abbiamo ospitato una larga parte dei Cnel europei e abbiamo insieme redatto un parere che abbiamo mandato alla commissione che aveva come punto fondamentale lo sviluppo sostenibile e il pilastro sociale europeo, perché noi riteniamo che le due cose sono connesse, da allora gli eventi si sono moltiplicati. Come la società diventa complessa, anche questo va affrontato a vari livelli, perché a parte il livello globale, SDGs ecc. noi abbiamo iniziato con i vessiti nazionali che si evolvono e continuiamo. Presto ci siamo imbattuti sulla necessità di cominciare a scendere sul territorio e c’è un progetto “Bes territoriali” che, avevo scordato, noi già nel 1012 avevamo un progetto “urbes” che, con l’Anci si occupava di questo aspetto proprio per vedere come nei singoli territori andavano le cose e più avanti nel tempo un progetto Bes delle province e ora siamo pronti a dare il nostro contributo al tema dei Bes territoriali. Poi, c’è un aspetto che abbiamo affrontato con il gruppo del professor Giovannini e alcuni colleghi economisti presenti al Cnel, su alcune politiche pubbliche, queste ultime, sul mercato del lavoro e sullo sviluppo, che impatto hanno su alcuni indicatori Bes. Proprio per fare una verifica empirica, quindi un altro aspetto, un altro livello di intervento. Cabina di regia "Benessere Italia"Abbiamo visto poi che la parte pubblica andava coinvolta, l’altro giorno abbiamo presentato un rapporto del Cnel sui servizi pubblici – era presente la ministra Dadone – e a un certo punto ci siamo accorti che anche la valutazione dell’efficienza delle pubblica amministrazione, nei suoi vari aspetti, non poteva essere valutata se non considerandone il contributo alla sostenibilità e al benessere generale. Quindi abbiamo permesso un altro livello perché va preso a parte, una cosa è la pubblica amministrazione, quello che può contribuire e come è coinvolta e altro è la parte delle imprese private. A questo proposito dico una cosa molto recente, che anche noi abbiamo affrontato con il consigliere Maggino proprio l’altro giorno, iniziato a considerare come gli indicatori di benessere vengano rilevati dalle imprese; c’è una legge italiana che recepisce una direttiva europea secondo cui le imprese di un certo livello devono ogni anno fare un reporting di alcuni indicatori che loro ritengono importanti, sono già due anni che vengono fatti, la gran parte delle aziende che hanno quest’obbligo hanno risposto e l’Università di Siena, con la Cattolica hanno fatto una prima analisi sistematica che abbiamo discusso proprio qui, molto interessante. Per ora sono più di duecento aziende che hanno grande importanza sia numerica che di occupazione e i primi due indicatori che abbiamo visto sono: le emissioni, co2 naturalmente, e si è visto che queste grandi aziende hanno un impatto notevole sulla quantità di emissioni e monitorarle è importante. Poi la seconda è la formazione, dalle aziende ai dipendenti. Due indicatori molto significativi, ma sono solo due e ce ne saranno degli altri, però abbiamo visto come questo livello delle imprese si evolve. Come vediamo insieme quello che emerge dall’esperienza delle imprese, come stiamo vedendo l’andamento delle pubbliche amministrazioni e tutto ciò con le serie storiche degli indicatori nazionali e degli indicatori territoriali mi sembra un lavoro di fine connessione perché così capiamo molto di più. Questa è una ulteriore fase che stiamo affrontando, l’ho già detto, siamo di fronte a uno sviluppo enorme sia nell’informazione, istantanea, una quantità di informazioni enorme e ricche di possibili implicazioni, quindi dobbiamo farne l’uso migliore e metterla al servizio delle analisi, “prima conoscere poi deliberare”. Naturalmente siamo a disposizione per vede e capire perché, appunto, solo se mettiamo insieme tutta questa ricchezza di informazioni possiamo far andare avanti l’idea di fondo che è migliorare il benessere nelle sue diverse dimensioni».

Ha poi concluso i lavori il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con un discorso volto al futuro, esponendo quelle che sono le prospettive di un cambiamento radicale non solo di metodo ma soprattutto di priorità e valutazione più etica e morale della vita delle persone:

