Governissimo, chissà se non sia ora il momento

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Lo scenario politico con il Coronavirus, le sue ricadute economiche e sociali. Serve un esecutivo proiettato esclusivamente a risolvere la crisi

Nell’epoca del coronavirus in molti si chiedono cosa possa accadere e quale sia la cura giusta per rilanciare, attraverso la politica, il nostro beneamato Paese. La parola d’ordine dopo i primi sbandamenti e indecisioni del governo, dopo questo vero e proprio tsunami, è stata rimanere uniti. Uniti sì, ma come attuare nell’attuale fase politica questa unione? L’ipotesi che potrebbe essere risolutiva nell’interesse reale dell’Italia, se davvero si vuole lanciare il cuore oltre l’ostacolo, sarebbe quella di un governissimo, un esecutivo in cui maggioranza e opposizione eliminano il fardello delle rispettive, se pur, legittime posizioni per guardare al bene della nazione e non dei consensi.

Questa sarebbe la miglior risposta che la classe politica potrebbe dare, come vero, alto e nobile segnale, per dimostrare agli italiani che prima viene l’interesse della nazione e poi quello di bottega. Se così non fosse, proviamo ad analizzare l’attuale scenario con le sue criticità scaturite dalle ricadute economiche e sociali del coronavirus. Nel caso della attuale maggioranza, già in precedenza, si era dimostrata una classe politica chiusa su sè stessa, concentrata sul proprio desiderio di sopravvivenza.

L’Italia ha bisogno di ben altro che delle “cure” che il premier Conte ha proposto, giunti a questo punto perché non provare a rimettere tutto in piedi con un governo di scopo, la scelta di gettare le basi per un governissimo è l’unica soluzione ragionevole. Certo si tratta di fare una scelta ben precisa su cui il PD e i 5 Stelle sicuramente solleverebbero delle perplessità, nascondendosi dietro un dito, con la motivazione della difficoltà di far comprendere al proprio elettorato l’operazione, ma tale problema è stato già superato una volta con la nascita del Conte 2, quindi si tratterebbe di un falso problema e poi d’altronde lo stesso si porrebbe anche tra le fila della Lega, Fratelli d’Italia e FI, ma si tratta proprio di far fronte a quella unità nazionale che tanto, da più parti, si proclama a gran voce a parole.

     Luigi Di Maio (M5S) e Matteo Salvini (Lega)

Un esecutivo proiettato esclusivamente a risolvere la crisi in atto, a porre in campo quelle misure che servono a dare respiro alla nazione e non un governo di legislatura. Resta da risolvere il rompicapo di chi potrebbe guidare un esecutivo simile, Conte appare essere il meno opportuno e oramai troppo logoro, questi e una parte ristretta del suo gruppo dirigente portano una responsabilità gravissima su come hanno condotto fin dall’inizio la vicenda del coronavirus e non sembrano essere stati all’altezza della situazione, a questo si aggiungerebbero i mal di pancia di Italia Viva che già di recente aveva espresso più di una perplessità a riguardo e della Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Serve un leader carismatico a tutto tondo con grande capacità, non ha importanza se proveniente da una parte o dall’altra, ma è giunta l’ora che tale scelta sia presa in seria considerazione e soprattutto condivisa per il bene dell’Italia. È giunto il momento che la politica si prenda le proprie responsabilità!

 

Alessandro Cicero

Foto © Cosmopolis, Euronews, Transatlantico

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Alessandro Cicero
Alessandro Cicero è nato in Africa settentrionale, da genitori italiani di origine siciliana, si è trasferito da piccolo nella città di Salerno, oggi vive a Roma, svolge la sua attività tra la capitale e Londra. Scrive su alcune testate giornalistiche nazionali e su un organo di informazione europeo ed internazionale incentrato su tematiche politiche, economiche, industriali e su argomenti sociali e del lavoro inerenti il Parlamento Europeo e i rapporti con gli Stati membri ed esteri. È, inoltre, impegnato nella cura di rapporti istituzionali internazionali e di interfaccia con i media, creando campagne di stampa e cura dell’immagine istituzionale. Ha maturato esperienze nell’ambito del public relations, relations intelligence, crisis management e strategie digitali, corporate communication & public affair. È stato impegnato nello sviluppo e nella cura della comunicazione e delle relazioni esterne, anche in campagne di comunicazione elettorali internazionali. È stato consulente per l’elezione a Presidente della Repubblica di un importante Stato africano conseguendo la nomina, nell’ambito di quella specifica coalizione, di Consigliere per le Pubbliche Relazioni, Relazioni Istituzionali, Commerciali, Economiche per la Comunicazione in Italia e presso le Istituzioni Europee a Bruxelles. Ha fondato e diretto, come direttore editoriale, un settimanale nazionale sia cartaceo che online, ha scritto su alcune testate nazionali ed europee, ha partecipato come commentatore in alcune trasmissioni televisive come RaiNews24, Uno Mattina Rai, Rai Radio 1, Rai 2, intervistato su TG1 economia Rai. Tra le varie esperienze è stato osservatore per le elezioni presidenziali in Ucraina, nelle quali fu eletto Viktor Yushchenko e alcuni anni prima osservatore e corrispondente per le elezioni presidenziali in Albania, che portarono all’elezione di Sali Ram Berisha. Ha operato nel settore mass media, editoria e comunicazione in joint venture con la tedesco-romena Roumanainvest, il primo gruppo televisivo privato in Romania. Ha svolto incarichi nell’ambito del settore Ambiente ed Energia È stato cofirmatario, assieme all’amministratore delegato dell’Enel dell’epoca, Alfonso Limbruno e al Direttore Generale, Claudio Poggi, del Contratto Nazionale di Lavoro del Settore Elettrico nell’ambito delle relazioni industriali. Come editorialista e appassionato della materia, ha scritto e rilasciato anche interviste su organi nazionali d’informazione su temi di energia, ambiente, industria e riorganizzazione aziendale e di settori industriali, in particolare su aziende come ENI, Enel e Sogin.

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