Berlino e Parigi hanno deciso: 500 miliardi a fondo perduto e via libera ai bond comunitari
Trasferimenti a fondo perduto per 500 miliardi di euro incardinati nel Bilancio pluriennale europeo e da reperire con l’emissione di titoli di debito comune emessi dalla Commissione. La proposta franco-tedesca annunciata da Angela Merkel ed Emmanuel Macron segna un passaggio cruciale nella difficile trattiva tra i 27 Paesi dell’Unione europea che in queste settimane lavorano a un’intesa per il Recovery Fund. E ristabilisce quell’asse Parigi-Berlino di cui da qualche tempo si erano perse le tracce. E che ieri il presidente francese e la cancelliera tedesca non solo hanno “rispolverato“, ma con una certa soddisfazione hanno mostrato all’Ue come più forte e decisivo che mai.
Germania e Francia, dunque, hanno detto sì a “trasferimenti diretti”, non a prestiti come vorrebbero ostinatamente Olanda, Austria, Finlandia, Danimarca e Svezia. Le risorse del fondo “‘non saranno rimborsate dai destinatari” ma da tutti “gli Stati membri“, verranno messe a disposizione per “i settori e le regioni” più colpiti e reperite sul mercato direttamente dalla Commissione europea che potrà emettere bond comunitari. Italia, Spagna e la stessa Francia dovranno però accontentarsi e vedere dimezzata la cifra di 1.000 miliardi chiesti inizialmente. Le “dotazioni” a fondo perduto non supererebbero i 500. Ora la proposta è sul tavolo di Ursula Von der Leyen. La presidente della Commissione ha pochi giorni di tempo per trovare una sintesi tra i “rigoristi” del Nord Europa e i Paesi del Sud. E delineare in che modo agganciare il Fondo per la Ripresa al Bilancio Ue. Il 27 maggio è attesa al Parlamento europeo per illustrare nel dettaglio il Recovery Plan, quello che dovrebbe essere il “bazooka” da mettere in campo contro lo choc economico che il lockdown imposto dalla pandemia ha causato.
Da Roma Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha fatto sapere che quello franco-tedesco è «un primo passo importante nella direzione auspicata dall’Italia. Ma per superare la crisi e aiutare imprese e famiglie serve ampliare il Recovery Fund». Il premier italiano si è detto «fiducioso in una proposta ambiziosa da parte della Commissione europea». C’è ottimismo, ovviamente.
Di certo, la sortita dei due “big” dell’Ue – Francia e Germania – di nuovo insieme e “allineati” sposta gli equilibri visti negli ultimi mesi. La Merkel ora “lascia andare” le spinte intransigenti dei Paesi del Nord Europa. E detta la sua linea, anche a loro. Idem fa Macron con i Paesi del Sud. Dietro le quinte dell’Ue Parigi e Berlino hanno portato avanti la loro partita. E tracciato la strada del Recovery Fund.
Annamaria Graziano
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