«Buonasera presidente Treu, grazie per l’ospitalità! Professoressa Maggino, illustri ospiti. È per me un onore oltre che un piacere condividere con voi alcune riflessioni, intervenire nella sessione conclusiva di questa importante giornata di studi, dedicata alla presentazione delle linee programmatiche della Cabina di regia “Benessere Italia” che come è noto ho fortemente voluto a Palazzo Chigi con l’obiettivo di sostenere l’azione di governo in materia di qualità della vita e di sviluppo sostenibile, ritenendo che ogni politica pubblica debba integrare nella sua strategia e quindi anche nell’azione quotidiana ormai a livello nazionale, ma vi assicuro che la nostra attenzione è proiettata a livello internazionale, questa particolare, definiamola “premura” come sulla base di una attenzione costante, quindi programmatica. Proprio l’Europa, con l’Agenda 2030, i suoi famosi diciassettegoalsci esorta ad un cambiamento coraggioso, a un radicale cambiamento di prospettiva che coinvolga tutti gli attori politici e io sono ben lieto che in questa giornata vedo tanti volti, anche a me noti che sono, anche leggendo il programma, espressione di mondi diversi, attori politici, economici e attori sociali. D’altra parte l’articolo tre del Trattato sull’Unione europea, che è assunto dalla medesima Cabina di regia come criterio nell’analisi dello stato di avanzamento dell’Europa e dei vari Stati membri, introduce proprio tra i principali obiettivi dell’Ue, lo ricordo, lo sviluppo sostenibile, la crescita economica equilibrata, un’economia che miri al progresso sociale, alla piena occupazione, un’elevata tutela dell’ambiente.

Apro parentesi, non vi sarà sfuggito che nell’ambito dei ventinove punti programmatici che caratterizzano il nostro progetto politico, c’è anche la determinazione a modificare la nostra Carta costituzionale per valorizzare ancor più il tema della tutela dell’ambiente, la protezione della biodiversità e molto ambiziosamente anche l’introduzione di uno specifico riferimento all’obiettivo di uno sviluppo sostenibile. Se questi obiettivi sono evidentemente codificati a livello massimo, addirittura trovano un posto così di riguardo nell’ambito dell’architettura che definirei costituzionale europea ecco allora che anche i governi nazionali non possono sottrarsi nei diversi ambiti al compito che io considero una delle sfide più avvincenti del XXI secolo di imprimere una radicale accelerazione alle politiche orientate alla sostenibilità allo sviluppo sempre più equo, sempre più solidale, sempre più inclusivo e d’altra parte non possono essere trascurati gli effetti prodotti da una persistente crisi economica, la più lunga dal secondo conflitto mondiale in poi, che ha causato, ci ha lasciato come eredità delle ferite profonde, soprattutto più profondamente avvertite nell’ambito di comunità meno resilienti più fragili sul piano economico e sul piano finanziario, nello stesso tempo anche per i grandi players industriali; abbiamo ascoltato qualche loro esponente ed essi sono chiamati a porre in essere i medesimi sforzi, compatibilmente, ovviamente con le loro capacità, con le loro dimensioni, per orientare i processi produttivi in direzione di energie rinnovabili anche in vista dell’obiettivo molto ambizioso della neutralità climatica al 2050, un obiettivo che dobbiamo essere consapevoli è molto ambizioso.
La presenza oggi di così illustri ospiti, un uditorio anche così variegato ci consente evidentemente di desumere e di ricavare che c’è molta attenzione per questi temi ma un’attenzione che coinvolge direttamente l’attesa, le aspettative dei medesimi cittadini e qui dobbiamo fare sistema, il governo, le imprese, le associazioni di categoria, gli esponenti del mondo della ricerca, del mondo accademico, fondazioni varie, solo in questo modo noi potremo perseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030 e potremmo poi mirare a quell’obiettivo che ho appena definito molto ambizioso della neutralità climatica entro 2050. Ecco la Cabina di regia “Benessere Italia” nasce in questo specifico scopo, favorire la massima sinergia con tutti gli stakeholders, con tutti gli attori protagonisti coinvolti in questa complessa faticosa intrapresa che potranno trovare in questa sede un luogo per confrontarsi, per dialogare, per