Gualtieri: «Non potranno essere introdotte condizioni aggiuntive». Ma l’Italia ancora non sa se attiverà il prestito
La linea di credito sarà attiva dal 1 giugno, i prestiti potranno essere restituiti in 10 anni e l’importo per ciascuno Stato sarà pari al 2% del Pil risultante a fine 2019. Unica condizione per i Paesi dell’Eurozona che decideranno di accedervi sarà l’impegno a ”utilizzare il credito per sostenere il finanziamento interno dell’assistenza sanitaria diretta e indiretta e i costi relativi alla cura e alla prevenzione dovuti alla crisi sanitaria causata dal Covid 19’’.
Dunque, l’accordo sul Mes c’è. Dopo solo due ore l’Eurogruppo, riunito oggi in videoconferenza, ha preso le sue decisioni. Nel documento finale i 19 ministri economici e finanziari, in linea con la Commissione, hanno riconosciuto l’idoneità a ricevere il supporto di tutti i Paesi sottoscrittori del Meccanismo di Stabilità. E hanno fissato definitivamente i paletti per ottenere i fondi. Duecentoquaranta miliardi disponibili subito con prestiti “concessi con modalità favorevoli” che tengono conto dell’eccezionalità della crisi in atto. Per decidere o meno di accedere ai fondi i Paesi avranno tempo fino al 31 dicembre 2022. Termine fissato per la presentazione formale delle richieste. Una volta avviate le domande, gli organi direttivi del Meccanismo di Stabilita “approveranno i singoli piani di risposta pandemica“. Quanto alla sorveglianza sui conti “dovrebbe essere commisurata e proporzionata alla severità delle difficoltà finanziarie incontrate e dovrebbe tenere in considerazione la natura dell’assistenza finanziaria ricevuta“.
Per il ministro dell’economia italiano, Roberto Gualtieri: «l’Eurogruppo conferma che il Mes potrà offrire finanziamenti per il 2% del Pil a tasso quasi zero per spese sanitarie e di prevenzione dirette e indirette legate al coronavirus. La Commissione verificherà solo questo requisito. Non potranno essere introdotte condizioni aggiuntive». Ma non si sa ancora se l’Italia chiederà il supporto del “Fondo Salva Stati” oppure no. La “cattiva reputazione” di cui gode il Mes tra i Cinquestelle rende il tema particolarmente insidioso per la maggioranza. Non a caso Gualtieri mette in chiaro che c’è altro su cui puntare in Europa: «Siamo al lavoro per attivare dal primo giugno anche il Sure per finanziare la cassa integrazione e il Fondo paneuropeo di garanzia della Bei per le imprese. E per avere operativo già in estate il RecoveryFund che dovrà avere dimensioni adeguate alla crisi».
Annamaria Graziano
Foto © Unione europea