“Trent’anni di democrazia all’Est Europa”: cosa è cambiato

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Convegno alla John Cabot University di Roma con dibattito “È stato un errore allargare la Nato e l’Ue?” con presentazione di libri ed esperienze

«Il politologo Francis Fukuyama forse aveva in parte ragione. Il crollo del comunismo ha significato la fine della storia, quella che conoscevamo noi, ma non di tutta. Perché ha rivelato l’inizio di una nuova storia, ancora più rivoluzionaria e inattesa di prima. Questo convegno rappresenta un’ottima occasione per fare l’inventario di tutti i cambiamenti che ci sono stati negli ultimi 30 anni di questa nuova storia, e delle dinamiche che li hanno generati».

Lo ha dichiarato il presidente della John Cabot University (JCU), Franco Pavoncello, annunciando l’evento dal titolo “30 anni di democrazia all’Est”, che oggi pomeriggio, dalle 15.30, si terrà presso l’ateneo americano – fra le più grandi università Usa presenti in Europa – con sede nel cuore di Roma, nel quartiere Trastevere. Eurocomunicazione trasmetterà in diretta sul proprio canale Facebook (visibile a tutti, anche a chi non ha l’applicazione) www.facebook.com/Eurocomunicazione

L’appuntamento, che avrà luogo nell’Aula Magna Regina, a cura dell’Istituto Guarini per gli Affari pubblici della JCU, in collaborazione con il Centro Ceco di Roma e il Circolo Slavistico Romano di Roma Tre, è suddiviso in due sezioni.

Nella prima, che inizierà alle ore 15.30 in punto, si terrà la tavola rotonda “È stato un errore allargare la Nato e l’Ue?”. Prenderanno parte Costanza Hermanin, docente di Scienze politiche; Radoslava Stefanova, funzionaria della Nato, e modererà Claudia Stamerra, giornalista del Gr1 Rai. Il pubblico in sala, com’è consuetudine negli appuntamenti JCU, potrà intervenire alla discussione. I lavori si chiuderanno alle 16.45.

Nella seconda parte, che comincerà alle ore 17, per concludersi alle 19, avrà luogo la  presentazione di una serie di libri sulle tematiche del convegno. A moderare sarà il professor Federigo Argentieri, direttore dell’Istituto Guarini della JCU.

Il programma è piuttosto articolato. Eccolo a seguire, con presentatori, autori, titoli e case editrici.

Guido Rampoldi: Angelo Bolaffi e Guido Crainz (a cura di), Calendario civile europeoDonzelli.

Mario Di Napoli: Francesco Leoncini, Alternativa mazzinianaCastelvecchi.

Anna Zafesova: Aleksandr Solženicyn, Nel primo cerchioVoland.

Simone A. Bellezza: Serhii Plokhy, ChernobylRizzoli.

Donatella Sasso: Vladislav Vančura, La fine dei vecchi tempiEinaudi / Jacques Rupnik, Senza il muroDonzelli.

Federigo Argentieri: Jenő Szűcs, Disegno delle tre regioni storiche d’Europa, Rubbettino / Stefano Bottoni, Orbán, un despota in EuropaSalerno / Aldo Ferrari, L’Armenia perdutaSalerno / Paul Hanebrink, Uno spettro si aggira per l’EuropaEinaudi / Donatella Sasso, La caduta 1953-1989Ed. Del Capricorno.

«Abbiamo contribuito e contribuiamo in modo molto fattivo ad alimentare il filone di studi sull’Ue, con un progetto collettivo a forte conduzione editoriale, come per esempio è il “Calendario civile europeo”. La quantità di Europa che si riuscirà a costruire nei prossimi decenni dipenderà dal grado di consapevolezza della storia e del presente che ciascuno di noi europei riuscirà a raggiungere», ha spiegato l’editore Carmine Donzelli.

Il “Calendario civile europeo” è «una storia finalmente cosmopolita che interconnette nodi e ferite dall’Europa in un orizzonte largo, in una prospettiva europeista», ha dichiarato Guido Rampoldi, giornalista.

«Il libro di Solženicyn uscì a Mosca nel 1968, tagliato dallo stesso autore per permetterne la pubblicazione. Quella che presentiamo è la prima edizione completa in lingua italiana, stampata in occasione del centenario della sua nascita e del decennale della morte, con il titolo originale: “Nel primo cerchio”», ha concluso Daniela Di Sora, fondatrice e direttore editoriale della casa editrice Voland.

 

Pierfrancesco Mailli

Foto © JCU

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