manifestare anche la diversità di vedute, se nel caso arricchirsi reciprocamente, convergere nella individuazione però, è questo l’obiettivo e nella definizione degli strumenti migliori per realizzare e per seguire queste sfide così ambiziose. Prima di realizzare una politica pubblica è sempre necessario studiare, gli obiettivi, metterli a fuoco, studiare poi ogni aspetto dei mezzi per raggiungere quegli obiettivi nella consapevolezza che viviamo la dimensione della complessità che non è facile, quindi individuare l’obiettivo e gli strumenti più idonei per raggiungerlo. Proprio questo lavoro di analisi, di ricerca, di confronto ma anche di ascolto è un po’ la vocazione della Cabina di regia sotto il coordinamento della professoressa Mggino. È un lavoro molto prezioso per il governo, in quanto è finalizzato a far convergere nella discussione le spesso distanti sensibilità, ciascuna delle quali io ritengo in grado di apportare al dibattito contributo, per la mia vocazione per la mia attitudine personale, io dico sempre che anche quando si ha la piena convinzione di avere a disposizione, di aver afferrato i mezzi, aver messo a fuoco l’obiettivo, il confronto è sempre molto importante, dal confronto può derivare una diversa convinzione, ovviamente, ma anche semplicemente il rafforzamento nella propria convinzione alla luce di una diversità di vedute che possono ancor più intimamente rafforzare nella bontà dei mezzi, degli obiettivi sono stati individuati.
La stessa composizione di questa Cabina di regia riflette questo metodo di lavoro, ne fanno parte membri designati, indicati dai vari ministri, da tutti i ministri, un comitato scientifico molto autorevole composto dai presidenti dei principali istituti pubblici di ricerca oltre a un selezionato numero di accademici. Ecco sicuramente gli ospiti intervenuti hanno certamente condiviso nei loro interventi questa prospettiva tanto più centrale nel momento in cui la Cabina è chiamata definire le linee programmatiche, il prossimo futuro in coerenza con le traiettorie di sviluppo verso le quali il nostro Paese vuole e dovrà indirizzarsi. È ormai diffusa la consapevolezza che il benessere di una società prima veniva, è stato citato anche Amartya Sen tra gli altri, Nobel per l’economia, non deve essere giudicato solo in base al livello di reddito, ma in base alla capacità dei membri di una comunità di condurre la vita che essi desiderano e anche, come dice Sen, in base alla loro libertà di scelta. Non ritengo quindi che l’attenzione al benessere sia il frutto di un anelito come dire romantico, oppure di una eterodossia dovuta a una moda transeunte. Qui stiamo parlando del nostro futuro, stiamo parlando di una strategia di azione mirata, integrata che deve stabilmente orientarsi in base a questa metodologia e attenzione; Il discorso si amplierà ancor più perché non vi sarà sfuggito che dal gennaio 2021 noi abbiamo predisposto, abbiamo introdotto una modifica al Decreto clima che ha introdotto una variazione, sembrerebbe una variazione tassonomica, cambiamo il nome al Cipe, un organo che è lì da tanto, “Comitato interministeriale per la programmazione economica“, non è una variazione lessicale, stiamo parlando di una variazione che aggiunge una desinenza che veramente pregnante, si chiamerà Cipes dal gennaio 2021 opererà sulla base, non solo con l’obiettivo di raggiungere un coordinamento per quanto riguarda le politiche economiche finanziarie ma anche per lo sviluppo sostenibile, questo ci imporrà di creare un coordinamento tra le attività della Cabina di regia e il Cipes di modo che, d’ora in poi qualsiasi iniziativa anche a livello di coordinamento delle attività finanziarie, della programmazione economica e finanziaria di governo, dovrà essere strutturata in modo da integrare in se stabilmente questa metodologia, diciamo così, molto più complessa, che poi finalizzata a cosa? A prestare un’attenzione alla dimensione integrale della persona, che qui parliamo di persone, certo qui parliamo di numeri ma attraverso i numeri noi a che cosa miriamo, a prestare attenzione alla persona colta nella concrertezza della sua esistenza, dei suoi bisogni, sulla base quindi e riconoscendole un insopprimibile diritto a condurre una vita quanto più possibile conforme alle proprie aspettative.

Questo è un presupposto fondamentale per arricchire il benessere personale e la qualità delle relazioni interpersonali e, come dire, solo in questo modo noi realizziamo quella insopprimibile vocazione sociale dell’uomo e che soprattutto nelle nostre società complesse, rischiano, ovviamente di andare in difficoltà. Una società, quella nostra in cui la ricchezza, sappiamo si concentra, anche l’altro giorno è venuta fuori una statistica impressionante, la ricchezza si concentra nelle mani di un sempre più esiguo numero di abitanti della nostra comunità, l’accesso alle condizioni più agiate sono riservate, spesso diventano privilegio di pochi e con depressione, diciamo, di ampie fasce della popolazione. Le diseguaglianze economiche, in particolare, producono all’interno della comunità degli ambienti di lavoro, degli ambienti di vita, dentro le stesse famiglie, anche conflittualità permanenti che possono anche non assumere una dimensione violenta, conflittuale nel senso di sfociare evidentemente atteggiamenti di rivolta ma in ogni caso alterano e corrompono le relazioni tra gli individui, finendo con il deteriorare la qualità della convivenza, la convivenza civile, a danno di tutti, soprattutto dei più fragili ovviamente, di quelli che ovviamente hanno meno protezione. Per comprendere quindi la società in cui viviamo, per prevenire gli effetti più esiziali di uno sviluppo disordinato, irragionevolmente diseguale, dobbiamo riporre quindi massima attenzione, lasciarci guidare anche dagli indicatori che ci aiutano a raccontare la direzione di sviluppo della nostra società, ci danno delle preziose indicazioni ai fini dell’elaborazione di plausibili, efficaci inclusive politiche pubbliche. In questa prospettiva il lavoro della Cabina di regia è essenziale in ragione di ciò della capacità di ascoltare gli stakeholders, di raccogliere e confrontare, diciamo tutte le differenti prospettive che sono essenziali per il decisore pubblico in modo da elaborare un progetto di politica pubblica che sia ben ponderato, ben misurato, adeguato alla nostra realtà sociale economica di vita. Tenete conto per altro che noi abbiamo in alcune di queste tematiche, diciamo, degli obiettivi specifici che sono stati ricordati in questa giornata; la rigenerazione equa sostenibile del territorio, ecco questo è un obiettivo fondamentale da raggiungere connessa al miglioramento della qualità dell’abitare, la progettazione della mobilità in un’ottica di maggiore coesione territoriale, le politiche per la transizione energetica che implica non soltanto l’abbandono della dipendenza da fonti fossili, ma anche una precisa determinata scelta a favore di fonti alternative, l’analisi delle dimensioni che concorrono a definire la qualità della vita con riferimento agli stili di vita, ai tempi di vita, di formazione, all’alimentazione, all’accessibilità e ancora la diffusione sempre crescente di buone pratiche di economia circolare. Ecco sono obiettivi che necessitano di una governance olistica del benessere che si rafforzano reciprocamente solo se saremo capaci di perseguirli facendo sistema in modo congiunto; il titolo dell’evento odierno indicatori e politiche, direi che riesce bene a descrivere questo modello di governance proprio della conoscenza del dato è possibile costruire nel breve, nel medio ma anche nel lungo periodo una politica adatta all’esigenza dei cittadini, quindi auspico che questa metodologia diventi strutturale e guardate, lo consegniamo anche questo messaggio ai governi che verranno. Riteniamo che queste iniziative dovranno marcare un territorio e diventeranno difficili da rimuovere ove anche un domani ci possa essere l’alternarsi, ovviamente, delle sensibilità politiche, una variazione anche come è normale che sia in una democrazia di governo, non si dovrà più prescindere da questa impostazione e per comprendere, vedete come siano questi indicatori cruciali per la progettazione politiche pubbliche, vorrei richiamare, ad esempio, uno dei dodici indicatori del Bes, benessere equo e sostenibile, che sono stati inseriti nell’allegato Bes al documento di economia e finanza e sarebbe in particolare la procedura di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione. Sto parlando di un  singolo indicatore, ebbene questo dato, riferito all’abbandono scolastico subisce una diminuzione costante, fate attenzione, dal 2004 al 2016, passando,  soprattutto in riferimento alla fascia di età dai 18 ai 24 anni, dal 23% al 13,8%, per poi ritornare lievemente a crescere fino al 2018. Ora se andiamo ad esaminare lo stesso dato disaggregato fra nord sud e centro il Paese ci accorgiamo che il tasso di abbandono scolastico nel periodo considerato è ovunque in diminuzione ma contro ogni aspettativa al nord risulta un incremento nell’abbandono scolastico negli ultimi due anni. Ecco allora, la presenza di statistiche ufficiali che siano però puntuali, siano possibilmente anche disaggregate sulla base dei territori, è molto preziosa per le istruzioni, perché ci permette di elaborare delle delle politiche specifiche, di dosare meglio gli interventi anche su base territoriale in modo da scoprire in alcune aree, semmai non in altre, delle criticità che i dati medi non riescono a restituirci. La Cabina di regia e la prospettiva prossima a venire di un Cipes, saranno dunque centrali per coordinare le attività di governance del benessere e della qualità della vita. Per questo seguirò con attenzione direttamente anche il tramite, ovviamente, il coordinamento la professoressa Maggino, sia lo sviluppo delle attività della Cabina di regia, sia l’appuntamento di indicatori e politiche che si terrà con cadenza semestrale. Buon lavoro a tutti. Grazie per l’attenzione della vostra presenza, se mi permettete è il sintomo di un’ambizione collettiva, della volontà di partecipare tutti a questa intrapresa di migliorare la qualità, non solo di vita che l’obiettivo finale cittadini, ma ovviamente come fattore pregiudiziale propedeutico la qualità delle nostre politiche pubbliche. E noi riporremo la massima attenzione e il massimo impegno per impostare il nostro lavoro, la nostra attività di governo, sulla base di questi criteri, di questa direzione, convinti appunto che questo sia un punto di non ritorno  e che per il futuro sarà sempre così».

 

Riccardo Angelo Ronconi

Foto e video © Eurocomunicazione, Riccardo Angelo Ronconi

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